Inwit non è più in vendita, anzi accelera sugli investimenti. La società delle torri di Telecom Italia ha chiuso il primo semestre del 2016 con utili per 48,6 milioni di euro, a fronte di ricavi per 164,9 milioni e un Ebitda di 79,7 milioni. La performance del secondo trimestre dell’anno è stata in netta crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con utili per 25,1 milioni di euro (+17,6%) e ricavi per 83,2 milioni (+5,4%), a fronte di un Ebitda di 40,8 milioni (+16,7%). L’indebitamento è pari a 82,3 milioni.
Visti i numeri, il Cda ha deliberato un percorso di accelerazione degli investimenti di 150 milioni di euro per il prossimo biennio, in vista di un incremento dell’Ebitda a due cifre, superiore a precedenti stime.
I fondi saranno destinati a raddoppiare a 500 il numero di siti da realizzare entro il 2018 per la copertura 4G degli operatori e ad anticipare di due anni il piano di copertura delle microcelle, che entro il 2018 saranno 4 mila in vista del 5G. L’obiettivo è essere attrezzati al prossimo avvento delle nuove reti 5G, che hanno bisogno di microcelle per garantire una copertura capillare del segnale, soprattutto in ambiente urbano.
Dopo il congelamento delle trattative per la cessione di quote voluto dal nuovo ad di Telecom Italia Flavio Cattaneo (offerte erano arrivate da Cellnex e Ei Towers), Inwit punta invece alla costruzione di 500 nuovi siti per sostenere la maggior domanda da parte di TIM (main contractor) e degli altri operatori per il completamento della copertura 4G; alla realizzazione di 4 mila small cell per il 5G e infine all’aggiunta in portafoglio di un nuovo servizio di backhauling in fibra, con il collegamento di almeno mille torri.