California denuncia amministrazione Trump per violazione delle norme su emissioni delle automobili
02 mag 11:03 – (Agenzia Nova) – 17 Stati Usa a guida democratica e il Distretto della Columbia, guidati dalla California, hanno denunciato l’amministrazione del presidente Donald Trump per aver “allentato” i regolamenti relativi alle emissioni dei gas di scarico delle automobili. L’iniziativa, riferisce il quotidiano “New York Times”, che vuole contrastare la decisione dell’amministrazione di rendere meno severi gli standard, rischia di dividere in due il mercato automobilistico del paese. Una bozza di proposta di legge intende congelare i requisiti dei livelli di efficienza dei carburanti del 2020 fino al 2026, abrogando cosi’ le attuali norme che innalzerebbero progressivamente gli standard per i prossimi dieci anni. La proposta, che non e’ definitiva, vieterebbe alla California di decidere autonomamente i suoi standard di efficienza dei veicoli. Proprio le soglie dettate dalla California hanno indotto i costruttori di automobili a produrre veicoli con carburanti piu’ efficienti per poter accedere al vasto mercato dello Stato. L’attuale legge, varata dall’amministrazione di Barack Obama, mirava ad innalzare la media di risparmio di carburante delle automobili statunitensi a oltre 50 miglia a gallone entro il 2025. La denuncia, depositata presso la Corte d’appello del Distretto della Columbia, sostiene che l’Agenzia per la protezione dell’ambiente (Epa) violerebbe la Clean Air Act (legge sull’aria pulita).
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Usa-Corea del Nord, Trump: luogo e data del summit verranno annunciati nei prossimi giorni
02 mag 11:03 – (Agenzia Nova) – Il luogo e la data dell’attesissimo summit tra i leader di Stati Uniti e Corea del Sud verranno annunciati “nei prossimi giorni”. Lo ha dichiarato il presidente Usa, Donald Trump, nella giornata di ieri, riferendosi allo storico incontro previsto entro l’inizio del mese di giugno. “Stiamo organizzando gli incontri in questo momento, e penso che entro i prossimi giorni potremo annunciare luogo e data”, ha detto Trump nel corso di una conferenza alla Casa Bianca. Stando a una fonte citata dall’emittente Cnn, il presidente sudcoreano, Moon Jae-in, avrebbe convinto il leader nordcoreano Kim Jong-un a incontrare Trump presso il villaggio di Panmunjom, lungo il confine demilitarizzato tra le due Coree, dove si e’ tenuto anche il summit inter-coreano di venerdi’ 27 aprile. Stando alla fonte, e’ “altamente probabile” che il summit si tenga in quella sede, con alcuni eventi simbolici sul lato nordcoreano della linea di demarcazione. Domenica Trump aveva citato proprio Panmunjom, oppure Singapore, come possibili sedi dello storico incontro con Kim. “Stiamo valutando diversi paesi, incluso Singapore. Stiamo anche soppesando la possibilita’ (di tenere l’incontro) presso la Casa della Pace (a Panmunjom)”, ha detto Trump domenica, durante una conferenza stampa congiunta con il presidente nigeriano Muhammadu Buhari, in visita ufficiale a Washington. Trump ha sottolineato che tenere il summit al confine tra le due Coree avrebbe un significato simbolico che mancherebbe invece ad altri luoghi. Trump aveva pianificato una visita al confine militarizzato tra le due Coree lo scorso novembre, nel pieno delle tensioni con il Nord seguite ai test balistici e nucleari di Pyongyang, ma aveva dovuto rinunciare a causa del maltempo.
