Secondo quanto riferito dalla Reuters, l’FBI sta indagando su una nota azienda israeliana collegata all’hacking di Jeff Bezos.
L’azienda in questione è NSO Group, collegata sin da subito responsabile della creazione dello spyware che ha infettato l’iPhone X dell’uomo più ricco del mondo.
Il rapporto dell’indagine forense riguardo lo scandalo di spionaggio Bezos- bin Salman, aveva già indicato il produttore dello spyware Pegasus, la NSO Group appunto, come principale responsabile, insieme all’italiana Memento Labs ( ex Hacking Team). Entrambe le società hanno negato un loro coinvolgimento.
L’hack di Bezos
La notizia di un’indagine dell’FBI sulla società segue le notizie secondo cui l’iPhone del CEO di Amazon Jeff Bezos è stato violato dal principe ereditario saudita Mohammed bin Salman.
I due uomini stavano scambiando una conversazione “apparentemente amichevole” su WhatsApp quando, il primo maggio del 2018, è stato inviato il video contenente lo spyware.
Il virus avrebbe quindi sottratto una grande quantità di dati dal telefono di Bezos per ore, ma, al momento, nessuno è a conoscenza di cosa sia stato rubato né che uso ne sia stato fatto.
Lo scandalo però ha gettato nuove ombre sul caso del giornalista Khashoggi, ucciso nel consolato saudita di Istanbul nell’ottobre 2018, cinque mesi dopo il presunto hackeraggio del telefono dell’editore del Washington.
La cybersecurity troppo importante
Il presunto hack saudita del fondatore di Amazon, proprietario del Washington Post e attualmente persona più ricca al mondo, offre molte informazioni sulla natura del potere in un’era di profondi cambiamenti tecnologici.
L’hack Bezos sta dimostrando che la politica, la privacy e gli affari internazionali sono sempre più permeati dal mondo della sicurezza informatica. Dove finiremo?
Questo evento sta evidenziando una nuova gerarchia globale, in cui gli hacker governano il mondo e le fonti di potere tradizionali sono sempre più irrilevanti?