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La Cina contro le criptovalute: “Mettono a rischio l’ordine finanziario”

Non è ancora un divieto totale, ma poco ci manca. La Cina ha ufficialmente vietato agli Istituti finanziari del Paese e alle società di digital trading di offrire ogni tipo di servizio correlato alle transazioni in criptovalute.

Non è un reato possederne in Cina, ma non è accettato il loro libero utilizzo. L’annuncio è stato dato dai tre organi supremi del settore: National Internet Finance Association of China, la China Banking Association e la Payment and Clearing Association of China.

Ulteriori vincoli alle criptovalute in Cina

Recentemente i prezzi delle criptovalute sono saliti alle stelle, per poi rapidamente crollare, con il digital trading speculativo che ha colpito duramente sia le Istituzioni finanziarie, sia le proprietà delle singole persone, vilando l’ordine finanziario ed economico”, si legge nel comunicato ufficiale, che termine affermando: “Gli attuali contratti che prevedono transazioni in criptovaluta non sono protetti dalla legge”.

Una sentenza che ha non ha tardato a far sentire i propri effetti sul mercato delle criptovaluta, con il crollo del bitcoin del 7%.

L’invito è di non accettare e utilizzare criptovalute come pagamenti o nelle transazioni, di non effettuare servizio di cambio valuta digitale, di non condurre affari relativi a queste valute, di non procedere alle operazioni di registrazione e trading.

Si tratta di un mercato troppo volatile, dove “i token digitali non hanno alcun valore reale”, è scritto nel comunicato riportato dal South China Morning Post, con i prezzi facilmente manipolabili dall’esterno e dall’interno.

In particolare Pechino fa spesso riferimento al trading speculativo, cioè la compravendita di strumenti finanziari online (azioni, obbligazioni, futures), in cui a volte si fa fatica a distinguere tra investitori e speculatori. Il nuovo provvedimento finanziario contro le criptovalute mira a colpire questi ultimi.

Avanti con lo yuan digitale

Cina che ovviamente non è contraria alle valute digitali in generale, perché il progetto dello yuan digitale è già partito e la blockchain è considerata una tecnologia utile allo sviluppo dell’economia digitale di Stato.

Le criptovalute continueranno ad essere tollerate dal Governo cinese solo se utilizzate per investimenti nell’economia reale, non in trading speculativo. Ad esempio, potrebbero essere utilizzate per promuovere e sostenere il mercato fintech interno, per aumentare l’interesse dei cinesi verso la valuta digitale di Stato o Dcep (Digital Currency Electronic Payment), che dovrebbe consentire il superamento dello yuan e proporsi come valuta internazionale (soprattutto lungo la Nuova Via della Seta, sul modello del dollaro americano) e per attrarre altri investitori esteri.

Nelle ultime 24 ore tutte le principali criptovalute al mondo hanno segnato perdite, in alcuni casi a doppia cifra, come il Bitcoin che al momento registra un -9,7% (-28% nella settimana), ethereum un -14,2% (-30% nella settimana), binancecoin un -16% (-34% nella settimana), dogecoin -13%, litecoin -12,3%,  monero -18%.

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