L’IoT non può essere ridotto ad un fenomeno tecnologico. Il mondo dell’Internet of Things, degli oggetti connessi, è qualcosa di molto più ampio e radicale, cominciato qualche anno fa e destinato a cambiare alla radice il modo di fare business delle aziende e l’attività delle pubbliche amministrazioni anche in ottica di spending review. Ne è convinta Vodafone Italia, che ha scommesso sull’IoT investendo molto e in anticipo, a partire dall’acquisizione di Cobra due anni e mezzo fa, la società specializzata in soluzioni M2M per il settore Auto e Insurance, oggi Vodafone Automotive. Delle prospettive di crescita dell’IoT nei vari settori – dal Retail all’Insurance, passando per la raccolta rifiuti fino alla gestione di flotte e all’ottimizzazione dei percorsi dei mezzi pubblici – abbiamo parlato con Alessandro Canzian, Responsabile Marketing Corporate di Vodafone Italia.
Key4biz. Come si è mossa Vodafone Italia per raccogliere la sfida dell’IoT?
Alessandro Canzian. Ci siamo mossi per tempo, anzi in anticipo sui tempi, assumendoci dei rischi. Grazie a un piano di investimenti da 3,6 miliardi per lo sviluppo della banda ultralarga in Italia, oggi la nostra rete 4G, che ha superato il 96% della popolazione ed è stata riconosciuta come la migliore rete mobile 4G in Italia, consente di raccogliere dati da migliaia di sensori e di comunicare a milioni di telefoni contemporaneamente e con grandi prestazioni. Un altro elemento determinante è stata la partecipazione alla definizione degli standard delle nuove tecnologie, come abbiamo fatto per il Narrowband IoT, che permetterà di usare la rete 4G e l’Lte per collegare i sensori con una maggior capacità di penetrazione, consentendo di connettere sensori che si trovano leggermente al di sotto del livello della strada. Sensori che si trovano un po’ ovunque, all’interno delle case e delle cantine come nel caso dei contatori elettrici. Sensori a prezzi contenuti che hanno batterie con un tempo di vita fino a 10 anni.
Key4biz. Quante aziende hanno già adottato l’IoT per il loro business?
Alessandro Canzian. A livello globale, un’azienda su quattro usa già soluzioni IoT e il 40% delle restanti ha intenzione di farlo entro due anni. Due aziende su tre hanno già iniziato a trarre vantaggi dalla possibilità di mettere in connessione oggetti, prodotti e modalità di lavoro. L’81% delle imprese che hanno adottato soluzioni IoT hanno già ottenuto dei risultati: sono più vicine ai loro clienti, hanno ridotto i costi operativi e, in alcuni casi, hanno inventato nuove fonti di ricavi.
Key4biz. Su cosa è basato un progetto IoT per Vodafone?
Alessandro Canzian. Il primo elemento è la connettività su tutta la rete 4G di Vodafone senza frontiere per i nostri clienti. C’è poi il funzionamento ad alte prestazioni, sempre e dappertutto, degli oggetti connessi. Un altro elemento importante è il sensore, che, connettendosi alla rete, riesce a misurare fenomeni fisici diversi.
Key4biz. A cosa serve il sensore?
Alessandro Canzian. Il sensore permette di tenere insieme il mondo digitale dei dati con il mondo fisico degli oggetti, delle autovetture, del riscaldamento, dei contatori ma anche quello dei collari degli animali domestici, che muniti di sensori ne consentono il costante tracciamento via Gps. Per lo sviluppo dei sensori, è centrale il know how di Vodafone Automotive, in grado non solo di progettare i dispositivi e i sensori ma anche di svilupparne il software e farne i test necessari. All’inizio di una rivoluzione industriale come questa, riteniamo che sia importante presidiare tutta la catena del valore, a partire anche dalla produzione dell’hardware, che viene prodotto in Italia.
Key4biz. E poi? Che altro serve?
Alessandro Canzian. Tutte le informazioni raccolte devono essere gestite, memorizzate, elaborate. E tutto questo deve avvenire in modo sicuro, in piattaforme che sono all’interno della rete. Alcune aziende hanno economie di scala che consentono di costruirsi da sole queste piattaforme, ma nella gran parte dei casi le aziende hanno bisogno di sistemi cooperativi, che all’interno di un ecosistema possano utilizzare il vantaggio tecnologico di diversi contributori per condividerei benefici e ridurre le barriere all’ingresso. Questo è il ruolo che abbiamo noi oggi nell’IoT, quello di essere un abilitatore capace di ridurre a monte le barriere nell’utilizzo della tecnologia e di mettere a disposizione qualcosa che arriva da mondi diversi.
