Devo ammettere che, quando prenoto un albergo, uno dei criteri di scelta è la presenza del Wi-Fi gratuito; così come se in un ristorante, tra un menu e la carta di vini, mi offrono anche la password per la connessione sono più soddisfatto del servizio.
Mi sembra un segno di civiltà, un’attenzione al cliente che costa davvero poco a chi gestisce il negozio, ma che dà un’immagine più moderna e meno provinciale dell’attività.
Eppure nella maggior parte dei negozi, negli alberghi (e persino nelle stazioni e negli aeroporti) difficilmente si trova Wi-Fi disponibile e aperto, diversamente da quanto accade negli altri Paesi, dove persino in un parco è possibile connettersi alla rete gratuita.
Con questi presupposti è davvero difficile parlare di innovazione, smart city ed e-payment…..
Il problema credo sia soprattutto culturale, perché in termini di costi una connessione gratuita non costituisce una spesa così esagerata per un esercizio commerciale. Anzi l’investimento, ne sono sicuro, sarebbe ripagato in termini di maggior soddisfazione da parte dei clienti.
Il più grosso ostacolo da superare è la convinzione, dura a morire, che si deve pagare per possedere un bene o un servizio, eppure la chiave è proprio questa: non di possesso della Rete si tratta, ma di accesso, di fruizione, di condivisione.
Per tutte queste ragioni, l’Unione Nazionale Consumatori sostiene la proposta di legge sul Wi-Fi gratuito promossa da Sergio Boccadutri e da altri 112 parlamentari, ritenendo che essa possa portare benefici effetti tanto ai consumatori quanto alle imprese.