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Italtel, il white paper sui data center. I dati archiviati quintuplicheranno entro il 2021

Sentiamo parlare da diversi anni di big data, internet delle cose, analytics e di trasformazione digitale, ma sostanzialmente sono i dati i veri attori di questo nuovo modello di crescita tecnologica ed economica. Milioni e poi miliardi di dispositivi connessi tra loro e in rete che in vario modo concorrono alla generazione spasmodica di dati, di dati relativi a qualsiasi nostra attività.

Un’onda di dati che dà vita ad una nuova economia digitale, il cui motore centrale sono i data center.

Giusto per farsi un’idea, i dati archiviati nei data center quintuplicheranno entro il 2021 a 1,3 zettabytes/ZB (nel 2016 erano 286 exabyte/EB), secondo il Cisco Global Cloud Index (2016-2021); i big data raggiungeranno i 403 EB, circa il 30% di tutti i dati archiviati.

Complessivamente, nel 2021 la quantità totale di dati generati dai dispositivi attivi in tutto il mondo sarà pari a 850 ZB (nel 2016 218 ZB).

La grande crescita dei volumi di dati generati ogni giorno, mese e anno, sta imprimendo un rapido processo di trasformazione dei data center. Come è spiegato nel white paper di Italtel, “Data center:

al centro della strategia ICT”, ad aumentare in maniera drastica è conseguentemente il carico elaborativo e di rete per elaborare questi dati, ma soprattutto la dimensione dell’infrastruttura, che dovrà essere in grado di adattarsi in tempi rapidi a nuove esigenze.

C’è la necessità dunque di un’estrema elasticità, per far scalare le infrastrutture verso l’alto o verso il basso a seconda del successo del proprio progetto o applicazione. Una delle tendenze in atto è quella dell’hyperscale data center (Hdt).

Nel 2021 dovremmo avere 628 data center iperscala, secondo lo studio Cisco, un dato che è cinque volte più grande di quello del 2016 e che rappresenta il 53% del mercato server per data center e il 69% dell’intera potenza di elaborazione disponibile (+41% sul 2016).

Gli Hdt dovrebbero riuscire ad ospitare il 65% di tutti i dati distribuiti all’interno delle infrastrutture data center mondiali entro pochi anni, rappresentando il 55% di tutto il traffico dati al loro interno (+16% sul 2016).

Un’altra tendenza ben delineata dal documento Italtel è la virtualizzazione dei data center e l’impatto del cloud. Il 94% del carico di lavoro e di calcolo sarà processato da piattaforme cloud data center nel 2021.

La virtualizzazione delle infrastrutture (sia la parte computing, che storage e networking) passa per i software defined data center, tramite cui è possibile attivare in modo più veloce le risorse che occorrono per un determinato progetto. In passato, per ospitare una applicazione, era necessario allocare un insieme di risorse fisiche: computing, storage e networking.

Grazie alla virtualizzazione è possibile configurarle e collegarle con pochi click, utilizzando interfacce programmabili semplificate e unificate, ottenendo così una significativa automazione della gestione e della configurazione.

Il 75% di tutte le applicazioni cloud data center sarà legato all’utilizzo di piattaforme SaaS, o Software as a Service.

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