Key4biz. Quali sono i settori che sfruttano già l’IoT?
Alessandro Canzian. In primo luogo, c’è il mondo delle Connected Cars, che ha trainato i volumi e la crescita esponenziale di questo mercato negli ultimi tre anni. In Italia ci sono milioni di auto connesse. Milioni di guidatori che, grazie ai dati che vengono raccolti nelle scatolette montate nelle loro autovetture, usufruiscono di sconti sulle loro polizze assicurative e beneficiano di chiarezza e di sicurezza nella gestione, per esempio, degli incidenti e nel rimborso dei sinistri. Ma non solo, ci sono casi come quello di Enjoy o la WiBike di Piaggio che sfruttano l’IoT per il business. Ci sono diversi modelli di business che non erano pensabili prima e che ora lo sono.
Key4biz. Altri settori che beneficiano dell’automazione dei sensori?
Alessandro Canzian. L’automazione della casa e degli small office è un elemento nel quale noi crediamo molto. Certamente le nostre case, dove ci sono elementi di connettività che permettono di controllare il riscaldamento, gli ingressi, di fare in modo che le finestre siano sempre presidiate, che ci siano delle videocamere che permettono di verificare cosa sta succedendo in casa con dei sensori che consentono di verificare eventuali allagamenti in nostra assenza, informando immediatamente qualcuno per il pronto intervento evitando danni.
Un altro settore è quello delle soluzioni sviluppate per praticare lo sport in sicurezza e vivere la città in maniera differente, ad esempio grazie al tracciamento della posizione. Senza dimenticare le opportunità legate ai wearable.
Key4biz. E sul fronte dell’industria e della PA? Alcuni esempi?
Alessandro Canzian. I processi produttivi possono essere radicalmente cambiati e resi più efficienti usando sensori e tecnologia di misurazione della performance. E’ un ambito che si trova agli albori e probabilmente è quello che ha i maggiori vantaggi economici potenziali.
Lo stesso vale per le Utilities, in termini di riduzione dei costi ad esempio nella raccolta differenziata dei rifiuti. Ottimizzando i percorsi dei camion di raccolta rifiuti si possono abbattere i costi di trasporto del 15%. Lo stesso vale per la logistica e i percorsi dei mezzi pubblici: l’ottimizzazione dei percorsi in base ai flussi di traffico è un’altra possibilità che interessa certamente le municipalizzate.
La gestione dei parcheggi, poi, è una fonte di reddito per le amministrazioni locali e di utilità per i cittadini. Quindi riuscire a sapere se i parcheggi in centro sono occupati prima di uscire è già un elemento di valore. Poi se oltre a trovarlo libero posso anche prenotarlo e pagarlo in anticipo è un meccanismo importante.
Key4biz. Altri esempi più consumer?
Alessandro Canzian. Il modo di fare la spesa sta cambiando. Da un lato, c’è chi preferisce fare acquisti online, con l’eCommerce, ma c’è anche chi preferisce andare in negozio e acquistare facendosi guidare e toccando con mano i prodotti. C’è chi comincia la sua esperienza di acquisto online e la termina in negozio, per provarsi magari un paio di scarpe, o chi mentre si prova qualcosa in negozio controlla sul telefono il prodotto che gli interessa e lo confronta con altre offerte online. Tutte queste esperienze di acquisto possono essere rese più piacevoli per i clienti. Il tracciamento degli oggetti, ad esempio degli acquisti online, per sapere in ogni momento a che punto è la consegna del nostro ordine è un vantaggio per il trasportatore ma anche un’informazione che interessa al cliente finale.
Key4biz. E le smart city?
Alessandro Canzian. Le smart city per noi sono città dove i sensori misurano tante cose: il traffico, gli spostamenti delle persone, come viene usata l’energia, il grado di riempimento dei cassonetti dei rifiuti e dei cestini, soprattutto nei centri storici, per evitare che strabordino e per intervenire in maniera tempestiva, in caso di necessità. In ambito di smart city le potenzialità da esplorare sono davvero tante, tanto nei piccoli quanto nei grandi comuni.