Il Ceo di Sky Group Jeremy Darrock lancia l’allarme Internet, fra fake news, attacchi hacker, concorrenza sleale ai danni del settore media tradizionale, trattamenti fiscali di favore, questioni di privacy, e mette in guardia dallo “tsunami di danni” della Rete attaccando frontalmente i giganti del web. Senza fare nomi, ma il riferimento fra le righe a Google, Facebook & Co e alla mancanza di regole online e di un ‘level play field’ con il mercato dei media tradizionali è chiaro, il Ceo di Sky Group chiede regole all’Unione Europea per rendere Internet un luogo più sicuro e responsabile, perché “ci sono forti dubbi sulla veridicità sulla sicurezza e sulla legalità” dei contenuti online. Senza dimenticare la questione delle tasse, eluse dai giganti del web made in Usa, a fronte di un quadro regolatorio dei media che, a queste condizioni, penalizza l’attività di grandi player tradizionali, come appunto Sky.
L’attacco di Jeremy Darroch è arrivato oggi alla conferenza Audiovisual Content, Technology and Policy a Tallinn, dove i principali player del mercato audiovisivo europeo si confrontano, oggi e domani, per offrire una visione più ampia del settore in base alle misure disposte dal Audiovisual Media Services Directive e affrontare temi – come analisi dei big data, nuove tecnologie per lo storytelling ecc – che stanno influenzando la nostra cultura a tutti i livelli.
Un attacco che arriva a pochi giorni dalla decisione di grossi brand come Adidas, Mars e Lidl di tagliare la pubblicità su Youtube (Google) dopo la scoperta di commenti predatori sotto dei video per bambini.
Fake news e estremismi
“La nostra società e la nostra industria affrontano uno tsunami di danni online dalle fake news, agli estremismi, dal furto di identità al furto dei contenuti. Tutti stiamo lottando per trovare un percorso attraverso uno scenario internet in gran parte senza legge”, attacca Darrock.
Televisione standard di riferimento
“In un momento in cui si pongono questioni serie sulla veridicità, la sicurezza e la legalità di gran parte dei contenuti che si trovano su Internet, la televisione rimane lo standard di riferimento in termini di responsabilità”, ha detto Darrock. Per quanto riguarda la televisione, “Il rispetto delle regole non è un onore ma un marchio di qualità e fiducia. E la trasparenza su chi produce e finanzia le nostre notizie è una parte fondamentale di una società aperta e di tradizioni europee – prosegue Darrock – Tutt’altro discorso invece vale per le piattaforme online globali con le loro click bait, bot e fake news, dove non c’è regolamentazione, nessuna responsabilità e poca trasparenza. Vediamo sempre più i nostri contenuti attentamente regolamentati e i nostri servizi socialmente responsabili apparire sugli stessi dispositivi e schermi al fianco di contenuti completamente gratuiti non regolamentati. Questo non è un bene per i nostri clienti, non lo è per il nostro settore e tanto meno per la nostra società. Una volta lo schermo televisivo era uno spazio sicuro. Oggi non lo è più”.
Serve una strategia per la sicurezza informatica nella Ue
“Ora nell’UE abbiamo la possibilità di dare un esempio al mondo e rendere Internet un posto più sicuro e responsabile invece che una giungla selvaggia, come è stato recentemente definito dalla Commissione Europea. La strategia del mercato unico digitale è un’iniziativa lodevole, ma ora c’è bisogno di una strategia per il mercato della sicurezza informatica”, ha detto.
Appello a Bruxelles, serve un ‘level playing field’
Un appello al Vecchio Continente per prendere in mano la situazione. “Un’Europa sicura di sé è in grado di prendere l’iniziativa e creare un nuovo quadro che generi fiducia, promuova la trasparenza e ristabilisca la giustizia nell’era digitale. I creatori di contenuti guardano all’Europa affinché questa si assuma questo ruolo di leader, ma lo stesso fanno anche gli altri Paesi. Il mondo andrà nella stessa direzione dell’Europa e i consumatori, Internet e l’economia creativa dipendono da questo”.
Concorrenza e questione fisco
“Quando pagare le tasse, assumere personale e rispettare la legge sono svantaggi concorrenziali, allora abbiamo un problema”. Aggiunge il Ceo di Sky Group, che richiama il regolatore a fissare un quadro normativo equo e nuovo, che includa i giganti del web sotto le stesse condizioni di altri player nel settore dei media. “Non devo essere io a dirvi che il futuro della nostra economia e della nostra società è a rischio se lasciamo condizioni di ineguaglianza in materia di concorrenza”, aggiunge Darrock.
Big della rete sempre più influenti
“Non molti anni fa, le aziende internet erano piccole e piuttosto poco influenti. Oggi sono alcune delle più grandi aziende del pianeta con una portata e una scala di risorse finanziarie che superano di gran lunga quelle delle precedenti aziende media e di comunicazione. Siamo regolamentati a causa del nostro impatto sulla società, eppure, oggi, il loro impatto sulla società è verosimilmente molto maggiore”, dice Darrock.
Il futuro di Sky
Il futuro di Sky come azienda indipendente è incerto al momento. L’offerta di acquisto del rimanente 61% da parte di 21st Century Fox per 11,7 miliardi di sterline è sotto esame da parte delle autorità antitrust e di borsa. Rupert Murdoch e i suoi figli James e Lachlan, che controllano Fox, hanno dichiarato che una delle ragioni per cui l’operazione deve ottenere il disco verde dalle autorità è che i giganti del web come Google e Facebook hanno rimodellato il panorama dei media e sono molto più potenti e ricchi dei fornitori tradizionali di news. E’ anche per questo che Darroch chiede a gran voce un “level playing field” perché i broadcaster tradizionali possano competere ad armi pari con i colossi del web.