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Messico, pressing degli imprenditori per un fronte unico contro il favorito Lopez Obrador
02 mag 11:03 – (Agenzia Nova) – Gli imprenditori messicani, intimoriti da possibili chiusure al settore privato, chiedono ai contendenti delle presidenziali di unire i loro sforzi contro il candidato favorito Andres Manuel Lopez Obrador. Lo scrive il quotidiano “El Financiero” citando le dichiarazioni di Javier Lozano, portavoce della campagna elettorale del candidato governativo Jose’ Antonio Meade. Il settore vorrebbe che tanto Meade quanto l’indipendente Margarita Zavala declinassero in favore del conservatore Ricardo Anaya, il nome al momento meno distante nei sondaggi da Lopez Obrador. “Nel settore imprenditoriale c’e’ una pressione molto grande perche’ tanto Margarita quanto Meade dicano ‘vada avanti lei, don Ricardo Anaya’” ha detto Lozano scartando pero’ l’ipotesi di una rinuncia: “Non e’ il caso, siamo appena a un terzo del tragitto”, ha sottolineato il portavoce di Meade ricordando che le urne si apriranno il 1 luglio. Sulla stessa lunghezza d’onda il portavoce di Zavala, Jorge Camacho: “da quando abbiamo iniziato la campagna elettorale riceviamo molta pressione. Da parte degli imprenditori, piu’ che una pressione, c’e’ stato un invito alla riflessione. Non posso dare nomi, ma ci sono imprenditori che sperano si rafforzi una candidatura unica contro Lopez Obrador”. Era stato lo stesso Anaya, lunedi’, a chiedere agli elettori di optare per il “voto utile” in grado di sconfiggere il leader del Movimento di rigenerazione nazionale (Morena). Ma le distanze politiche tra Anaya e Meade sono ancora molto profonde. “Non puo’ esserci un voto utile per una persona inutile” ha detto il portavoce di Meade. Il timore degli imprenditori, tema che e’ anche al centro del dibattito politico messicano, e’ legato alle promesse di Lopez Obrador di combattere la corruzione rivedendo tra l’altro i contratti stretti con i privati.
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Catalogna, Puigdemont convoca deputati JxCat in Germania
02 mag 11:03 – (Agenzia Nova) – Il leader di Junts per Catalunya (JxCat), l’ex presidente della Generalitat catalana Carles Puigdemont, ha convocato i deputati del gruppo parlamentare per un incontro previsto per sabato 5 maggio in Germania. Lo riferiscono i quotidiani “La Vanguardia” ed “El Pais” che ricordano come la riunione avra’ luogo in seguito alla sessione plenaria del Parlamento che iniziera’ giovedi’ 3 maggio e si concludera’ venerdi’ 4 maggio. Durante la sessione, il movimento indipendentista sara’ chiamato ad approvare la riforma della legge della Presidenza per consentire un’investitura telematica. La Corte costituzionale spagnola ha gia’ avvertito l’Ufficio parlamentare della possibilita’ di incappare nel reato di disobbedienza nel caso in cui Carles Puigdemont venisse rieletto con tale procedura. La ragione dell’incontro convocato da Puigdemont questo fine settimana a Berlino potrebbe essere percio’ proprio quella di annunciare chi sara’ il prossimo candidato, cosi’ da eliminare la possibilita’ di andare a nuove elezioni e porre fine all’applicazione dell’articolo 155 della Costituzione spagnola da parte del governo di Madrid.
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Gran Bretagna, il governo fa marcia indietro ed ora e’ pronto a decretare la fine del segreto nei paradisi fiscali
02 mag 11:03 – (Agenzia Nova) – I paradisi fiscali che battono bandiera britannica dovranno porre fine al segreto che finora ha protetto sugli intestatari delle societa’ off-shore: lo scrive in particolare il quotidiano “The Guardian”, riferendo come il governo di Londra e’ stato costretto a questo voltafaccia da un emendamento alla legge sul riciclaggio, che era stato inizialmente presentato dal Partito laborista di opposizione ma che poi aveva ricevuto l’appoggio anche da parte di venti deputati conservatori ribelli, tra cui alcuni ex ministri, da parte del Partito liberal-demoratico e del Partito nazionale scozzese. Entro il 2020 dunque 14 territori d’oltremare controllati dalla Gran Bretagna, tra i quali figurano alcuni dei piu’ “famigerati” paradisi fiscali come le Isole Vergini Britanniche o le Isole Cayman