La storia della Cattedrale di Praga, inizia dalle prime pietre posate nel X secolo e finisce con la consacrazione del 1929. Questa fabbrica ha forgiato mille anni di storie di chi vi ha lavorato: scalpellini, capimastri, decoratori… un’oralità che però, forse, non conosceremo mai.
Ci sembra una bella coincidenza che la summa di questi secoli di anonimato ci venga da Franz Kafka. Nel “Processo”, sappiamo che la Cattedrale a cui dedica un capitolo è quella della sua città, anche se non lo dice. Stessa sorte tocca al protagonista: un certo signor “Joseph K” che deve mostrare la chiesa a un italiano e così ripassa le poche parole che conosceva…
Speriamo che tra queste non abbia dimenticato disegno, architettura, prospettiva: mattoni linguistici che non possono mancare nel vocabolario di chi si trova a spiegare architravi e cupole a un cittadino del bel Paese. Anche lui rimane senza nome nella penna di Kafka, ma è pur sempre successore di Leon Battista Alberti, Brunelleschi e Carlo Scarpa. Ci fermiamo qui: la lista dei non-anonimi architetti potrebbe allungarsi all’infinito…