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“Istituire l’Agenzia sulla disinformazione”, l’emendamento di Italia Viva al Ddl Sicurezza

PALAZZO CHIGI,SEDE DEL GOVERNO, PIAZZA COLONNA

Creare un’Agenzia governativa contro le fake news, in particolare contro quelle che puntano a influenzare i processi democratici. Questo è l’obiettivo dell’emendamento di Italia Viva, a firma del deputato Mauro Del Barba, presentato al disegno di legge Sicurezza in discussione alla Camera dei Deputati. 

Nel dettaglio, l’emendamento di Italia viva punta a “istituire presso la presidenza del Consiglio l’Agenzia sulla disinformazione e la sicurezza cognitiva, attribuendole compiti in merito alle informazioni finalizzate al danneggiamento del corretto funzionamento dei processi democratici”.

Borghi (IV): “Serve un piano nazionale per la prevenzione e il contrasto alle nuove minacce derivanti dalle applicazioni basate sull’intelligenza artificiale. Una legislazione ad hoc contro la disinformazione avanzata”

Il vero “padre” di questa proposta è il senatore Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva e componente del Copasir. Nei giorni scorsi ha così motivato l’esigenza di dar vita all’Agenzia sulla disinformazione e la sicurezza cognitiva: 

“L’intelligenza artificiale”, ha affermato Borghi, “è destinata a mutare radicalmente, a trasfigurare, la quotidianità, le relazioni sociali, il lavoro, la sicurezza e anche le guerre. C’è un bisogno estremo di svegliare il decisore, perché non c’è una consapevolezza diffusa di quello di cui stiamo parlando. Non è un videogame ma il modo in cui si definiranno l’economia, la sicurezza, l’informazione, i diritti. Prima lo affrontiamo e prima eviteremo di essere sommersi”. 

Bisogna svegliare l’Europa e le liberal democrazie, perché la scala nazionale non basta. Ne va della nostra libertà e democrazia. 

Ma poi – ha spiegato ancora Borghi – abbiamo bisogno di risposte Paese per Paese, perché le minacce sono diverse le une dalle altre. Serve un piano nazionale per la prevenzione e il contrasto alle nuove minacce derivanti dalle applicazioni basate sull’intelligenza artificiale. Una legislazione ad hoc contro la disinformazione avanzata”. 

“Per questo”, ha detto, “abbiamo presentato un disegno di legge, che diventerà un emendamento alla Camera e poi, se non dovesse essere approvato, al Senato, al ddl sicurezza, per la creazione di una Agenzia nazionale per la disinformazione e la sicurezza cognitiva. È censura? No, è esattamente il contrario: serve a capire la differenza tra informazione e disinformazione”. 

Mauri (PD): “Una strategia nazionale per il contrasto agli attacchi informatici di tipo ransomware”

L’emendamento, in un primo momento dichiarato inammissibile, è stato riammesso dai presidenti delle Commissioni Affari costituzionali e Giustizia in cui si è svolta la discussione sul complesso degli emendamenti (sono oltre 300). Gli altri due emendamenti riammessi sono uno del democratico Matteo Mauri, responsabile sicurezza e cybersecurity del PD, secondo il quale (emendamento 28.05) è necessario “delegare al Governo per la definizione di una strategia nazionale per il contrasto agli attacchi informatici di tipo ransomware”.

Ricordiamo che anche nel 2023, il ransomware, si legge nella recente Relazione  dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, “si è confermato quale minaccia maggiormente significativa, soprattutto alla luce dell’impatto che ha avuto a livello nazionale”. L’Agenzia ha osservato 165 eventi diretti verso operatori privati e PA, con un incremento percentuale del 27% rispetto al 2022. 

Infine, l’altro emendamento è del forzista Tommaso Antonino Calderone, il testo è lo stesso presentato questa volta al Ddl cyber ora al Senato per “intervenire sulla disciplina dello stato giuridico, della progressione di carriera e dell’avanzamento del personale, proveniente dalle Forze Armate e dalle Forze di Polizia in servizio presso l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale”. In sostanza, se un esperto di cybersicurezza nelle Forze Armate e nelle Forze di Polizia avesse la possibilità di prestare servizio nell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN), qualora accettasse, rischierebbe di perdere il grado e non avrebbe la certezza della progressione di carriera, perché “in prestito” in ACN.

Punta a superare questo limite l’emendamento di Forza Italia per attrarre più cyber esperti dalle Forze Armate e Forze di Polizia verso l’Agenzia cyber nazionale.

L’esame del ddl Sicurezza riprenderà dopo le elezioni europee dell’8 e 9 giugno.

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