Italiani super connessi e grandi amanti del Papa. Ma in questo Paese sempre più collegato al web, specie da smartphone, resta forte la paura per la privacy.
E’ il quadro che viene fuori dall’ultimo Rapporto Eurispes 2015, presentato stamani a Roma, secondo il quale il 67% delle persone possiede uno smartphone, il 59,9% acquista online, il 53% controlla il proprio conto bancario e quasi tutti hanno un profilo Facebook (95,7%).
Ma in questa Italia iperconnessa restano forti i timori della privacy. Il 43,1% degli utenti Facebook ha sentito violate le proprie informazioni private con la pubblicazione di foto, il 15,5% per video che li riguardava e il 14,3% per frasi che rivelavano fatti personali.
Privacy a rischio
Rischi che diventeranno ancora più preoccupanti davanti all’avvento dell’Internet of Things.
Secondo il presidente di Eurispes, Gian Maria Fara, “L’utilizzo di massa delle nuove tecnologie ci pone davanti a nuovi interrogativi. La pervasività, apparentemente silenziosa e quasi confortevole, del cyberspazio in cui viviamo, è destinata ad aumentare con l’avvento di una nuova Era, la cosiddetta Internet of Things. Oltre ai cambiamenti sociali ed economici che questo comporterà, non possiamo più ignorare il fatto che le guerre si combatteranno sempre più sul “filo” del web”.
Per Fara, “Più di ogni cosa è quindi fondamentale adeguare il Sistema Paese a questo nuovo scenario, facendo prevenzione, gestendo i rischi e gli eventuali incidenti in maniera tempestiva ed in tempo reale. Che cosa accadrebbe infatti al nostro Paese se venissero aggredite le nostre infrastrutture critiche? Siamo pronti per affrontare i nuovi scenari delle guerre cibernetiche?”.
La sicurezza informatica finora è stata intesa come un costo eliminabile, a discapito però dei costi successivi, decisamente più consistenti, che vengono sostenuti per colmare le falle e danni prodotti dagli attacchi.
“Questo corso negativo – secondo Fara – ha però subìto una inversione “ad U” e l’Italia sta puntando molto sulla diffusione della cultura della sicurezza. Gran parte del merito è da attribuirsi alla Presidenza del Consiglio che, con i suoi vari Organi, in particolare il Dis – i nostri Servizi segreti – sta costruendo un percorso indispensabile per garantire alla nostra Nazione una sicurezza di tipo globale”.
Nelle famiglie più smartphone che pc
Tornando ai dati, Eurispes informa che lo smartphone è il dispositivo tecnologico più diffuso nelle famiglie italiane (67%), seguito da pc (64,4%), computer fissi (62,7%) e lettori DVD (62,6%).
Circa un terzo del campione afferma di possedere un tablet/iPad (36,8%), l’abbonamento alla Tv a pagamento (36%), una smart tv (33,3%), un lettore mp3/ipod (30,7%), una consolle per videogiochi (Playstation/PSP/Xbox/Wii) (29,1%).
Solo l’11,3% ha un eBook.
In quale modo si usa il telefonino?
Chiaramente per chiamare ed essere chiamati (99,5%) e inviare e ricevere sms (88%). Molto diffusa è anche l’abitudine di fare foto/filmati (65,3%), inviare/ricevere foto/video (64,1%), navigare su Internet (61,2%), comunicare tramite WhatsApp e altre applicazioni di messaggistica (60,6%).
La metà degli intervistati da Eurispes usa le applicazioni. Riferisce di usare i social network (Facebook, Twitter ecc.) tramite smartphone il 41,8% del campione. Il 40,2% usa il telefonino anche per lavorare, il 34,2% ascolta la musica, quasi un terzo (31,1%) gioca. Invece Internet viene soprattutto per cercare informazioni di interesse personale (98,4%) e inviare e ricevere email (88,2%) e dalla larga maggioranza per guardare filmati su YouTube (64,6%) e utilizzare social network (60%).
Sono ormai la maggioranza di chi naviga coloro che fanno acquisti online (59,9%) e controllano il proprio conto bancario (53%).
Il 48,5% scarica musica/film/giochi/video. La quasi totalità del campione (95,7%) è attiva su Facebook.
In molti anche su Twitter (43,2%), Google+ (40,1%), Instagram (34,2%), e LinkedIn (20,9%).
Boom di consensi per la Chiesa
In questo Paese super connesso trova spazio un risvegliato interesse per la Chiesa cattolica.
Papa Francesco, ci dice l’Eurispes, piace a tutti: Bergoglio raggiunge l’89,6% dei consensi, un plebiscito che, dopo anni di crisi, fa raggiungere un boom di consensi anche alla Chiesa cattolica che segna 62,6%.
La Chiesa, dopo un lungo periodo di crisi, riconquista così la fiducia degli italiani, e secondo il presidente dell’Eurispes “è importante la posizione assunta dal Papa, anche a seguito degli avvenimenti che hanno colpito la Francia e che hanno acceso a livello internazionale un animato confronto culturale e politico sul ruolo delle religioni”. E “il ‘pugno’ del quale ha metaforicamente parlato il Papa – spiega Gian Maria Fara – pone in termini decisivi il tema del rispetto nei confronti dei valori e delle identità altrui e del riconoscimento dell’altro da sé”.
La Chiesa infatti riesce finalmente a superare la soglia del 50%, dato mai raggiunto nella serie storica 2009-2015, arrivando al 62,6% dei consensi, ben 13,6 punti percentuali di crescita.