Potenziare i prodotti e i servizi innovativi di Poste, in particolare sul fronte della digitalizzazione, per affrontare al meglio l’Ipo del 40% del Gruppo prevista per il prossimo autunno. Questo in sintesi un messaggio forte del sindacato al MEF, azionsita di Poste, in occasione del convegno organizzato oggi dalla Slc Cgil “Scelte per l’Italia. Poste: infrastrutture digitali, logistica integrata e capitale umano”. Il sindacato ammonisce poi il Tesoro a non ripetere nel processo di collocamento gli errori stessi errori compiuti a suo tempo nel processo di privatizzazione di Telecom Italia.
“Quando parliamo di Poste e della sua riorganizzazione non dobbiamo mai dimenticare che è anche custodia del risparmio di tanti italiani – ha detto Susanna Camusso, Segretario Generale della Cgil nel suo intervento rilanciato su Twitter – L’importanza dei servizi di pubblica utilità, dalla scuola al trasporto pubblico, alle Poste” è fondamentale e questi servizi ”devono essere accessibili per tutti. Nei servizi pubblici universali l’obiettivo non è il profitto ma la pubblica utilità. Ma davvero pensiamo che tutti in Italia siano informatizzati? Il pubblico deve assicurare servizi anche a chi non lo è”.
“Poste è la più grande azienda italiana e ha deciso una parziale privatizzazione a breve – ha detto Massimo Cestaro, segretario generale Slc Cgil – Il nostro auspicio è che nel processo di privatizzazione non si ripetano gli stessi errori che si sono verificati in occasione di quella di altri grandi gruppi, in primo luogo Telecom Italia. Questo è un paese strano, dove politica e manager hanno la propensione ad ammazzare le aziende. A suo tempo, la STET era il quinto gruppo Tlc al mondo”.
In altre parole, il sindacato invita il MEF a fare attenzione in questa fase delicata e di ricordare che Poste ha rapporti con 30 milioni di soggetti, fra cittadini e aziende, e ad evitare “la disintegrazione di efficienza ed efficacia del gruppo – aggiunge Cestaro – Se pensiamo all’Agenda Digitale, Poste può avere un ruolo importante per la crescita culturale del Paese, senza dimenticare il servizio universale”.
Sul piano industriale quinquennale proposto dall’amministratore delegato Francesco Caio il sindacato è già in fase di confronto.
Da parte del Governo, il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli esprime “la volontà di accompagnare il processo di trasformazione di Poste, senza disperdere il ruolo della filiera nella società civile – dice – Quali che siano i processi di privatizzazione di Poste, nei quali non mi voglio addentrare, l’azienda non deve smarrire il ruolo che va al di là del servizio universale”.
In questa fase di confronto, il Mise ha chiesto a Poste di aprire un confronto serrato con sindaci ed enti locali, per diminuire al minimo la chiusura degli uffici postali sul territorio. “Al di là dei numeri nudi dell’Agcom – aggiunge Giacomelli – riteniamo che il confronto serrato fra le Poste, che in molti comuni piccoli e montani sono l’avamposto del pubblico, e i sindaci sia fondamentale. E’ nostra intenzione inserire il confronto con gli enti locali come aspetto costitutivo del contratto di servizio perché la specificità territoriale di Poste va salvaguardata. Dobbiamo accompagnare i processi positivi di innovazione di Poste anche rispetto alle nuove tecnologie senza smarrire la tenuta dei servizi. E su questo c’è sintonia con l’attuale dirigenza del Gruppo”.
La relazione di Cinzia Maiolini, segretaria nazionale Slc Cgil, analizza nel dettaglio il quadro di Poste Italiane, le sue esigenze e gli obiettivi da raggiungere in termini di ristrutturazione della divisione Posta-Logistica-Corrispondenza prima della Ipo.
“Il Gruppo Poste Italiane è una grande realtà infrastrutturale del Paese ed ha, nella sua stessa variegata composizione, una potenzialità di ulteriore sviluppo del servizio reso ai cittadini, alle PMI, alla PA, fornendo servizi di qualità con un mix di utilizzo dei canali digitali e fisici”, ha detto Maiolini, precisando che il ruolo di Poste nella realizzazione dell’Agenda Digitale dovrà contare sulla “rete di uffici pubblici” (circa 20 mila sul territorio nazionale, tutti connessi a banda larga ndr), da sfruttare come punti di accesso a nuovi servizi che vanno dalla fatturazione elettronica ai pagamenti virtuali.
In ottica digitale, “Poste può mettersi al servizio del paese – aggiunge Maiolini – ma la riorganizzazione del recapito e della logistica merita piano attento e lungimirante. Poste è naturale custode, elaboratore e vettore di dati tra cittadino e Pubblica Amministrazione”.
“Il ruolo di Poste è fondamentale nella cultura digitale del Paese. Chi non ha un computer può andare in un ufficio postale e usarne uno là, se è impossibilitato a uscire di casa può venire il postino con lo smartphone ad aiutare. Chiudere gli uffici postali sarebbe una grande cretinata”. Lo ha detto Cesare Avenia, ex presidente di Asstel.
“In Italia siamo indietro rispetto all’Europa per distribuzione della banda larga, ma siamo ancora più indietro nell’utilizzo di queste tecnologie da parte dei cittadini e delle aziende”, ha aggiunto Avenia che vede nelle Poste un ruolo importante per ‘insegnare’ alle persone ad utilizzare internet e le sue potenzialità.
Anche perché “va bene investire nel settore”, spiega Avenia, “ma se poi imprese e cittadini non ci vengono dietro con l’adozione delle tecnologie” il rischio è che finiscano i soldi a causa “di questo gap che si allarga sempre di più tra utilizzo e investimento”.
Il convegno è stato moderato da Michele Azzola, segretario nazionale Slc Cgil e hanno partecipato Massimo Cestaro, segretario generale Slc Cgil, Antonello Giacomelli, Sottosegretario alle Comunicazioni e Susanna Camusso, Cinzia Maiolini, segretaria nazionale Slc Cgil, Segretario Generale della Cgil, Giovanni Cazora, consigliere AgCom; Magda Culotta, IX Commissione Camera dei Deputati (Trasporti, poste e telecomunicazioni); Stefano Esposito, Vice presidente VIII Commissione permanente (Lavori pubblici, comunicazioni); Michele Mognato, IX Commissione Camera dei Deputati (Trasporti, poste e telecomunicazioni).