Tim e Vodafone hanno offerto alla concorrenza un certo grado di accesso alla loro infrastruttura per mitigare le preoccupazioni dell’Antitrust Ue in relazione alla proposta di fusione delle torri in Inwit. Lo rende noto la Reuters, che ha visionato il documento inviato a Bruxelles nel quale si legge che la nuova entità renderà disponibili circa 630 siti all’anno in città con più di 35mila abitanti per un periodo di 8 anni.
La proposta
In base alla proposta, il numero di siti messi a disposizione dei concorrenti diminuirebbe gradualmente fino a meno di 400 all’anno nel quinto anno, portando a circa 4mila il numero complessivo di siti messi a disposizione dei concorrenti. La Direzione Generale Concorrenza della Commissione Ue chiederà ora il parere ai concorrenti e ai consumatori prima di decidere se accettare o meno l’offerta così com’è, se richiedere ulteriori rimedi oppure se aprire una Fase 2 di indagine più ampia. Il responso della Commissione Ue sulla Fase 1 della richiesta di merger è stata spostata al 6 marzo.
L’operazione
L’operazione prevede che Vodafone conferisca le sue torri in Inwit, società delle torri Tlc partecipata al 60% da Tim. Una volta chiuso il deal, Tim e Vodafone avrebbero ciascuna una quota del 37,5%, mentre una quota del 25% sarebbe ceduta ai fondi.
In Borsa
Negli ultimi 12 mesi il titolo Inwit ha già guadagnato oltre il 46,5% e il titolo in mattinata veleggia a 10,58 euro in aumento dell’1,58%.