L’IPTV, o Internet Protocol Television, è una tecnologia diffusa in tutto il mondo che permette a chiunque, al costo di poche decine di euro, di consumare contenuti audiovisivi e televisivi in digitale, spesso in HD, e on demand per mezzo di una semplicissima connessione ad internet a banda larga o ultralarga.
Fin qui il suo mercato legale, che a livello globale, secondo Grand View Research, è atteso raggiungere il valore complessivo di 117 miliardi di dollari entro il 2025, per un pubblico attualmente stimato oltre i 130 milioni di abbonati.
Esiste però anche un lato negativo, la versione illegale di questa tecnologia, perché grazie ad una spesa contenuta e davvero alla portata di tutti, è possibile guardare partite e film, o serie tv, sfruttando canali pirata e in violazione del Diritto d’Autore.
Le IPTV illegali sono un fenomeno internazionale in crescita, in quasi tutti i Paesi del mondo. Secondo un Report di Sandvine, in Nord America, più del 5,5% della popolazione di Stati Uniti e Canada si è abbonato a servizi di IPTV pirata, soprattutto in aree urbane densamente abitate, con un aumento degli acquisti di set-top-box per lo streaming.
Nelle grandi città dei due Paesi, le IPTV pirata raggiungono addirittura il 7,3% della popolazione.
L’indagine dell’azienda canadese ha coinvolto quasi 20 milioni di persone tra Stati Uniti e Canada di 16 tra Stati e province.
In Europa la situazione è più o meno la stessa, con le IPTV illegali che hanno raggiunto il 4% degli utenti francesi, secondo quanto riportato da cnetfrance.fr, che fanno uso principalmente di servizi streaming, anche grazie al popolare lettore multimediale open source Kodi.
In Italia, stando alle stime diffuse dalla FAPAV, su dati Ipsos, si stimano circa 21 milioni di atti di pirateria di sport live all’anno e 4,6 milioni di persone, oltre i 15 anni, che guardano illegalmente eventi sportivi live, 1/4 tramite IPTV pirata, per un danno complessivo al settore di 348 milioni di euro.
Se ci allarghiamo al mercato asiatico, invece, i dati sono anche peggiori: il 15% degli utenti di Singapore ha acquistato box per servizi di streaming pirata (studio di Asia Video Industry Association e Coalition Against Piracy), in Thailandia questa percentuale sale al 45% degli utenti di sistemi IPTV, mentre in Cina il 64% della popolazione ritiene accettabile guardare contenuti audiovisivi piratati sia su IPTV, sia su piattaforme web, stando ai dati dell’indagine Irdeto.