Italia Login, la casa digitale degli italiani e della PA, è il progetto di punta della Strategia per la Crescita Digitale 2014-2020 della Presidenza del Consiglio, che ha a suo tempo (marzo 2015) quantificato in 750 milioni di euro il fabbisogno per realizzarlo.
Si tratta dello stesso fabbisogno che la Presidenza del Consiglio assegna – nel medesimo documento – alla Sanità digitale, inferiore economicamente soltanto ai 1.400 milioni di euro di fabbisogno per la SPC e il WIFI e alla razionalizzazione del patrimonio ICT (959 milioni).
Ma dove sono i soldi per finanziare Italia Login?
Sul progetto regna il massimo riserbo a Palazzo Chigi, anche eccessivo, e si sono esposti in prima persona il presidente del Consiglio Matteo Renzi e il Ministro della Funzione Pubblica Marianna Madia, che della battaglia per il “Digital First” ha fatto la bandiera della sua Riforma complessiva della PA.
Ma consultando la versione della Legge di Stabilità 2016 presente sul sito del MEF, del progetto Italia Login non vi è traccia.
E’ forse previsto un decreto ad hoc per finanziarlo?
La domanda sui fondi per Italia Login circola con insistenza fra le aziende e gli addetti ai lavori, già sul chi vive per il taglio del 50% della spesa informatica della PA inserita all’articolo 29 della Legge di Stabilità, ma il progetto è avvolto in una coltre di silenzio da Palazzo Chigi, dove oggi il telefono del Consigliere per l’Innovazione Paolo Barberis squillava a vuoto.
“Dove sono i soldi per Italia Login? Non si sa, basta con i proclami bisogna guardare ai progetti concreti e alle coperture”, ci dice Jonny Crosio, senatore della Lega Nord esperto di digitale, che attacca la “la cortina fumogena alzata dal Governo sui temi del digitale. Ma qui serve un Progetto Paese sul digitale, che debba dirlo un leghista fa quasi sorridere. Sulla fibra, poi, servono le coperture economiche, realizzare davvero il catasto delle reti e ottimizzare la fibra spenta, in Italia ce n’è tanta”.
Per il 2015 il fabbisogno per Italia Login è stato fissato in 100 milioni di euro, di cui 50 milioni già stanziati secondo la Strategia di Crescita Digitale 2014-2020 a valere dal Fondo Sviluppo e Coesione.
Sono già stati affidati questi fondi per 50 milioni? Sono già state fatte gare per assegnare le lavorazioni a imprese del settore? E se sì a quali società e con quali bandi di gara? Quali sono i tempi di consegna? Chi controlla il tutto? E i rimanenti 50 milioni sono stati stanziati? In questo caso chi li gestisce? Ci sono già le coperture per il 2016?
Sono queste alcune delle domande che abbiamo girato al Consigliere per l’Innovazione di Palazzo Chigi Paolo Barberis.