Banda ultralarga

Italia 1 Giga, piano fermo al 43%. Revisione PNRR ineludibile: le proposte di Key4biz

di |

Obiettivi del Piano Italia 1 Giga non raggiungibili, necessario negoziare con Bruxelles una revisione dei fondi del PNRR e una riduzione dei civici. Nuova consultazione per le case sparse?

Il piano Italia 1 Giga, il progetto da 3,4 miliardi di euro per la copertura a banda ultralarga di quasi 3,5 milioni di numeri civici nelle cosiddette aree grigie, quelle dove è presente un solo operatore, è fermo al 43,7% al 28 febbraio. Impossibile quindi raggiungere la totalità dei civici da coprire entro il limite del 30 giugno 2026, come previsto invece dalle stringenti milestone del PNRR.

Urgono correttivi, attesi entro marzo, e tagli dei civici per non perdere i fondi del PNRR.

Italia 1 Giga fuori tempo massimo

Per la parte relativa a uno dei due aggiudicatari – Open Fiber che è al 37,8% (l’altro è Fibercop, al 53,4%) – i tecnici di governo ritengono che si è ormai irrimediabilmente fuori tempo massimo, scrive il Sole 24 Ore.

Tutto questo fa a pugni con quanto dichiarato al Senato la scorsa settimana dal Ministro per i Rapporti con il Parlamento Ciriani, che in occasione del question time su Starlink ha negato la necessità di una revisione del Pnrr da parte del collega Foti.

Ma a questo punto i ritardi del Piano Italia 1 Giga sembrano davvero incolmabili e il Governo dovrà negoziare con Bruxelles una revisione degli obiettivi che potrebbe comportare anche il taglio dei fondi Pnrr, a fronte di una diminuzione dei civici da coprire che potrebbe essere fra 500 e 700mila in meno, a seconda delle diverse previsioni che circolano.

I dati di Connetti Italia

Secondo i dati del portale Connetti Italia, Open Fiber, che si è aggiudicata 8 lotti per un valore di 1,8 miliardi, al 28 febbraio aveva raggiunto appunto un avanzamento del 37,8%, avendo collegato 839.546 civici e avendone ancora 1.376.679 da collegare. I ritardi maggiori si registrano in Toscana (completato il 27,8%) Lazio ed Emilia Romagna (rispettivamente 29,7% e 27%). Il trend, scrive il Sole 24 Ore, è di 62.900 numeri civici al mese, e a questi ritmi il progetto sarebbe completato in 22 mesi. Comunque troppi.

Dal canto suo, l’altro aggiudicatario Fibercop si è accaparrato sette lotti del valore di 1,6 miliardi di euro e presenta percentuali migliori. L’avanzamento al 28 febbraio è del 53,4% con 712.794 civici collegati e 622.496 ancora da connettere.

I lotti più in ritardo sono in Sardegna, (43,8%), e Liguria-Piemonte-Valle ‘D’Aosta (47,8%). A fine settembre Fibercop era arrivata al 38,8% e da allora la crescita mensile è stata di 39mila civici. A questi ritmi, la conclusione dei lavori potrebbe arrivare sul filo di lana al giugno 2026.     

In termini assoluti, da qualche mese Open Fiber registra più coperture di civici di Fibercop.

Revisione del PNRR necessaria

A questo punto, sarà quindi necessario negoziare con Bruxelles una revisione del Pnrr.

Ma non ci saranno sconti. Su questo sono sicure diverse fonti. La presenza del commissario Fitto a Bruxelles non sarà un vantaggio, al contrario il nostro commissario dovrà dimostrare equidistanza e non farà sconti per non incorrere in critiche dai colleghi della Commissione Ue.

Questo è il contesto, nel quale Open Fiber potrà contare su una situazione finanziaria alquanto solida dopo la firma del rifinanziamento delle banche del project financing da 10 miliardi complessivi, una volta incassata la garanzia di ricapitalizzazione in caso di bisogno dai soci Cdp (60%) e Macquarie (40%). Un impegno non banale da parte del fondo australiano.

Il Governo appoggia Open Fiber

Il Governo inoltre si è schierato apertamente con Open Fiber, avendo stanziato in legge di bilancio 660 milioni come riequilibrio de piano economico e finanziario dell’operatore dovuti a diversi fattori fra cui Covid, caro materiali, assenza di permessi ecc. Un segnale chiaro di sostegno.