Britanniche, dovranno istituire un pubblico registro in cui siano annotati i veri proprietari nascosti dietro il paravento delle societa’ off-shore che troppo spesso sono uno strumento per evadere il fisco o riciclare denaro sporco: in caso contrario, sara’ lo stesso governo di Londra ad intervenire ed a farlo per conto loro. Il sottosegretario agli Esteri Sir Alan Duncan ieri martedi’ 1° maggio ha annunciato che il governo si piega alla “maggioranza di opinioni prevalenti alla Camera dei Comuni” e non si opporra’ piu’ all’approvazione dell’emendamento firmato congiuntamente dalla deputata laborista Margaret Hodge e dal conservatore Andrew Mitchell. Le nuove regole non si applicano alle dipendenze della Corona d’Inghilterra come l’Isola di Man o le Isole del Canale (Jersey e Guernsey), per le quali il Parlamento britannico non ha l’autorita’ necessaria; anche se la promotrice dell’emendamento, Margaret Hodge, si dice convinta che ora il governo di Londra potra’ esercitare una forte “persuasione morale” perche’ anche le dipendenza della Corona adottino gli stessi “standard etici e di trasparenza”. Le nuove disposizioni tuttavia, rileva il “Guardian”, sono state male accolte dai rappresentanti dei territori britannici d’oltremare: il premier delle Isole Vergini Britanniche, Orlando Smith, ha protestato dicendo che l’emendamento “tradisce la fiducia ed i diritti costituzionali del popolo” dell’arcipelago caraibico e “mette a rischio le nostre stesse relazioni con il Regno Unito”. C’e’ anche il rischio, come scrive il “Guardian” riferendo l’opinione di alcuni deputati contrari all’emendamento approvato, che le nuove regole siano inefficaci: “Il flusso di denaro sporco”, ha avvertito il conservatore Geoffrey Cox, “semplicemente si spostera’ in qualche altro posto oscuro”, posti dove il segreto bancario e sulle proprieta’ viene ancora tutelato.
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La Gran Bretagna lancia un sistema di satelliti rivale del programma di navigazione Ue Galileo
02 mag 11:03 – (Agenzia Nova) – Il primo ministro britannico, Theresa May, ha fatto sapere di esser pronta ad avviare un programma per la costruzione di un sistema di satelliti che rivaleggi con il programma di navigazione Galileo promosso dall’Unione Europea: lo scrive il quotidiano inglese “The Times”; il quale collega la decisione alla crescente rabbia del governo britannico per la minaccia dell’Ue di tagliar fuori la Gran Bretagna, a causa della Brexit, dalle parti piu’ “sensibili” del programma satellitare Galileo che in futuro dovrebbe fare concorrenza all’attuale sistema Global Positioning System (Gps) controllato dagli Stati Uniti. La Commissione europea, spiega il “Times”, sostiene infatti che, per questioni di sicurezza, dopo la Brexit la Gran Bretagna non sarebbe piu’ degna di fiducia nella condivisione dei dati piu’ sensibili che sono alla base del programma: in pratica, si stratta della banda criptata dei segnali satellitari che potrebbe essere utilizzata a fini militari; e questo nonostante il fatto che la gran parte di quei sistemi informatici sono stati sviluppati proprio da aziende britanniche. L’atteggiamento di Bruxelles sulla questione, scrive il giornale, potrebbe essere semplicemente uno strumento di pressione sul governo di Londra nel piu’ vasto ambito delle complicate trattative sul divorzio della Gran Bretagna dall’Unione Europea: ma intanto uno studio ha calcolato che se effettivamente le aziende britanniche venissero escluse dal programma Galileo cio’ costerebbe loro miliardi di mancati introiti. Ieri martedi’ 1° maggio dunque la premier May ha deciso di alzare la voce: l’Agenzia spaziale britannica, ha minacciato, ora potrebbe avviare un suo proprio sistema di navigazione satellitare, in grado di rivaleggiare sia con il Galileo europeo che con il Gps statunitense, utilizzando come rete globale di infrastrutture terrestri i territori d’oltremare britannici ed usufruendo dello stesso livello di finanziamento che la Gran Bretagna si era finora impegnata a profondere nel programma comune europeo; senza contare che il Regno Unito potrebbe chiedere all’Ue la restituzione dei 1,4 miliardi di sterline (oltre 1,58 miliardi di euro) gia’ investiti dall’avvio del programma Galileo nel 2003.
