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Iva su eBook, la Ue cerca una posizione comune

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Incontro informale oggi a Torino dei Ministri europei della Cultura. Dario Franceschini rilancia sull’Iva per gli eBook: ‘Al lavoro per cancellare la disparità’.

Grande attenzione dell’industria per questa giornata che ha visto riuniti a Torino i 28 Ministri europei della Cultura, presieduti da Dario Franceschini. Un incontro informale alla Reggia di Venaria (documento disponibile a piè di pagina) in vista del vertice del prossimo 25 novembre.

Un appuntamento che rientra tra quelli previsti per il semestre di presidenza italiana dell’Europa.

La città per l’occasione si è ‘vestita’ di blu: dalla facciata del comune ai portici, agli sfondi dei principali palazzi e moltissimi dei musei torinesi saranno aperti fino a tardi per la ‘Notte blu’.

Questa mattina si è svolta anche la cerimonia di consegna di 82 monete greche antiche (79 in argento e 3 in bronzo), saccheggiate nel Nord della Grecia e recuperate in Veneto nel 2008 dal reparto Tutela patrimonio culturale dei Carabinieri in collaborazione con la polizia di Atene. Il Ministro Franceschini, assieme al comandante dei Carabinieri, gen. Mariano Mossa, ha consegnato importanti reperti archeologici al suo collega greco Costantinos Tassoulas, che gli ha regalato un cofanetto contenente la riproduzione di 4 monete greche provenienti da altrettanti siti archeologici.

eBook, verso posizione comune

Argomento centrale di questo vertice informale è stato fare in modo, come ha sottolineato il Ministro Franceschini, che l’investimento nella cultura diventi uno dei pilastri delle nuove strategie in vista di Europa 2020. Occhio anche su eBook sul quale ieri è intervenuto l’on. Antonio Palmieri di Forza Italia, per ribadire con forza la necessità che l’Iva venga allineata a quella dei libri cartacei, quindi al 4%.

Franceschini al momento dell’approvazione del Decreto Legge Cultura aveva infatti assicurato che la questione sarebbe stata affrontata nel semestre di presidenza italiana della Ue e intende mantenere la promessa.

In un’intervista a ‘La Stampa’, Franceschini ha detto senza mezzi termini: “E’ una cosa assurda: fa ridere considerare il libro elettronico come fosse un supporto informatico”. L’Iva applicata sugli eBook è, infatti, del 22% perché viene considerato come un videogioco.

Il Ministro ha poi aggiunto: “Chiederemo ai colleghi l’impegno a superare questo stato di cose per portare al vertice europeo di novembre una posizione comune e cancellare la disparità. Abbiamo valutato varie opzioni, tenendo presente anche lo specifico del contesto italiano, nel quale non si può portare l’Iva dal 22 al 4% perché l’aliquota del 4% è già in deroga rispetto all’Europa. Si potrebbe al limite pensare di portarla al 5%, ma riteniamo ragionevole ipotizzare di portarla all’aliquota superiore, quella del 10%. Abbiamo però deciso di non farlo – ha sottolineato Franceschini– perché al momento non vogliamo seguire la strada di Francia e Lussemburgo e andare incontro alla procedura di infrazione”.

Cultura, pilastro fondamentale delle strategie Ue

Riguardo all’incontro informale di oggi, Franceschini ha commentato: “Ci sono molti temi su cui è importante trovare una sintonia di fondo. Per l’Italia come per l’Europa un investimento sulla cultura e sull’industria creativa significa credere in una carta fondamentale per lo sviluppo, per la crescita e per l’occupazione”.

“Quindi la cultura – ha aggiunto – non è più soltanto un problema, sacrosanto, di tutela, ma è anche un problema di investimento sul futuro. Questa consapevolezza sta emergendo – ha precisato – sia negli incontri bilaterali che ho avuto, sia nel Consiglio dei ministri europeo di maggio, ultimo della presidenza greca. E vorremmo davvero – ha concluso Franceschini – soprattutto in previsione di Europa 2020, far diventare la cultura uno dei pilastri fondamentali delle nuove strategie europee”.

Tra i temi trattati dai Ministri europei: la trasversalità delle politiche culturali e la revisione della strategia europea 2020 e i nuovi modelli di governance del patrimonio culturale materiale, immateriale, digitale condivisi fra enti pubblici, privati e società civile oltre a un focus sul diritto d’autore.

Audiovisivo, garantire l’eccezione culturale

Il documento di fondo sul quale si sono confrontati i Ministri a Torino contiene preziose indicazioni su quelle che potrebbero essere le prossime mosse della Ue.

La cultura, si legge nel documento, riveste un ruolo molto trasversale e richiede la ridefinizione di alcuni obiettivi, maggiori sinergie e collaborazione con diversi settori anche a livello di governance.

Centrale ovviamente il mercato audiovisivo, come ha anche recentemente ribadito il Commissario Ue alla Digital Agenda, Neelie Kroes, in occasione dell’IBC di Amsterdam.

Il previsto trasferimento di competenze dalla Direzione Generale EAC alla DG Comunicazione della Commissione Ue non significa, si spiega, che l’audiovisivo non è più da considerarsi come parte integrante del settore cultura. Al contrario questa misura dovrebbe aumentare ancora di più il coordinamento delle politiche interne e promuovere l’integrazione culturale.

L’Europa dovrebbe sostenere la sua tradizione di produzione di film di qualità, apprezzati in tutto il mondo.

Uno strumento per realizzare tutto ciò, si osserva nel documento, è garantire l’eccezione culturale nei negoziati con i Paesi terzi.

Nodi da sciogliere

 

Oggi quando si parla di film non si può più pensare solo al cinema tradizionale ma anche alle nuove opportunità offerte dal digitale.

Questo implica nuovo pubblico ma, allo stesso, tempo le ultime tecnologie come l’Alta Definizione o il 3D richiedono grandi sale e attrezzatture speciali.

Le questioni da affrontare con urgenza sono: tutela della proprietà intellettuale, lotta alla pirateria, quadro fiscale equo.

Le disposizioni Ue per il settore audiovisivo, incluso l’uso di contenuti online nel Digital Single Market, sono strettamente legate allo sviluppo di norme sui DPI.

L’audiovisivo ha bisogno di un nuovo quadro normativo che disciplini il settore, salvaguardando gli utenti e i produttori.

Per realizzare con successo questo processo di trasformazione servono flessibilità e menti aperte.

Il nuovo pubblico è più esigente e svolge un ruolo attivo nel processo creativo. Vi è tuttavia bisogno di regole chiare che tutelino i player e offrano al pubblico un maggiore accesso alla cultura.

Ma, si indica nel documento, se non si riesce a garantire agli artisti e ai creatori di contenuti il loro sostentamento a causa di una mancata protezione dei diritti d’autore nel mondo digitale, nel lungo periodo si rischia di privare internet del valore culturale.

Mentre i nuovi mercati audiovisivi richiedo un alto livello d’attenzione, il cinema tradizionale ha ancora un ruolo da giocare e non può essere tralasciato.

Bisogna quindi esplorare nuove vie per rivitalizzare le comunità locali e le aree periferiche supportando i piccoli cinema minacciati dai grandi multisala. Si potrebbero quindi prendere in considerazione, conclude il documento, forme di sgravi fiscali e la riduzione dei diritti di noleggio.

Informal Eu Culture Ministers Meeting

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