La sensazione in questo momento è che dopo la cessione della rete Tim a KKR i ruoli fra Open Fiber e Fibercop si siano invertiti. E che i problemi maggiori oggi ce li abbia Fibercop. Il cambio al vertice di Fibercop sarebbe un indizio. Certo, si tratta di una sensazione, ma è un dato di fatto che la quota dei fondi in Fibercop sta al 70%: in dettaglio, KKR detiene il 37,8%, il 17,5% al fondo pensione canadese Canada CPP, il 17,5% al fondo sovrano di Abu Dhabi ADIA. Il MEF dal canto suo detiene il 16% e l’11,2% al fondo infrastrutturale italiano F2i. Insomma, lo squilibrio a favore dei fondi è consistente e, facendo un confronto, molto superiore rispetto al 40% detenuto da Macquarie in Open Fiber.   

Piano BUL completato quest’anno  

E ancora, quest’anno Open Fiber completerà il Piano BUL dove al momento si trova al 95% di sviluppo dell’infrastruttura nelle aree bianche. Cero in ritardo, ma questo capitolo si chiuderà entro il 2025.

Inoltre, il bilancio di Open Fiber per il 2024 si è chiuso con ricavi in aumento e con un andamento del business tutto sommato positivo. Il problema principale riguarda il take up della fibra, fermo in alcune zone più disagiate al 3% nelle aree bianche, a fronte di una media del 50% nelle aree nere che sono prossime alla totalità in aree come Milano.

Tra l’altro, la rete nelle aree bianche è di proprietà delle regioni e che da bando il finanziamento è pubblico dalla centrale fino a 40 metri dalle case perché molte abitazioni sono ruderi, case disabitate ecc. e quindi l’ultimo tratto viene realizzato e finanziato privatamente da Open Fiber soltanto in presenza di un ordine di attivazione.

L’ultimo pezzo della rete, quello che dal pozzetto va fino alle case, resterà quindi di proprietà di Open Fiber una volta che la concessione dovesse tornare allo Stato.

Per quanto riguarda le aree grigie del PNRR, invece, la rete resta di proprietà di Open Fiber e Fibercop.

Le proposte di Key4biz: Rimodulazione delle case sparse

Nelle aree grigie ci sono 430mila case sparse, divise fra Open Fiber e Fibercop, che sono in realtà il residuo di aree bianchissime che sono state reinserire nel Piano Italia 1 Giga. Il problema è che il PNRR prevede connessione a 1 Gigabit, quasi esclusivamente in fibra ottica, visto che per raggiungere questa velocità in FWA è necessaria una quantità di banda davvero grande. E’ qui che potrebbe entrare in ballo la connettività satellitare complementare di Starlink, che potrebbe realizzare il tutto a costi molto ridotti.

Ci sono poi 46mila civici che sono stati esclusi nella vicenda dei civici adiacenti, che si scambiano con civici più lontani. Sono poi stati esclusi altri 150mila civici suddivisi sempre fra Open Fiber e Fibercop che, con un emendamento, sono stati esclusi dopo negoziazioni sul PNRR con l’Unione Europea.

Ed è qui, con la revisione del PNRR, che potrebbero arrivare dei nuovi scenari per queste case sparse e questi civici esclusi. C’è che, come l’AIIP, spera che questi civici possano essere oggetto di voucher per le aziende con fondi fermi al CIPE, avanzati da passate edizioni. Non è quindi esclusa una nuova consultazione pubblica.

Vedremo.

Voucher e nuova consultazione?

Fatto sta che il grande problema del paese resta il take up. A fronte di una media Ue del 54%, l’Italia sta ferma al 27%.

Cosa implica tutto ciò? Al momento, lo sforzo principale di Open Fiber è completare le aree bianche e procedere nelle aree grigie, con conseguente interruzione nelle aree nere anche per la annosa questione della carenza di manodopera specializzata.  

Lo stesso starebbe facendo anche Fibercop, che sta mettendo tutte le sue carte sulle aree grigie del PNRR.  

Come affrontare il tema dello scarso take up della fibra? Voucher oppure un criterio condiviso di migrazione dal rame alla fibra potrebbero essere due strade percorribili e condivise. Altrimenti i fondi esteri presenti nei nostri player nazionali, KKR in Fibercop e Macquarie in Open Fiber, potrebbero avere difficoltà a giustificare l’investimento in assenza di una crescita della clientela. Tanto più che complessivamente mancano ancora circa 5 milioni di unità immobiliari da coprire nelle aree nere nel nostro paese.

Benvenuti a Telecommunications of the Future by 5GItaly

Di questo e di altro si parlerà ampiamente alla prossima edizione del convegno promosso dal CNIT Telecommunications of the Future by 5GItaly, che si terrà il prossimo 9 aprile a Roma.

Leggi le altre notizie sull’home page di Key4biz