Le telco – ha detto Zhao – continuano a sobbarcarsi il grosso degli investimenti in infrastrutture. Per questo bisogna sostenerle, soprattutto nelle aree più povere.
Per portare la banda larga almeno al 50% della popolazione mondiale entro il 2020 servono investimenti per almeno 450 miliardi di dollari e le telco non possono essere lasciate sole con l’onere di costruire le infrastrutture. È quanto sostiene il segretario generale dell’ITU, Houlin Zhao.
Alla fine del 2016, ha calcolato l’agenzia Onu per le tlc, saranno ancora 4 miliardi le persone che saranno tagliate fuori da internet – il 53% della popolazione mondiale.
Tra gli obiettivi fissati dalle Nazioni Unite c’è anche quello di raggiungere 3,5 miliardi di utenti internet entro la fine del 2016 (il 47% della popolazione mondiale, dal 41% di fine 2015) e di portare la banda larga alla metà della popolazione mondiale entro il 2020.
“Le telco – ha detto Zhao – continuano a sobbarcarsi il grosso degli investimenti in infrastrutture. Per questo bisogna sostenerle, soprattutto nelle aree più povere. Dobbiamo creare un ambiente incentivante e incoraggiarli a investire”.
Nel suo intervento al Forum Ultra Broadband di Huawei a Francoforte il segretario generale dell’ITU ha ricordato le difficoltà di un’industria che deve fare i conti con la costante riduzione dei ricavi, legata alla concorrenza dei servizi OTT ma anche a interventi regolamentari sulle tariffe di terminazione o sul roaming.
Il tutto mentre gli utenti chiedono reti sempre più performanti – fibra o 4G poco importa – ma a prezzi vantaggiosi.
Una situazione non facile, quindi, quella in cui versano molte delle principali telco mondiali.
“Dobbiamo cercare di convincere i governi che nonostante le telco stiano operando bene dopo un periodo di gravi difficoltà seguito alla crisi finanziaria, hanno di fronte una sfida importante”, ha quindi affermato Zhao, che più volte ha evidenziato che numerosi elementi economici mettono in evidenza “il ruolo primordiale di una connettività a banda larga economicamente accessibile per la crescita economica, l’inclusione sociale e la protezione dell’ambiente”.