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Francia, scontri a Parigi durante la manifestazione del Primo maggio
02 mag 11:03 – (Agenzia Nova) – Ieri in occasione della festa del Primo maggio si sono tenute manifestazioni nelle principali citta’ della Francia. “Le Figaro” scrive che “Parigi e’ bruciata”, in riferimento ai violenti scontri che si sono verificati nella capitale francese, dove 1.200 black bloc si sono scontrati con le forze dell’ordine. I “professionisti del caos” hanno saccheggiato un Mac Donald e distrutto diverse vetrine. Per i disordini, la prefettura e’ stata costretta a deviare il percorso inizialmente previsto. “Les Echos” sottolinea che non c’e’ stata una “convergenza” sindacale, visto che la Cgt aveva chiesto alle altre sigle di sfilare in strada insieme ma all’appello ha risposto solo Solidaires. “Non capisco, mentre ci sono molte lotte unitarie in tutto il paese, a livello di confederazioni non riusciamo a mettere da parte e nostre differenze per lavorare su quello ce ci unisce” ha detto Philippe Martinez, segretario generale della Cgt. In totale, le manifestazioni hanno visto la partecipazione di 143.500 persone secondo i dati forniti dal Ministero dell’Interno. Per il 5 maggio e’ prevista la manifestazione “Festa a Macron” organizzata dal partito di sinistra radicale, la France Insoumise.
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Francia, il presidente Macron in Nuova Caledonia a sei mesi dal referendum sull’indipendenza
02 mag 11:03 – (Agenzia Nova) – Dal 3 al 5 maggio il presidente francese, Emmanuel Macron, sara’ in visita nella Nuova Caledonia. Lo riporta “Les Echos”, ricordando che il viaggio e’ stato preparato con una “cura particolare” dall’Eliseo. Il 4 novembre gli abitanti della Nuova Caledonia saranno chiamati alle urne per un referendum sull’indipendenza. Per evitare disordini, il governo sperimentera’ la nuova polizia di sicurezza del quotidiano. “Lo Stato vuole rassicurare sul fatto che non tollerera’ nessun disordine legato al referendum” fanno sapere fonti vicine all’Eliseo. L’obiettivo e’ quello di “perfezionare” il lungo processo di riconciliazione cominciato dopo la crisi e l’accordo di Noumea firmato venti anni fa. Il presidente francese non prendera’ posizione in merito al voto, ma compira’ un gesto simbolico “molto forte” restituendo l’atto scritto unilateralmente da Napoleone III nel 1853 in cui si attesta l’acquisizione del territorio da parte di Parigi. Un documento storico, che la Nuova Caledonia richiede da anni. Al termine del soggiorno e’ previsto un discorso di Macron. Il capo di Stato francese puntera’ sullo sviluppo economico parlando delle prospettive future, per questo incontrera’ i rappresentanti locali dell’isola.
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Energie rinnovabili, una start-up genera bio-metano per elettrolisi
02 mag 11:03 – (Agenzia Nova) – Il microbiologo Doris Hafenbradl cura il progetto di un bioreattore da 10 litri. Si tratta di un sistema che potrebbe cambiare il settore energetico: converte l’elettricita’ in gas, rendendola immagazzinabile e trasportabile. Nel 2017 sono stati prodotti 654 miliardi di chilowattora di elettricita’ in Germania, un terzo da energie rinnovabili: energia eolica e idroelettrica, biomassa, energia solare da fotovoltaico. Nel 2050, questa quota di consumo dovrebbe essere del 60 per cento, o almeno questo e’ l’obiettivo climatico tedesco. Ma vento, acqua e sole non possono essere controllati, se necessario. Se piu’ energia viene immessa nella rete rispetto a quella recuperata, l’elettricita’ dovrebbe essere immagazzinata. Se il tempo non e’ buono e viene prodotta poca energia, gli operatori di rete dovrebbero attingere all’energia immagazzinata. Almeno questa e’ la teoria. Quando la produzione e’ alta il surplus viene venduto all’estero, con perdite talvolta considerevoli. Al contrario, gli operatori di rete tedeschi acquistano energia elettrica in Europa se la produzione locale non e’ sufficiente a soddisfare la domanda. Queste sovraccapacita’ e sottocapacita’ in futuro potrebbero essere compensate con le tecnologie Power-to-X. Nel processo l’acqua viene divisa per elettrolisi in idrogeno e ossigeno. L’idrogeno, combinato con anidride