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Italia 1 Giga, Butti a Key4biz: ‘Non c’è solo Starlink. Interesse del Governo a usare satellite anche di aziende italiane’

Il salvagente di Starlink per salvare il Piano Italia 1 Giga, che (ormai è evidente) non riuscirà a rispettare i tempi serrati di copertura in scadenza a giugno del 2026. Se ne parlava da mesi e oggi il governo apre alla sperimentazione del satellite con Elon Musk per salvare il progetto banda ultralarga del PNRR, in forte ritardo: contatti e riunioni tecniche tra le strutture di Palazzo Chigi e Starlink, la società che utilizza satelliti a orbita bassa per le connessioni Internet, stanno per condurre a test pilota in tre Regioni, una al Nord, una al Centro e l’altra al Sud. A dirlo è Alessio Butti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione tecnologica, in un’intervista al Sole 24 Ore.

Il direttore di Key4biz Luigi Garofalo ha chiesto direttamente oggi a Cernobbio a margine dei lavori del G7 al Sottosegretario Alessio Butti: “Anche Musk ha intenzione di investire in Italia con la connettività satellitare.
Se FiberCop e Open Fiber non dovessero completare i progetti PNRR per portare la fibra nelle aree grigie, il governo potrebbe indire una nuova gara per gli operatori satellitari, come Starlink?”
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Butti a Key4biz: ‘Tecnologia satellitare interessante, anche soggetti italiani’

“Noi stiamo lavorando con caparbietà e anche con creatività per consentire sia a Open Fiber sia a Fibercop di raggiungere gli obiettivi fissati per giugno 2026. Il governo è molto attento alla tecnologia satellitare, ma non parlerei di marchi, loghi o di società. La tecnologia sarà performante anche a livello europeo nel prossimo futuro e penso che potrà essere utile anche a noi per estendere il più possibile la connettività sempre di concerto con l’FTTH e l’FWA. Devo precisare che ci sono anche dei soggetti italiani che stanno facendo tecnologia satellitare in modo interessante”.

Guarda la domanda di Key4biz al Sottosegretario Butti

Butti: ‘Italia 1 Giga elemento chiave del PNRR’

“Il Piano Italia a 1 Giga è un elemento chiave del nostro impegno nel Pnrr e siamo consapevoli dell’importanza di raggiungere il target previsto per il 2026”, dice Butti nell’intervista al Sole 24 Ore. “Il Dipartimento per la trasformazione digitale, di cui mi avvalgo, sta lavorando con impegno per sostenere gli operatori aggiudicatari ed Infratel nella realizzazione del Piano con l’obiettivo di semplificare e accelerare i lavori. – aggiunge il sottosegretario – A settembre, gli operatori hanno complessivamente raggiunto il traguardo di 1 milione di civici collegati (su un totale di 3,5 milioni dia collegare ndr). Visti i ritardi degli operatori, il Governo sta esplorando opzioni che possano contribuire a garantire connettività nell’immediato. Con riferimento alle aree più remote, stiamo valutando con Starlink e altri operatori l’integrazione della tecnologia satellitare come complemento alle infrastrutture esistenti. Nel caso specifico di Starlink, sono in corso delle interlocuzioni con alcune Regioni italiane – del Nord, del Centro e del Sud – per sperimentare la fornitura di un ‘servizio space-based’ rivolto ad aree remote o prive di infrastrutture terrestri”.

Il Piano Italia a 1 Giga

In base agli ultimi dati diffusi da Infratel, sono 1 milione i civici connessi nelle aree grigie, pari al 29% su un totale di poco più di 3,5 milioni di civici da raggiungere. E a inizio settembre la nuova consultazione sui civici di prossimità (QUI I DETTAGLI) per aggiornare la mappatura delle zone oggetto del bando aggiudicato Open Fiber e Fibercorp.

Obiettivo della mappatura – si legge nell’avviso Infratel – è verificare se i civici di prossimità, comunicati ad Infratel in data 31 agosto, sinora mai sottoposti agli operatori di mercato, siano oggetto di investimenti già attuati o siano inseriti in piani di sviluppo privati entro il 30 giugno 2026 idonei a garantire una velocità di connessione in download di almeno 300 Mbit/s nell’ora di picco del traffico. E ciò al fine di definire lo stato dei civici in linea con la decisione della Commissione europea sugli aiuti di Stato nell’ambito del Piano Italia a 1 Giga. La consultazione si è conclusa il 7 ottobre, da cui emerge che Fibercop ha .

