Big data e crescita in Cina
I dati sono la benzina della nostra economica, ma non bastano da soli a far grande un’economia senza un’adeguata capacità di calcolo ed elaborazione. Vale per l’Europa, quanto per gli Stati Uniti e il resto del mondo. Compresa la Cina.
Secondo stime Mordor Inteligence, gli investimenti in soluzioni big data potrebbero raggiungere un tasso di crescita medio annuo (Cagr 2021-2026) del +30% circa nel grande Paese asiatico.
Secondo un altro rapporto pubblicato da IDC, di cui ha dato notizia anche la nostra Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane (ITA-ICE), la dimensione del mercato cinese dei big data ha superato i 20 miliardi di dollari nel 2020, con un aumento del 145% rispetto al livello registrato l’anno precedente.
Nel 2018 Pechino aveva annunciato al mondo un piano di spesa in big data, soluzioni cloud computing e progetti smart city da quasi 15 miliardi di dollari (100 miliardi di yuan) in cinque anni, grazie ad accordi presi con i maggiori gruppi bancari della nazione.
Nuova strategia big data e ampliamento rete nazionale data center
Una strategia nazionale di sostegno e crescita dell’economia digitale che è stata messa nero su bianco anche in occasione della presentazione del quattordicesimo piano quinquennale (2021-2025), in cui si stimava che l’industria cinese dei big data avrebbe superato i 3 trilioni di yuan di valore entro il 2025 (più o meno 480 milioni di dollari), con un tasso Cagr del +25%.
Un nuovo progetto, approvato in questi giorni dalla National Development and Reform Commission (NDRC), mira ora al potenziamento della capacità di calcolo nazionale, attraverso la costruzione di nuovi otto hub informatici e 10 nuovi cluster di data center.
Ulteriore obiettivo è lo spostamento di risorse informatiche e di dati dalla Cina orientale a quella occidentale per rilanciare crescita, ricerca, sviluppo e innovazione a tutti i livelli. Ma per far questo bisogna appunto disporre di maggiori quantità di dati e di più elevata capacità di calcolo ed elaborazione.
La nuova geografia del computing cinese
Secondo quanto riportato dall’agenzia Xinhua, gli hub nazionali ICT saranno realizzati nella regione di Pechino-Tianjin-Hebei, nel delta del fiume Yangtze, nella Greater Bay Area di Guandong-Hong Kong-Macao, nell’area economica di Chengdu-Chongquin, nella regione autonoma della Mongolia, nel Guizhou nella Cina sudoccidentale, nella provincia del Gansu e della regione autonoma di Ningxia Hui.
Per alimentare la nuova infrastruttura data center la Cina ha anche annunciato un aumento dell’efficienza energetica e l’utilizzo massiccio di fonti energetiche rinnovabili per aumentare i livelli di decarbonizzazione, soprattutto nelle province occidentali, ricche di terra e risorse naturali (quindi è molto probabile che si tratterà di un potenziamento degli impianti fotovoltaici, idroelettrici ed eolici).