Suigo (INWIT): “Le nostre infrastrutture digitali e condivise, già utilizzate per il monitoraggio ambientale, con il monitoraggio degli incendi sono sempre più al servizio dei territori e sentinelle a tutela della biodiversità, prezioso patrimonio da proteggere”.
Zampetti (Legambiente): “I roghi per lo più dolosi sono una piaga del nostro Paese. Servono azioni di prevenzione e politiche mirate, ma è fondamentale anche l’utilizzo delle nuove frontiere tecnologiche per rilevare tempestivamente gli incendi e agire di conseguenza”.
Al centro del progetto l’Abruzzo: primi territori coinvolti i Comuni abruzzesi di Pescasseroli (AQ), all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e di Pettorano sul Gizio (AQ), nella Riserva Naturale Regionale Monte Genzana Alto Gizio.
Entro il mese di agosto, le implementazioni del monitoraggio incendi anche nella Riserva Naturale Regionale Lecceta di Torino di Sangro (CH), nella Riserva Naturale Bosco Don Venanzio a Pollutri (CH) e nel Comune di Civitella Roveto (AQ) per monitorare l’area della Longagna.
Estesa la partnership con Legambiente
Si estende al monitoraggio e alla prevenzione degli incendi boschivi, una delle principali minacce per le foreste italiane, la partnership tra INWIT, primo tower operator italiano, e Legambiente, già alleate per il monitoraggio della qualità dell’aria. Un’alleanza che trova il suo campo d’azione in Abruzzo. I primi territori coinvolti in questa nuova fase sono i Comuni abruzzesi di Pescasseroli (AQ), all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e di Pettorano sul Gizio (AQ), nella Riserva Naturale Regionale Monte Genzana Alto Gizio, nei quali è stata installata la tecnologia. Seguiranno, entro il mese di agosto, le implementazioni del monitoraggio incendi nella Riserva Naturale Regionale Lecceta di Torino di Sangro (CH), nella Riserva Naturale Bosco Don Venanzio a Pollutri (CH) e nel Comune di Civitella Roveto (AQ) per monitorare l’area della Longagna.
Sulle 5 torri di INWIT presenti in questi territori saranno installati in totale 5 gateway e 9 telecamere smart, su cui è integrato un software di intelligenza artificiale in grado di rilevare tempestivamente gli incendi. La localizzazione sulla sommità delle torri garantisce inoltre una posizione privilegiata che consente di massimizzare l’area sotto osservazione. La distanza massima che le telecamere possono coprire varia a seconda delle caratteristiche orografiche del luogo e delle dimensioni relative del pennacchio di incendio. Il raggio di osservazione è mediamente di 2 km intorno al punto di localizzazione, ma in determinati casi è possibile arrivare fino a 5 km, per un’area massima coperta di circa 80 km quadrati. Le apparecchiature sono in grado di funzionare anche in condizioni ambientali difficili e, grazie all’AI, di distinguere il fumo dei camini da quello degli incendi.
Suigo (INWIT): ‘Le nostre torri per la tutela dell’ambiente e della biodiversità’
“I progetti di monitoraggio ambientale e degli incendi che stiamo portando avanti rappresentano un concreto esempio dell’integrazione della sostenibilità nel nostro business. La realizzazione di queste attività conferma il valore per il territorio e il ruolo delle nostre infrastrutture digitali e condivise che, oltre ad abilitare il 4G e il 5G degli operatori, possono ospitare anche tecnologie diverse, offrendo più servizi integrati ed innovativi, in grado di contribuire attivamente anche alla tutela dell’ambiente e della biodiversità – ha detto Michelangelo Suigo, Direttore Relazioni Esterne, Comunicazione e Sostenibilità di INWIT – La solida partnership con Legambiente, dopo il monitoraggio dell’ambiente e dell’inquinamento atmosferico nei Parchi, si rafforza e si rilancia con il monitoraggio e la prevenzione degli incendi grazie alle nostre torri, sentinelle a supporto del grande lavoro delle Istituzioni preposte, e all’intelligenza artificiale”.
Zampetti (Legambiente): ‘Tecnologia nostra alleata contro gli incendi dolosi’
“La tecnologia – dice Giorgio Zampetti, Direttore Generale di Legambiente – rappresenta una valida alleata nel monitoraggio e nella tutela dell’ambiente e della biodiversità. Negli anni sono cresciute le attività in cui le nuove frontiere tecnologiche unite allo sviluppo del digitale e dell’intelligenza artificiale danno un supporto sempre più strategico. I progetti di monitoraggio ambientale e degli incendi, che abbiamo avviato con INWIT, dopo quelli sulla qualità dell’aria, vanno proprio in questa direzione ed hanno al centro un tema delicato e con ricadute pesanti sui territori. Gli incendi, il più delle volte di origine dolosa, rappresentano infatti una piaga del nostro Paese come denunciamo da anni con il nostro rapporto annuale Ecomafia. Un fenomeno, portato avanti da persone senza scrupoli, che va fermato con azioni di prevenzione e politiche mirate su cui Governo, Regioni e Comuni devono intervenire in maniera sinergica, ma anche informando e sensibilizzando i cittadini, e avvalendosi dell’uso delle migliori tecnologie per rilevare tempestivamente i roghi e agire di conseguenza come propongono e stanno facendo in via sperimentale INWIT e Legambiente”.
INWIT-Legambiente, partner dal 2023
Nel luglio 2023 INWIT e Legambiente avevano già dato il via ad un progetto che portava ad un’evoluzione del ruolo delle infrastrutture digitali e condivise grazie all’installazione sulle torri di INWIT di sensoristica IoT, videocamere smart e gateway per il monitoraggio ambientale e per scopi di prevenzione incendi. In particolare, era stata avviata un’attività di monitoraggio dell’inquinamento atmosferico in quattro aree naturali dell’Appennino centrale: il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, il Parco Nazionale della Maiella, la Riserva Naturale Zompo lo Schioppo e, infine, la Riserva Naturale Monte Genzana Alto Gizio. L’iniziativa, tuttora attiva, consente di creare una base-dati a lungo termine relativa alla qualità dell’aria nei luoghi monitorati, in modo da favorire l’identificazione di eventuali rischi o impatti negativi e stimolare l’adozione di misure correttive sia da parte degli attori del settore pubblico sia da parte dei privati che operano nelle zone coinvolte dal progetto.
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