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IPTV illegali, in Europa danni all’audiovisivo per 3,2 miliardi di euro. Nuova legge UE nel 2025? Il documento AAPA

Scarica l’Audiovisual Anti-Piracy Alliance 2024-2029 EU Manifesto

Il Manifesto 2024-2029 dell’AAPA

In Europa le pay tv hanno subito perdite per 3,21 miliardi di euro nel 2021 a causa dell’impatto della pirateria audiovisiva legate alle IPTV illegali. I gruppi criminali che operano online hanno guadagnato circa 1 miliardo di euro nello stesso anno.

Questo lo scenario riportato dal “Manifesto 2024-2029” pubblicato dall’Audiovisual Anti-Piracy Alliance (AAPA), in cui l’associazione che rappresenta le aziende europee impegnate nella protezione dei contenuti audiovisivi ha delineato le sue priorità politiche per i prossimi cinque anni.

Il manifesto illustra i danni economici e sociali causati dalla pirateria online dei contenuti audiovisivi e sportivi nei mercati dell’Unione europea (Ue), sottolineando che questo fenomeno sottrae finanziamenti e opportunità di crescita al settore, mettendo a repentaglio posti di lavoro.

Prendendo ad esempio la Germania, le perdite economiche annuali dovute alla pirateria live sono stimate a 1,8 miliardi di euro. Si tratta solo di una frazione di un problema molto più ampio che coinvolge numerosi metodi diversi.

IPTV illegali una minaccia per gli investimenti diretti all’industria dei contenuti

Le emittenti televisive a pagamento e le piattaforme di streaming hanno speso 20,8 miliardi di euro nel 2022 per i contenuti relativi al mercato europeo.

Di questa spesa, i contenuti originali costituiscono il 35% della spesa totale delle emittenti, seguiti dai diritti sportivi e dalla programmazione acquisita, che rappresentano rispettivamente il 28% e il 26%.

I settori dello sport e dell’audiovisivo contribuiscono insieme a oltre il 5% del prodotto interno lordo (PIL) totale dell’Unione europea e al 5% dell’occupazione del continente.

La pirateria mette a repentaglio questi investimenti, che hanno implicazioni dirette sull’occupazione, sul reddito imponibile, sul reinvestimento nei contenuti e sullo sviluppo dello sport di base.

Le proposte dell’AAPA

L’AAPA propone una serie di azioni per contrastare la pirateria, tra cui l’introduzione di una legislazione basata sui dati per combattere la pirateria dei contenuti live, il rafforzamento dell’applicazione del Digital Services Act, l’armonizzazione della protezione dei contenuti audiovisivi a livello dell’Unione europea e l’estensione della portata della legislazione per includere gli attori chiave spesso trascurati dalle iniziative precedenti, come i Content Delivery Network (CDN) e i reverse proxy (che recuperano i contenuti per conto di un client da uno o più server).

Inoltre, l’organizzazione evidenzia la necessità di una collaborazione più stretta con gli intermediari online per migliorare la sicurezza e proteggere i diritti di proprietà intellettuale nell’ambiente digitale.

Nel 2025 una nuova legge Ue antipirateria?

Il punto di domanda è necessario. Secondo il Manifesto, infatti, entro il 2025 l’Unione europea potrebbe lavorare ad una nuova legislazione dedicata proprio ad un maggior contrasto al fenomeno della pirateria audiovisiva e sportiva.

L’AAPA chiede alla Commissione europea di proporre una legislazione che garantisca la rimozione quasi immediata dei contenuti live, entro novembre 2025, sulla base dei risultati dell’esercizio di raccolta dati condotto dall’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO) e dalla Commissione europea

La Commissione europea dovrebbe dare priorità alla corretta applicazione e alla tempestiva esecuzione del DSA per salvaguardare i contenuti legittimi, secondo l’Associazione, che in aggiunta chiede che la pirateria sia trattata con la stessa urgenza di altri rischi sistemici individuati dal DSA e che i coordinatori dei servizi digitali (DSC) identifichino e affrontino con attenzione le questioni relative al nuovo regime di segnalazione attendibile.

Si sottolinea inoltre la necessità di chiarire la nozione di “ritardo ingiustificato” o “con priorità” nel contesto delle segnalazioni di contenuti illeciti, sostenendo che la rimozione dei contenuti live dovrebbe avvenire “quasi immediatamente”

L’AAPA chiede un sostegno completo da parte degli organi politici, legali e amministrativi per mitigare queste sfide.

Ciò include quadri giuridici rafforzati per perseguire la pirateria, una maggiore collaborazione tra le parti interessate del settore e campagne di sensibilizzazione del pubblico per ridurre la domanda di contenuti piratati.

L’Associazione chiede inoltre una legislazione innovativa basata sui dati per combattere la pirateria dei contenuti live, un’applicazione rafforzata della legge sui servizi digitali e un’armonizzazione della protezione dei contenuti audiovisivi a livello di Unione.

Pirateria e rischi per la sicurezza informatica

Non solo danni finanziari, ma anche gravi rischi per la sicurezza informatica degli utenti finali che consumano contenuti piratati.

Secondo il documento, i siti web illegali sono diventati una porta d’accesso per i criminali per infiltrarsi nei conti finanziari per far sparire denaro, attirare i consumatori in sofisticate truffe finanziarie ed esporre i bambini a contenuti per adulti.

Uno studio del 2022 sul malware e la pirateria audiovisiva ha rilevato che le infezioni da malware derivanti dai siti web pirata possono portare al furto di identità e a numerose frodi per il consumatore.

L’audiovisivo italiano ha perso 800 milioni di euro di fatturato nel 2023

I danni arrecati dalla pirateria online all’industria audiovisiva italiana, in termini di fatturato perso a causa della mancata fruizione legale di film e serie tv nel 2023, è stimata in 767 milioni di euro, secondo l’ultima indagine FAPAV/Ipsos.

Il danno in termini di fatturato perso direttamente a causa della mancata fruizione legale di sport live piratati nel 2023 è stato calcolato in 285 milioni di euro.

Se prendiamo in considerazione tutti i settori economici nazionali, il danno complessivo all’audiovisivo italiano è stato valutato attorno ai 2 miliardi di euro per l’anno passato e un impatto negativo sul PIL di oltre 800 milioni.

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