La domanda di mobilità elettrica (o eMobility) in Cina sta crescendo rapidamente e durante lo scorso anno sono stati venduti 1,3 milioni di veicoli 100% a batteria e ibridi, con un incremento del 67% rispetto al 2017.
Un dato significativo sul mercato mondiale, si legge in un articolo pubblicato da weforum.ortg, il sito web ufficiale del World Economic Forum, perché a settembre 2018 a livello globale c’erano solo 4 milioni di veicoli elettrici in circolazione.
Mettendo a confronto le vendite di auto elettriche (e più in generale di veicoli elettrici) in Cina e negli Stati Uniti il distacco imposto dal grande Paese asiatico è netto.
Il sorpasso del dragone sugli Stati Uniti è avvenuto nel 2015 e fin da subito il dato cinese quasi doppiava quello americano.
Da lì in poi il distacco è cresciuto a dismisura e nel 2018 il dato cinese era pari a 1,25 milioni di auto elettriche vendute, mentre quello USA era di 361 mila.
Le auto elettriche rappresentano il 4% del mercato totale in Cina, contro il 3% in Europa e il 2% negli Stati Uniti. Pechino ha però annunciato, a dicembre dell’anno scorso, la volontà di raggiungere obiettivi ancora più sfidanti: portare le automobili elettriche al 10% del mercato nel 2019 e al 12% nel 2020.
Un trend e una politica nazionale che hanno attirato ovviamente investitori e imprese da tutto il mondo. In Cina non si ha un numero di auto elettriche per abitante particolarmente elevato come in Norvegia, ad esempio, ma comunque è il mercato che a livello mondiale cresce al tasso più veloce.
A gennaio il fondatore di Tesla, il celebre Elon Musk, annunciava l’avvio dei lavori per i nuovi impianti di fabbricazione di auto elettriche nella città di Shanghai, la Gigafactory 3, con l’obiettivo di produrre 500 mila veicoli elettrici all’anno, soprattutto Tesla Model 3 per il mercato cinese.
Secondo l’associazione cinese dei produttori di automobili, il target per il 2019 è di 1,6 milioni di veicoli elettrici da immettere sul mercato.
Ovviamente il clima di incertezza globale, il rallentamento della crescita economica, di molti Paesi industrializzati ed emergenti, unitamente alla guerra commerciale lanciata da Washington a Pechino, hanno determinato uno scossone anche nel settore automotive, con crolli della domanda in quasi tutti i principali mercati mondiali, Cina compresa.
In un contesto del genere, la diminuzione della domanda di auto a benzina e diesel (soprattutto quest’ultimo) e il parallelo aumento di quella di veicoli elettrici (anche micromobilità) ha subito spinto l’industria manifatturiera automobilistica a cambiare rotta verso l’eMobility in ogni sua forma.
Grazie alla mobilità eletrica non solo quindi sostenibilità e basso impatto ambientale, ma anche rilancio della crescita economica, dell’innovazione, della competitività, degli investimenti e dell’occupazione.