carbonica, produce un gas sintetico: il metano. Come nel caso del gas naturale, i consumatori possono anche impiegarlo per riscaldare le case, alimentare automobili e colmare le carenze di energia elettrica. Se l’elettricita’ proviene da energie rinnovabili, la tecnologia e’ neutrale dal punto di vista climatico. Tale processo viene effettuato dalla Electrochaea, una start-up di Planegg, nel distretto di Monaco, con un team di biologi, ingegneri e chimici, per un totale di 17 dipendenti in loco piu’ altri tre che lavorano a un reattore di ricerca in Danimarca, tramite una filiale aziendale. “Non costruiamo alcuna batteria, ma offriamo una tecnologia che consente lo stoccaggio”, afferma Markus Forstmeier, responsabile dello sviluppo del business di Electrochaea. E ci sono circa 50 impianti di stoccaggio sotterraneo di gas nella Repubblica, che possono immagazzinare 24 miliardi di metri cubi standard di gas. Secondo il parere di Forstmeier cio’ e’ sufficiente per la domanda tedesca. Lo scambio internazionale funzionerebbe anche attraverso la rete del gas. Anche Michael Specht, un esperto di energia elettrica presso il Centro per la ricerca sull’energia solare e l’idrogeno Zsw, e’ dello stesso parere. Anche il suo istituto sta facendo ricerca per la tecnologia di conversione e ha supportato la casa automobilistica Audi nella creazione di un impianto industriale di produzione di energia. “In Germania ci sono molte fonti praticamente ovunque, quindi potremmo costruire i nostri bioreattori Power-to-Gas in ogni regione”, afferma Forstmeier. Anche nei comuni che vogliono attuare i propri obiettivi climatici. A Pfaffenhofen, citta’ dell’alta Baviera, si genera gia’ il 70 per cento dell’energia elettrica da fonti rinnovabili. Ora la citta’ sul fiume Ilm e’ la prima in Germania ad avere un proprio impianto di produzione di gas naturale da Electrochaea. L’elettricita’ proviene dai parchi eolici e solari della cooperativa energetica dei cittadini. Con il bio-metano, Pfaffenhofen puo’ alimentare tutti i suoi autobus urbani o 250 auto a gas. Tuttavia, affinche’ la tecnologia abbia successo nel mercato la politica deve muoversi. Markus Forstmeier chiede nuove regole per promuovere l’eliminazione dell’anidride e non bloccare lo stoccaggio di energia.
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Germania, circa un miliardo di euro per le compagnie produttrici di energia nucleare
02 mag 11:03 – (Agenzia Nova) – La Corte costituzionale tedesca ha concesso circa un anno e mezzo fa un parziale risarcimento alle compagnie del comparto nucleare civile come parziale compensazione per la decisione assunta dalla politica nel 201 di abbandonare gradualmente l’atomo. Il ministero federale dell’Ambiente ha presentato lunedi’ scorso una proposta per la concreta attuazione del pronunciamento. In sostanza,la compensazione verrebbe stanziata ai due gruppi Rwe e Vattenfall a tranche sino all’anno 2023. Il Ministero ritiene che l’onere economico non dovrebbe superare il miliardo di euro. L’ultima centrale nucleare tedesca dovrebbe essere dismessa entro il 31 dicembre 2022 al piu’ tardi. Fino ad allora, le societa’ non saranno in grado di produrre per intero la quota di generazione garantita loro dalla legge sull’energia atomica del 2002. Il risarcimento dovrebbe andare a coprire proprio questi mancati profitti. Sono interessate le centrali elettriche Muelheim-Kaerlich (Rwe) e Kruemmel e Brunsbuettel (Vattenfall). La compensazione era in realta’ l’ultima alternativa. La Corte costituzionale aveva infatti individuato due soluzioni possibili: oltre all’estensione del termine per la dismissione degli impianti, le societa’ potrebbero vendere i loro diritti di produzione di energia nucleare alle concorrenti E.on e EnBw. Le associazioni ambientaliste trovano che il risarcimento sia “troppo alto” e chiedono un immediato bando alla trasmissione di energia elettrica nucleare per garantire la chiusura piu’ rapida possibile di tutte le centrali. La deputata dei Verdi Sylvia Kotting-Uhl, presidente della commissione per l’Ambiente, ha dichiarato: “Qualsiasi compensazione finanziaria e’ migliore delle estensioni della vita delle singole centrali nucleari”.
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