digital divide

Istat: 1 famiglia su 3 senza Internet, ma il 45% dei bimbi da 6 anni in su naviga tutti i giorni

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L'ISTAT ha comunicato i dati sull'uso delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione da parte degli italiani. Persiste il digital divide e per la prima volta disponibili le stime sull’occupazione in professioni ICT.

È un’Italia a luci e ombre quella che emerge dalla rilevazione condotta dall’ISTAT sull’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione da parte degli italiani. Quasi un terzo delle famiglie non ha ancora accesso a Internet da casa: questo è il dato che fa più scalpore dal rapporto Cittadini, imprese e Ict anno 2016.

Nonostante questo digital divide, rispetto al 2015 è aumentata dal 66,2% al 69,2% la quota di famiglie che dispone di un accesso a Internet da casa. E sono anche aumentati le case con una connessione a banda larga passado dal 64,4% al 67,4%: le Regioni con il minor tasso di diffusione della banda larga tra le famiglie sono Calabria e Sicilia.

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I bambini che navigano su Internet

L’altro aspetto positivo di quest’indagine ISTAT è leggere che il 63,2% delle persone di 6 anni e più si è connesso alla Rete negli ultimi 12 mesi (60,2% nel 2015) e circa il 45% accede tutti i giorni.

Più 60enni navigano sul web

Nell’uso di Internet l’età è ancora il principale fattore discriminante: sono i giovani a utilizzarlo di più (oltre il 91% dei 15-24enni) ma la crescita è significativa anche tra i 60-64enni (da 45,9% a 52,2%). Fra le persone che hanno usato Internet negli ultimi 3 mesi, l’85,8% ha fruito di contenuti culturali, il 57,8% ha utilizzato un social network e quasi un terzo ha pubblicato sul web contenuti di propria creazione.

Le aziende su internet

Si stima che il 71,3% delle imprese con almeno 10 addetti disponga di un proprio sito web o pagine su Internet (70,7% nel 2015); quasi tre imprese su dieci hanno sul sito un link al proprio profilo social mentre il 39,2% utilizza un social media (37,3% nel 2015). Solo il 15,6% utilizza più di uno strumento web 2.0.

Italiani poco digitali

La maggioranza degli utenti ha dichiarato di avere competenze digitali di base (35,1%) o basse (33,3%). Limitate anche le competenze digitali all’interno delle imprese: solo il 12,4% di quelle con almeno 10 addetti sceglie di svolgere le funzioni ICT per lo più con addetti interni mentre il 61,9% ricorre a personale esterno. In un anno, gli internauti che fanno acquisti online passano dal 48,7 al 50,5%; tra quelli che non hanno fatto acquisti negli ultimi 3 mesi il 40,9% ha comunque cercato informazioni su merci o servizi e/o ha venduto beni online.

Più aziende vendono online

Aumenta rispetto al 2015 la quota di imprese che vendono online (da 10% a 11%); si conferma un consistente divario tra piccole e grandi aziende. Smartphone e servizi cloud permettono la connessione alla Rete e l’accessibilità ai file sempre e ovunque: il 42,1% degli utenti di Internet usa gli smartphone per collegarsi mentre è fuori casa o lontano dal posto di lavoro; il 29% ricorre ai servizi cloud per salvare documenti o altri file per uso privato. Le piccole e medie imprese acquistano soprattutto servizi di cloud computing (posta elettronica, software per ufficio, archiviazione, hosting di database dell’impresa) di livello medio mentre una grande impresa su quattro utilizza servizi cloud di alta specializzazione. Il 9% delle imprese con almeno 10 addetti ha dichiarato di aver analizzato big data nel corso dell’anno precedente; il 7,9% attraverso personale interno all’impresa e il 2,9% ricorrendo a competenze esterne.

Quanti lavorano nell’ICT?

Nel 2015, sono 720mila le persone occupate in professioni ICT, il 7% in più rispetto al 2011, a fronte di una diminuzione dello 0,6% del totale degli occupati. L’incidenza sull’occupazione complessiva è stimata pari al 3,2% in Italia, al 3,6% in Francia, al 3,7% in Germania.

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