Key4biz

‘Iva al 4% per i giornali online. L’Italia non abbia paura’. Intervista a Maurizio Costa (Fieg)

Si accende il dibattito su Iva e giornali online. La Commissione politiche europee del Senato ha, infatti, considerato incompatibile’ con le disposizioni Ue la norma della Legge di Stabilità che introduce l’aliquota ridotta per la stampa digitale mentre in Italia è già in vigore dallo scorso gennaio l’Iva al 4% per gli eBook.

Il confronto è acceso. Perché per i libri digitali sì e per i giornali no? E l’Italia rischia davvero la procedura di infrazione Ue abbattendo l’Iva?

Contro il parere della Commissione del Senato ha subito preso posizione la Fieg, Federazione Italiana Editori Giornali. Ne abbiamo parlato con il suo presidente Maurizio Costa.

 

Key4biz. ‘No’ all’Iva ridotta per i giornali online, ma dal 1° gennaio 2015 è stata tagliata al 4% per gli eBook. Due pesi e due misure?

Maurizio Costa. Abbiamo giudicato assai positivamente l’estensione dell’aliquota Iva del 4% ai giornali online. Una misura che da tempo e reiteratamente la Fieg aveva chiesto. Non si possono, infatti, avere due pesi e due misure: un giornale è sempre un giornale, sia su carta che sullo schermo di un tablet, al pari di un libro. Da questo punto di vista la legge di stabilità 2016 supera una incongruenza della legge di stabilità dello scorso anno, allorquando si scelse di usare due pesi e due misure con l’Iva al 4% per gli eBook e non per i giornali online.  Per quanto riguarda poi la “condizione” posta dalla Commissione politiche europee del Senato nel parere sul ddl stabilità, vorremmo far notare che l’analoga misura sugli eBook è in vigore da quasi un anno e non ci risultano né aperture di procedure di infrazione da parte della UE né iniziative parlamentari volte a cancellare tale misura che, a giudizio della Commissione, risulterebbe di altrettanta “dubbia compatibilità”, secondo l’espressione usata nel parere.

 

Key4biz. L’Italia rischia comunque la procedura di infrazione Ue o no?

Maurizio Costa. Credo sia improbabile. Recenti prese di posizioni di governi “pesanti” dell’Unione e dichiarazioni impegnative dei massimi rappresentanti della Commissione europea fanno ritenere che l’Iva al 4% sui prodotti editoriali che si intende applicare nel nostro Paese – e che già da un anno si applica sugli eBook – non rappresenti altro che una anticipazione dell’orientamento dell’Europa sulla materia. Mi riferisco alla dichiarazione congiunta dei ministri della cultura di Francia, Germania, Italia e Polonia, con la quale tali Paesi chiedono alla Commissione europea di modificare la direttiva UE sull’Iva. E mi riferisco anche alle dichiarazioni del Presidente e del Vicepresidente della Commissione europea che hanno annunciato, entro il 2016, la presentazione, da parte della Commissione, di una proposta che prevedrà l’applicazione di aliquote Iva ridotte per la stampa digitale negli Stati membri, riconoscendo la necessità di misure urgenti per allineare le aliquote Iva applicate alla stampa. Ciò significa dare agli Stati membri la possibilità di modificare la propria legislazione nazionale sulla stampa digitale. Sarebbe illogica l’apertura di una procedura di infrazione per una misura che, nello stesso istante, si propone di adottare!

 

Key4biz. Cosa potrebbe fare il governo italiano per sostenere il mercato degli eBook o i giornali online?

Maurizio Costa. Due cose nell’immediato: primo, confermare la disposizione sull’Iva al 4%, che, ricordiamolo, è una misura a favore del lettore, primo destinatario dell’agevolazione, il quale potrà usufruire di una tassazione ridotta sul proprio abbonamento digitale; secondo, varare al più presto le iniziative sulla promozione della lettura per i giornali online nella scuola – estendendole eventualmente alla generalità dei cittadini – previste nel ddl di ridefinizione del sostegno pubblico all’editoria, in questi giorni all’esame del Parlamento.

Exit mobile version