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Intesa è la banca che vale di più in Italia, 38,86 miliardi

Nella classifica delle banche italiane per capitalizzazione la lotta è tutta tra due colossi: Intesa San Paolo e Unicredit. L’istituto bancario torinese è al primo posto con 38,86 miliardi, mentre quello milanese segue con 22,93, tutti gli altri sono a lunga distanza. L’indicatore esaminato è in questo caso il market cap, ovvero il valore di mercato di un’azienda, che viene dato dalla moltiplicazione del numero delle azioni per il prezzo di ognuna di queste in un dato momento. Per esempio nel caso di Intesa stiamo parlando di 19.430.463.305 azionida moltiplicare per 1,98 euro circa. È così che si arriva a 38,86 miliardi.

La classifica delle banche italiane per capitalizzazione

Come è facile immaginare questo vuol dire che il valore di una banca o di un’impresa può variare ogni minuto, spesso anche di molto in occasione di shock positivi o negativi, di rally o di crolli di Borsa. Ciononostante guardare alla sua capitalizzazione viene ritenuto molto utile da chi deve effettuare decisioni di investimento, anche più del prezzo della singola azione, perché dà un’idea piuttosto precisa delle dimensioni dell’azienda, e quindi, in qualche modo, anche della sua solidità. Un’azione di un’impresa quotata può avere un valore inferiore a quella di un’altra, ma il market cap di quest’ultima può essere più grande perché è stato emesso un numero superiore di quote.

Al terzo posto in classifica c’è Mediobanca

Chi ricopre quindi le prime posizioni nella classifica delle banche italiane per capitalizzazione? Dopo un primo e secondo posto scontato il terzo è occupato da Mediobanca. L’istituto fondato da Enrico Cuccia, che si occupa prevalentemente di Corporate & Investment Banking e gestione dei patrimoni, vale complessivamente 8,05 miliardi, dunque 2,8 volte in meno di Unicredit, al secondo posto. Quarta è Fineco Bank, in precedenza proprietà di Unicredit e dal 2019 indipendente, tra gli istituti leader in Italia nel campo del trading online e pioniere nell’ambito dei servizi internet. Il suo market cap è di 7,7 miliardi di euro.

Dopo viene un’altra realtà non tradizionale, Banca Mediolanum, specializzata nella consulenza finanziaria e nell’asset management. L’istituto della famiglia Doris vale 5,28 miliardi di euro. Nelle successive posizioni troviamo, come si vede nella nostra infografica, le altre principali banche italiane. Banco Bpm, per esempio, che ha una capitalizzazione di 4,82 miliardi e Banca Generali, simile a Mediolanum nella vocazione prevalente verso il Private Banking, con 3,65 miliardi. All’ottavo, nono e decimo posto vi sono poi Bper Banca, che vale 2,61 miliardi, Credito Emiliano (2,09) e Monte dei Paschi di Siena (0,75).

E’ cambiata la classifica delle banche italiane per capitalizzazione

Se un tale ranking fosse stato realizzato solo pochi anni fa, prima del Covid, non sarebbe stato molto diverso, ma qualche posizione e, soprattutto, gran parte dei valori, sarebbero stati differenti. La capitalizzazione di Unicredit a fine 2019 era di 29,18 miliardi di euro, un po’ meno distante da quella di Intesa, che aveva raggiunto i 41,27. L’istituto milanese ha infatti sofferto di più la prima fase della pandemia, perdendo metà del proprio valore nella primavera del 2020. Banca Mediolanum, poi, appena prima della pandemia superava di poco Fineco Bank. Avevano un market cap rispettivamente di 6,59 e di 6,54 miliardi, mentre oggi la seconda sopravanza la prima di 2,42 miliardi.

Le quotazioni di Fineco hanno avuto un andamento particolarmente positivo negli ultimi due anni, migliore anche di quello delle azioni dei big del settore. Già nel giugno 2020 avevano recuperato tutte le perdite legate al Covid di poche settimane prima, e ora, nonostante la fase di ribasso a causa della guerra in Ucraina, rimangono a un livello maggiore dei massimi pre-pandemia, mentre nel caso di Intesa il valore in Borsa è del 20% inferiore rispetto a quello di febbraio 2020.

Il valore di Monte Paschi di Siena si è dimezzato in meno di due anni e mezzo

Per quanto riguarda le altre posizioni nella classifica delle banche italiane per capitalizzazione, a fine 2019 erano le stesse di oggi. Il market cap di tutti gli altri istituti da allora è cresciuto, fatta eccezione per quello di Monte dei Paschi di Siena: il suo valore complessivo era di 1,59 miliardi, allora, ed è sceso nel frattempo alla metà. Il Covid in questo caso, però, c’entra poco. Il calo delle quotazioni della banca toscana era cominciato da tempo, per le note difficoltà che hanno rischiato di farla fallire e ne hanno determinato l’acquisizione da parte dello Stato.

Intesa San Paolo è la terza azienda italiana per valore

La banca italiana con la maggiore capitalizzazione, Intesa San Paolo, è anche tra le imprese più grandi del nostro Paese. Il suo market cap è il terzo più alto in Italia, dopo quelli di Enel, 62,42 miliardi di euro, e di Eni, 50,38 miliardi. Supera Ferrari, 34,33 e Generali, 27,4. Dopo queste aziende viene Unicredit, che precede grandi realtà come Atlantia, Snam, Terna.

A livello internazionale, però, quelle che all’interno del nostro Paese appaiono come dei colossi scompaiono davanti alle grandi corporation. Basti pensare che quella con la capitalizzazione più alta, il gigante del petrolio Saudi Aramco, vale 2.250 miliardi di euro, circa 36 volte più di Enel. Sopra i 1.000 miliardi vi sono anche Apple, Microsoft, Alphabet (Google).

A livello internazionale, però, Intesa è solo 401esima

La banca con il market cap maggiore a livello globale, JP Morgan Chase, vale 347,58 miliardi di euro, 9 volte in più di Intesa. Quest’ultima si classifica solo 52esima tra gli istituti bancari mondiali, e 401esima tra tutte le aziende, superata di poco da marchi noti come Volvo e Uber, ma anche da centinaia di imprese sconosciute al grande pubblico italiano. La scarsa capitalizzazione delle aziende italiane è un problema antico e strutturale, che colpisce soprattutto quelle più piccole, che per questo motivo storicamente ricorrono al credito, alla leva finanziaria, più di quanto facciano quelle di altri Paesi. Non risparmia, tuttavia, neanche le più grandi.

I dati si riferiscono al: 2022

Fonti: Borsa Italiana

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