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Italia Digitale. Il governo del Cambiamento di fronte al nodo Piacentini

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Scade il 13 luglio il bando per candidarsi al ruolo di direttore generale dell'Agenzia per l'Italia Digitale, che al momento resta senza vertice dopo l'uscita di scena di Antonio Samaritani.

Scade il 13 luglio il termine ultimo per candidarsi al ruolo di direttore generale dell’Agenzia per l’Italia Digitale (Agid) che al momento resta senza vertice dopo l’uscita di scena di Antonio Samaritani che, come recita lo stringato comunicato dell’Agenzia, aveva “preso servizio il 18 maggio 2015 e ha completato il 2 luglio 2018 i tre anni di mandato istituzionale e i 45 giorni di proroga previsti dalla legge”.

Un’uscita di scena, quella di Samaritani (considerato dall’attuale governo un uomo di Renzi) che ha tutta l’aria di un’estromissione, tanto che ieri l’ormai ex direttore generale è stato visto entrare in Agid con un badge da visitatore.

Sarà quindi il nuovo Governo giallo-verde, nella persona del Ministro per la Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno, a scegliere il nuovo direttore generale dell’Agid.

Il bando per la selezione e la nomina del nuovo dg è stato pubblicato sul sito della Funzione Pubblica, e i requisiti parlano chiaro: si cerca un candidato con comprovata qualificazione professionale nel settore ICT, con almeno 5 anni di esperienza; un manager in grado di gestire team eterogenei; un conoscitore del Cad (Codice dell’amministrazione digitale). Un conoscitore di progettazione, realizzazione e implementazione di piattaforme digitali che abbia un’ottima conoscenza dell’inglese.

Sarà una Commissione di tre esperti, nominata con decreto del Ministro Bongiorno dopo il 13 luglio, a selezionare la short list di 10 candidati che potranno affrontare un colloquio orale, dalla quale uscirà la rosa di tre candidati che potranno, se vuole, procedere ad un’audizione di persona.

Insomma, regole ferree e all’insegna della massima trasparenza.    

 

Secondo alcuni, fra i candidati al vertice dell’Agenzia per l’Italia Digitale, che saranno pubblicati online sul sito della Funzione Pubblica, ci sarebbe anche Diego Piacentini, commissario straordinario per l’attuazione dell’Agenda Digitale, in carica dal mese di settembre 2016 (il mandato biennale scade il 16 settembre).

Diego Piacentini è attualmente in aspettativa da Amazon.com, dove lavora da sedici anni, ricoprendo il ruolo di Senior Vice President International. In Amazon è stato anche membro dell’executive team e responsabile di tutte le operazioni retail internazionali in Europa, Giappone, Cina e India.

Secondo alcuni, in questa fase Piacentini starebbe cercando punti di aggancio e di sostegno nel nuovo Governo, specialmente fra i 5 Stelle, per il rinnovo della sua funzione commissariale e per la sua candidatura al vertice dell’Agid.

Di certo, se Diego Piacentini fosse nominato direttore generale dell’Agid, in quanto dipendente dello Stato, dovrebbe dimettersi da Amazon. Il che sarebbe un non-sense.

Ma sarebbe altresì singolare che il “Governo del Cambiamento”, dopo l’uscita di scena di Antonio Samaritani, decidesse di confermare a Diego Piacentini la governance del digitale, magari nella doppia veste di Commissario straordinario e capo dell’Agid. Il Senior Vice President di Amazon in aspettativa resta portatore di un conflitto d’interessi, generato dalla scelta di Matteo Renzi, senza eguali e rappresenta un caso unico in Europa.

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