Ritardi PNRR troppo ampi

Ma al di là della diatriba sui civici di prossimità, c’è un dato che salta agli occhi: i tempi del PNRR sono troppo stretti, manca un anno e mezzo per la scadenza del giugno 2026 e gli obiettivi sono irraggiungibili ai ritmi di copertura che si stanno registrando. Né Open Fiber né Fibercop, però, pur avendo ottenuto i fondi del PNRR, sembrano in grado di chiudere i lavori nei tempi previsti, anche perché per farlo bisognerebbe rendicontare il tutto ben prima del giugno 2026, con un’ulteriore riduzione dei tempi a disposizione per completare gli scavi e i collegamenti FTTH previsti dal piano.

Starlink salvagente del PNRR?

Il fatto è che Starlink, ma anche altri operatori – come precisato nell’intervista odierna dal Sottosegretario Butti – potrebbe in teoria già coprire con il satellite (o in parte con altre tecnologie come l’FWA) le aree non raggiunte dalla fibra.

Starlink potrebbe, ad esempio, finanziare l’acquisto della parabola, con un voucher di 200-300 euro.

Tuttavia, con ogni probabilità sarebbe necessario fare una nuova gara con i fondi del PNRR per non incorrere nello stop della Commissione Ue e nei ricorsi dei competitor esclusi dalla partita.

Nuova gara ma con quali fondi?

Il Governo potrebbe decidere di indire un nuovo bando di copertura per i civici scoperti nelle Aree Grigie, usando i fondi del PNRR avanzati dal precedente bando Italia 1 Giga, pari a circa un miliardo di euro.

In tutto si potrebbe trattare di circa 500mila civici nelle aree grigie da coprire usciti dalla porta ma che potrebbero rientrare dalla finestra del PNRR con il ‘tesoretto’ di 1,5 miliardi rimasto nella disponibilità del Dipartimento per la Trasformazione Digitale dopo l’assegnazione dei bandi Italia 1 Giga e Italia 5G.

Piano BUL: nel 2023 raggiunta quota 5950 comuni, ma si fanno poche attivazioni

Oltre alle Aree grigie, i ritardi di copertura riguardano anche il Piano BUL e le aree bianche, progetto partito nel 2015 che in teoria avrebbe dovuto chiudersi nel 2020.

A fine 2023, si legge su Dday, Infratel Italia ha ufficializzato la disponibilità commerciale dei servizi in 5950 comuni italiani. Al 31 dicembre 2022 erano 4690, con un incremento di nuovi comuni collegati di 1260. Le unità immobiliari raggiunte potenzialmente dalla rete in fibra ottica hanno raggiunto quota 3.397.721, su un totale di 6.286.911 pianificate, pari al 54% del totale. Nel 2022 il numero era 2.332.982, si parla quindi di circa 1 milione di abitazioni in più raggiunte dalla rete in fibra ottica di proprietà pubblica e in concessione a Open Fiber.

Le attivazioni sono sempre bassissime rispetto all’offerta

Cresce anche il numero di unità immobiliari che hanno effettivamente attivato i servizi, anche se si parla di numeri estremamente bassi. Nonostante la copiosa offerta, con un totale di oltre 240 operatori attivi con le proprie offerte nelle aree bianche, se da un lato c’è da registrare sostanzialmente un raddoppio delle linee attive, 240.578 al 31 dicembre 2023, contro le 122.317 a fine dicembre 2022, il tasso di adozione è veramente basso, anche se si considera che si tratta di aree a fallimento di mercato. Anno su anno non migliora nemmeno il tasso di KO delle richieste di attivazione, che rimane fermo al 28%.

In teoria, anche nelle aree bianche il satellite potrebbe arrivare senza grossi intoppi.

Vedremo.

Vedi anche: Connettività satellitare, che cos’è e come funziona. Opportunità o minaccia per le Telco? Intervista a Michele Zorzi (Università di Padova) e Marco Giordani (Università di Padova)

Leggi anche: Il MEF insiste: la rete unica Fibercop-Open Fiber s’ha da fare. Ma KKR è d’accordo?

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