Passati i giorni frenetici del voto dei rappresentanti delle Istituzioni europee sulla direttiva copyright, è arrivato il momento di verificare il punto di vista dei singoli Stati dell’Unione europea sull’argomento. Per il testo approvato dal trilogo la scorsa settimana, la partita vera si giocherà a livello locale e l’Italia, assieme ad altri nove Paesi, è al momento contraria alla riforma.
La posizione del nostro Governo è stata ribadita anche dal sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega all’editoria, Vito Crimi, che, a margine del convegno di presentazione della proposta di legge di Luigi Gallo (M5S) sull’open access per le ricerche scientifiche, ha dichiarato: “La posizione dell’Italia resta assolutamente contraria a questa impostazione perché si sta trattando del diritto dell’editore e non del diritto dell’autore”.
Si delinea quindi un’interpretazione dell’intero processo, che ha portato al testo finale della riforma del copyright, orientata alla contraddizione in termini: “Il diritto d’autore in discussione in ambito europeo – ha affermato Crimi, secondo quanto riportato da agcult.it – è invece il ‘diritto dell’editore’, una cosa molto diversa”.
“Si tratta di una norma totalmente sbagliata che porterà danni e conseguenze agli editori stessi che la stanno sostenendo. Con gravi ripercussioni anche sugli autori”, ha precisato il sottosegretario, che aggiunge, “questa direttiva non è sbagliata solo nei principi, ma anche le conseguenze saranno nefaste. Google ha infatti già annunciato che farà accordi con chi vuole e quando vuole”.
Secondo Crimi, si legge sempre sulle pagine di AgCult, questo “vuol dire che i piccoli editori saranno fatti fuori e solamento gli editori ‘big’ potranno discutere con Google la collocazione delle proprie notizie. Per i piccoli editori, invece, sarà la morte”.
In relazione alla materia del convegno a cui Crimi ha partecipato, invece, le cose stanno in modo ancora diverso: “Nel caso della legge dell’Open Access si tutela il diritto dell’autore della ricerca scientifica che oggi viene vincolato dagli editori a pubblicare in una determinata rivista. Con questa legge si rende libero l’autore di utilizzare liberamente il frutto della propria ricerca”.
“Con ‘Open Access’ si vuole creare un motore della ricerca della conoscenza pubblico, che a partire dal tuo smartphone ti permette in pochi secondi di leggere gli ultimi risultati scientifici pubblicati da università ed enti di ricerca”, ha infine spiegato Luigi Gallo, primo firmatario della proposta di legge, secondo quanto pubblicato sul sito del Movimento 5 Stelle (M5S).
“Puntiamo a un sistema di alta credibilità dell’informazione e a dare uno strumento potentissimo nelle mani della scuola, di chi fa informazione, delle università e di tutti i cittadini”.