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Italia 1 Giga, Fibercop pronta a sostituire Open Fiber. Ma è fattibile?

Che il Piano Italia 1 Giga sia in ritardo non è certo una novità. Il progetto da 3,4 miliardi di euro per la copertura a banda ultralarga di quasi 3,5 milioni di numeri civici nelle cosiddette aree grigie, quelle dove è presente un solo operatore, è fermo al 43,7% al 28 febbraio. Impossibile quindi raggiungere la totalità dei civici da coprire entro il limite del 30 giugno 2026, come previsto invece dalle stringenti milestone del PNRR. E ora i fondi del PNRR rischiano peraltro di essere dirottati per il pressing della Ue dopo l’entrata in vigore dei dazi di Trump, in particolare per il finanziamento della difesa comune europea. E quindi, il tempo stringe e per non perdere i fondi per la banda ultralalrga serve una scossa in tempi rapidi.

In soldoni, si tratta di una iniziativa di Fibercop. L’obiettivo sarebbe salvare capra e cavoli (fondi PNRR e copertura in fibra) ed evitare anche il rischio di grosse multe da parte della Ue per il mancato rispetto dei target. Che sia in grado di rispettare gli obiettivi è da vedere. La sanzione Ue per ogni civico non coperto nell’ambito del PNRR ammonterebbe a mille euro.

La lettera

Ed è qui che entra in ballo la lettera. Secondo la Reuters, FiberCop si è detta pronta a subentrare a Open Fiber per evitare un ridimensionamento del piano di sviluppo della rete fibra “Italia 1 Giga”, parte dei progetti del PNRR.

E’ quanto si legge in una lettera visionata dall’agenzia indirizzata dalla società presieduta da Massimo Sarmi, e partecipata dal ministero dell’Economia, ai ministeri competenti, che potrebbe negoziare con Bruxelles un possibile taglio del numero dei civici da coprire entro giugno 2026, nell’ambito della più ampia revisione del Pnrr.

FiberCop, si legge nella lettera, si rende disponibile “nell’ambito di eventuali accordi amministrativi e contrattuali da definire nel rispetto della normativa applicabile, ad assumere la responsabilità esecutiva dell’intero perimetro di ciascuno dei lotti del Piano Italia a 1 Giga”.

“Alla luce anche dei dati più recenti disponibili sull’andamento dei lotti si chiede di valutare favorevolmente l’ipotesi di una riassegnazione equa e funzionale attraverso un processo di subentro, che consenta di dare piena attuazione agli obiettivi europei sul Piano Italia 1 Giga”.

FiberCop non ha immediatamente commentato. Nessun commento da Open Fiber. Fonti del governo di Giorgia Meloni confermano di aver ricevuto la lettera, senza fare ulteriori commenti.

Sulla base degli ultimi dati pubblici disponibili, FiberCop e Open Fiber, le due società assegnatarie delle gare, hanno cablato circa 1,5 milioni di civici, a fronte di un target attuale di 3,4 milioni.

Open Fiber, che ha un numero maggiore di civici da cablare, è più indietro rispetto a FiberCop nell’implementazione del piano di copertura.

I dati di Connetti Italia

Secondo i dati del portale Connetti Italia, Open Fiber, che si è aggiudicata 8 lotti per un valore di 1,8 miliardi, al 28 febbraio aveva raggiunto appunto un avanzamento del 37,8%, avendo collegato 839.546 civici e avendone ancora 1.376.679 da collegare. I ritardi maggiori si registrano in Toscana (completato il 27,8%) Lazio ed Emilia Romagna (rispettivamente 29,7% e 27%). Il trend, scrive il Sole 24 Ore, è di 62.900 numeri civici al mese, e a questi ritmi il progetto sarebbe completato in 22 mesi. Comunque troppi.

Dal canto suo, l’altro aggiudicatario Fibercop si è accaparrato sette lotti del valore di 1,6 miliardi di euro e presenta percentuali migliori. L’avanzamento al 28 febbraio è del 53,4% con 712.794 civici collegati e 622.496 ancora da connettere. Fibercop è oltre i target.

I lotti più in ritardo sono in Sardegna, (43,8%), e Liguria-Piemonte-Valle ‘D’Aosta (47,8%). A fine settembre Fibercop era arrivata al 38,8% e da allora la crescita mensile è stata di 39mila civici. A questi ritmi, la conclusione dei lavori potrebbe arrivare sul filo di lana al giugno 2026.     

In termini assoluti, da qualche mese Open Fiber registra più coperture di civici di Fibercop. Ma Open Fiber deve coprire quasi il doppio dei civici di Fibercop.

Fibercop, proposta fattibile?

Di certo, ai ritmi attuali la copertura integrale delle aree grigie non sembra alla portata. E’ vero che Fibercop potrebbe subentrare, almeno parzialmente, visto che è più avanti rispetto a Open Fiber. Fibercop è oltre i target. Ma resta da capire se l’azienda controllata da KKR abbia davvero la capacità di trasformazione di raggiungere entro un anno e mezzo (o due anni, con l’ipotesi di proroga) per realizzare i lavori che non farebbe Open Fiber.

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