Nuova e autorevole testimonianza a favore della Proposta di legge sul Wi-Fi, disponibile e senza password, promossa da Sergio Boccadutri e cofirmata da Enza Bruno Bossio, Ernesto Carbone, Alberto Losacco, Gennaro Migliore e sottoscritta, al momento del deposito, da altri 106 parlamentari.
E’ la volta di Giuseppe Corasaniti, Sostituto Procuratore Generale presso la Corte Suprema di Cassazione e grande esperto di diritto informatico.
A lui abbiamo posto alcune domande, in particolare legate a presunte ragioni di sicurezza che l’eliminazione delle password comporterebbe secondo alcuni. Ecco cosa ci ha risposto.
Key4biz. Come valuta la prospettiva del Wi-Fi disponibile in tutti gli esercizi pubblici italiani?
Giuseppe Corasaniti. E’ una prospettiva molto importante, la prima iniziativa concreta che intende aprire l’accesso alla rete e che, finalmente, ci porrebbe nel gruppo delle nazioni europee più avanzate. Ovunque è così, non rendercene conto è veramente assurdo. Tra l’altro già molti enti locali, ricordo in primo luogo la Provincia di Roma grazie alla straordinaria sensibilizzazione dell’allora Presidente Nicola Zingaretti e lo stesso Comune di Roma, hanno avviato progetti in tal senso, ma disporre di un hot spot in tutti gli esercizi pubblici in modo libero e gratuito è anche una iniziativa per favorire il turismo e la comunicazione. Spero che la proposta, cui ho aderito con entusiasmo, prenda piede e che la politica ascolti e non si occupi di innovazione, come sempre, poco e male.
Key4biz. Password, dati personali, privacy, ci sono ragioni di sicurezza che impedirebbero lo sviluppo di un sistema così pervasivo di accesso alla rete?
Giuseppe Corasaniti. Assolutamente no, tra l’altro proprio perché l’accesso libero al web è assicurato ovunque in Europa e negli USA, non ci sono problemi particolari. Spesso si parla di problemi di sicurezza, ma non ci si rende conto che, con tutti i dispositivi mobili e VOIP che esistono, la criminalità e il terrorismo hanno canali ben più affidabili dal loro punto di vista. Ma qui sta il problema. Ci deve essere innovazione anche nelle politiche di pubblica sicurezza e non normative di tipo borbonico basate sul controllo preventivo. Quando si combatte il crimine tecnologico, bisognerà disporre di risorse adeguate e tecnologicamente più avanzate, le più avanzate possibili, e con una formazione elevatissima. Vorrei ricordare, tra l’altro, che l’Italia dispone di Corpi di Polizia ad altissimo livello, a cominciare da Polizia delle Comunicazioni e Carabinieri per eventuali accertamenti. In più di una occasione si è dimostrato che si tratta di istituzioni di grande efficienza operativa e con competenze tecniche tecnica davvero all’avanguardia a livello globale. A mio parere non servono norme restrittive, ma, al contrario, norme in grado di assicurare il più ampio accesso accanto ad adeguati poteri di indagine che siano in grado di intervenire bene in caso di abuso o di pericolo.
Key4biz. E il Wi-Fi nei tribunali o nelle università, per citare i due luoghi che più frequenta, che valore aggiunto potrebbero dare?
Giuseppe Corasaniti. Per quanto riguarda i Tribunali vorrei citare proprio l’esperienza di Roma, dove tra referenti informatici dei magistrati e la Provincia di Roma si è avviato proprio un progetto in tal senso, a beneficio innanzitutto degli utenti e anche degli avvocati. Nelle Università, almeno in buona parte delle Università, tale iniziativa è stata in parte già avviata. Peraltro anche negli ospedali romani funziona la rete Wi-Fi e capite bene che importanza abbia in tali contesti. Oggi non essere isolati è tutto e rappresenta un valore incommensurabile.
Key4biz. Cosa occorrerebbe, a suo parere, per rendere raggiungibile tale obbiettivo?
Giuseppe Corasaniti. Che la politica capisca. Intendo la politica tutta. Che capisca, sopra ogni altra cosa, che l’innovazione si persegue anche con iniziative come questa, e che se vogliamo essere davvero innovativi, dobbiamo cominciare a muoverci.