Non bastavano i danni provocati dalla delocalizzazione selvaggia, dalle gare al massimo ribasso, dal dumping: a mettere a rischio l’occupazione nei call center potrebbe contribuire anche il Jobs Act, il piano di riforme del governo Renzi su contratti di lavoro, ammortizzatori sociali, pensioni e turnover.
È questo l’allarme lanciato da Assocontact, l’associazione delle imprese di contact center in outsourcing aderente a Confindustria Digitale, secondo cui la possibile eliminazione dei contratti di lavoro para-subordinati prevista nei decreti attuativi del Job Acts “produrrebbe immediatamente pesanti conseguenze occupazionali in diversi settori industriali fra i quali quello dei contact center”.
Il settore dei call center – tra inbound e outbound – occupa circa 80.000 persone (il 63% dei quali al Sud) per un giro di affari di 1,3 miliardi di euro.
La metà degli addetti alla gestione dei servizi di vendita telefonica è occupato presso imprese aderenti ad Assocontact ed è stato assunto con contratti atipici per via “del modello di business e delle caratteristiche di tale attività, legata a commesse di breve durata e remunerate a fronte di risultati ottenuti”.
L’allarme occupazione, quindi, non riguarda solo i lavoratori dei call center – un comparto già in forte difficoltà anche per altri motivi – ma anche altre 40 mila persone che operano nelle attività di ricerche mercato e recupero crediti, per un totale di 80 mila posti di lavoro a rischio.
Assocontact ricorda come tali attività siano “regolate da un importante accordo sindacale nazionale sottoscritto nell’agosto 2013 in ottemperanza delle indicazioni di legge emanate dall’allora Ministro del Lavoro Fornero”.
Pure affermando di “sostenere e apprezzare l’azione di riforme intrapresa dal Governo” e di condividere “la necessità di rivedere le politiche attive del lavoro”, Assocontact spiega di stare seguendo “…con crescente preoccupazione le notizie e le anticipazioni che appaiono in questi giorni sui media”
Per questo, Assocontact chiede al Governo di tenere conto “…delle necessarie peculiarità di questi settori, al fine del mantenimento dell’occupazione e del reddito dei lavoratori in essi occupati”.