La tecnologia in casa è utile. Al di fuori dei dati di mercato, dell’attrattività o meno di un gadget elettronico e delle complicazioni relative alla sicurezza del dispositivo stesso e di chi lo usa, l’innovazione digitale è entrata nelle nostre abitazioni e sta diventando via via necessaria ad una serie di funzioni, soprattutto di controllo, monitoraggio e sostegno alle persone più anziane.
Il progetto europeo “Activage” promuove l’utilizzo dell’Internet of Things (IoT) in ambiente domestico tra gli over 65. In Emilia Romagna, partner dell’iniziativa sono l’Ausl di Parma e Lepida. loro compito, si legge in un comunicato della società in house della Regione, è ascoltare i pazienti, gli assistenti e i professionisti coinvolti, per cercare di capire come migliorare ad esempio l’accessibilità delle persone a queste tecnologie.
Sull’argomento è stato condotto uno studio, tra febbraio e maggio 2019, basato su quattro focus group a Parma, condotti dalla psicologa Cristiana Damini, che hanno coinvolto 22 persone. Gli incontri sono stati indirizzati a 3 target diversi: pazienti con ictus (Target A), professionisti sociosanitari (Target B) e caregiver (Target C).
I risultati hanno evidenziato, per tutti e tre i gruppi, che “il monitoraggio della vita quotidiana dei pazienti, grazie all’installazione di apparecchi/dispositivi posti nelle loro abitazioni, rappresenta un valore aggiunto sia per i pazienti stessi che per i loro caregiver. Strumenti di questo tipo offrono la possibilità di incidere sulla qualità della vita dei pazienti, così come sull’impatto in termini di efficacia della cura/terapia applicata: “la sensazione è quella di sentirsi accompagnato””.
Disporre di sensori in casa, di device interattivi, sembra quindi che sia una condizione apprezzata dai pazienti, perché per alcuni “rappresenta uno stimolo al movimento e all’interazione” e in generale “rappresenta un utile momento di verifica della propria situazione clinica”.
Altro elemento positivo, stavolta evidenziato dagli assistenti sanitari a servizio domestico presso il paziente, è il vantaggio di avere un dispensatore di farmaci automatizzato ed interattivo (“Pill dispenser”): “il monitoraggio dell’assunzione dei farmaci e l’aderenza alla terapia diventano un fattore decisivo per la tranquillità del caregiver, di conseguenza le tecnologie in questo ambito hanno un buon livello di accettabilità e rappresentano un possibile campo su cui concentrare gli investimenti”.
In un commento di un paziente raccolto dallo studio, si legge: “”il dispenser è molto utile… se non prendo i farmaci suona e si illumina. A me ha tolto tanta ansia, perché la somministrazione dei farmaci viene gestita in automatico e questo mi dà molta tranquillità“.