La Cina starebbe preparando il lancio di una propria moneta digitale di Stato, che potrebbe arrivare a strettissimo giro nei prossimi due o tre mesi. A confermare i rumors rilanciati in rete è stato Jack Lee, managing partner di HCM Investment, una società d’investimento sostenuta da Foxconn Technology Group.
La Cina, secondo Lee, ha sviluppato un quadro regolamentare denominato Digital Currency Electronic Payment (DCEP), che dovrebbe consentire alla banca centrale cinese di emettere una moneta digitale tramite banche commerciali e circuiti di pagamento terzi sul modello di Alipay e WeChat Pay.
In questo modo il sistema sarebbe già pronto, forse addirittura nel giro dei prossimi due o tre mesi come ha detto Lee alla CNBC non più tardi di ieri in occasione del Singapore FinTech Festival.
Peraltro, la Cina lavora ad una divisa virtuale da almeno 5 anni.
Il lancio della nuova divisa virtuale, secondo Lee, potrebbe partire sotto forma di sperimentazione e non per sostituire in maniera totale la moneta tradizionale.
HCM Capital ha investito in diverse startup specializzate in blockchain, secondo la Reuters. Fra i suoi finanziatori c’è anche il produttore taiwanese Foxconn, che tra l’altro ha investito anche nel fondo da 100 miliardi di dollari della giapponese Softbank, aggiunge la Reuters.
Diversi esperti hanno messo in guardia dal fatto che le divise virtuali potrebbero aumentare il rischio di frodi, in particolare riciclaggio e finanziamento al terrorismo. Ma sono molti i governi che non hanno trovato un modo di regolare questo spazio.
Secondo gli esperti, il lancio della moneta digitale cinese potrebbe spingere le autorità globali a decidere come vogliono utilizzare e regolare questa tecnologia.
Al di là delle questioni regolamentari, il possibile avvento delle monete virtuali solleverà questioni sul ruolo delle valute nazionali e delle banche centrali, questioni che anch’esse dovranno essere discusse a livello internazionale.
La Cina non è il solo paese che sta guardando al lancio di monete virtuali. In Svizzera, ad esempio, la banca centrale ha reso noto il mese scorso che sta lavorando con l’autorità di borsa per verificare l’utilizzo delle valute digitali per il trading.
Secondo altre fonti, la valuta digitale cinese avrebbe diverse similitudini con Libra, la moneta virtuale proposta da Facebook, e altre criptovalute come il Bitcoin.
Come queste forme di pagamento, la criptovaluta cinese sarà conservata in un wallet digitale. Diversamente dai sistemi esistenti, la Banca centrale cinese avrebbe la possibilità di seguire tutti i movimenti della valuta e di controllarne il trading.
Secondo alcuni osservatori, l’obiettivo del progetto sarebbe proteggere l’economia cinese in un periodo storico in cui nuovi sistemi di pagamento potrebbero consentire flussi illegali di denaro.
Secondo la Reuters, la Banca centrale di Pechino ha depositato i diritti su una cinquantina di brevetti connessi alla moneta digitale. E non è un segreto che le autorità cinesi abbiano criticato il progetto Libra di Facebook, considerato come una minaccia alla sovranità cinese e di altre economie in via di sviluppo.
Secondo Pechino, le criptovalute dovrebbero essere fornite soltanto dai governi e dalle banche centrali.