Cresce, si rafforza e si concretizza sempre di più in Italia il contrasto al fenomeno delle piattaforme televisive a pagamento, che offrono contenuti (film, serie ed eventi sportivi) in violazione della legge sul diritto d’autore.
Parliamo del mondo delle IPTV illegali e della pirateria audiovisiva, in particolare dell’operazione svolta dal Nucleo Speciale Beni e Servizi della Guardia di Finanza (GdF) che ha portato alla denuncia di 223 persone, clienti finali.
IPTV illegali e minacce alla sicurezza
“La recente operazione annunciata dal Nucleo Speciale Beni e Servizi della Guardia di Finanza in tema di contrasto alla diffusione di IPTV pirata – ha spiegato Federico Bagnoli Rossi, Segretario Generale della Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali (FAPAV) – si inquadra in un contesto strategico molto più ampio legato al fenomeno della pirateria che in Italia rimane un problema centrale sia per l’industria audiovisiva sia per il settore della cultura più in generale”.
“La strategia della nostra Federazione è quello di collaborare con le Forze dell’Ordine e le Autorità preposte per scardinare la piramide illecita e criminale che si cela dietro la pirateria, sia fisica sia digitale. Molto spesso gli utenti finali non sono a conoscenza delle conseguenze di un sistema sviluppato da organizzazioni con intento criminale”, ha commentato Bagnoli Rossi.
“Non c’è da aspettarsi che gli amministratori dei siti e di questi servizi, che ignorano le regole vigenti, realizzino degli spazi in cui l’esperienza del consumatore sia sicura: sono invece anche terreno fertile per furto d’identità, virus e violazioni dei dati personali e bancari e dei sistemi informatici”, ha precisato il Segretario FAPAV.
Danni economici
L’obiettivo di FAPAV, ha ricordato Bagnoli Rossi, è “colpire il business criminale della pirateria, che genera ingenti guadagni, e realizzare iniziative di sensibilizzazione nei confronti dei consumatori”. I dati della ricerca FAPAV/Ipsos dedicata alla pirateria audiovisiva nel nostro Paese hanno evidenziato i nuovi confini tra offerta legale e illegale, ma anche un danno economico estremamente rilevante: “oltre 600 milioni di euro di fatturato persi dall’industria, 369 milioni stimati come danno sull’economia italiana in termini di PIL, quasi 6 mila posti di lavoro persi”, ha specificato il Segretario Generale FAPAV.
“Sono numeri allarmanti che impattano in modo evidente sugli investimenti di un comparto industriale e culturale che ha sempre rappresentato per il nostro Paese un vanto, anche a livello internazionale”, ha infine sottolineato Bagnoli Rossi.