Finalmente è stato pubblicato il decreto ed il manuale operativo di Infratel per l’assegnazione dei Voucher destinati a sostenere la banda ultralarga per famiglie con ISEE sotto ai 20mila euro. Esplode la rabbia degli operatori per le numerose incongruenze che rendono inutilizzabili i voucher ed inefficaci le misure previste da questo strumento che adesso ripiega su strumenti regolamentari fuori contesto e previsti da Agcom in altre epoche e per altre finalità.
Stiamo parlando del sistema misura-internet che è a tutela dei consumatori e però non raccoglie l’interezza degli operatori del mercato in quanto all’epoca in cui fu previsto era limitato e circoscritto ad un ambito preciso di applicazione. Ciò significa dover correre ai ripari e fare in modo che la Fondazione Ugo Bordoni possa disporre di risorse per attestare i nuovi operatori non censiti.
Anche Agcom, da parte sua, avrà probabilmente alzato le sopracciglia quando ha letto il manuale operativo di Infratel, ma non solo per questa ragione.
In realtà Infratel ha fatto affidamento anche sulla mappatura dell’Agcom per cercare di verificare la copertura, la tecnologia e la velocità offerta dagli operatori per ogni unità abitativa che potrà godere del voucher. Tuttavia, Infratel sembra ignorare che quello strumento non è completo in quanto sono stati censiti solo alcuni operatori che hanno inviato i dati di copertura negli anni scorsi, e non si fa riferimento alla velocità disponibile al singolo numero civico, come invece pretende la società controllata dal ministero per l’attuazione dei voucher.
Ma la cosa che più sorprende è che le caratteristiche della connessione non sono in linea con l’offerta di riferimento di TIM, in quanto operatore con significativo potere di mercato, che quindi, non avendo una offerta approvata da Agcom, priva di molti elementi di replicabilità gli operatori che volessero accedere al portale wholesale per offrire gli ormai famosi 30mbps in download e 15mbps in upload di cui ben 7,5mbps di banda garantita.
Stupisce che dopo tanti mesi abbiano pubblicato un manuale operativo senza consultare per la FASE1 dei voucher gli operatori e nemmeno gli altri stakeholder quali Agcom e FUB in primis. C’è poi il portale degli operatori, che ha dei naturali rallentamenti e quindi per ora gli operatori possono solo leggere una manualistica a volte contraddittoria, e che non sembra nemmeno in linea con il decreto istitutivo della misura, quantomeno nella parte in cui obbliga gli operatori telefonici a consegnare al cliente obbligatoriamente anche un Tablet o un PC con caratteristiche premium.
Infratel si aspetta forse che le famiglie in difficoltà, quelle che quindi hanno più bisogno adesso di accedere al Voucher, abbiano soldi in più da spendere per spesare un computer così performante da superare il voucher per comprarlo. E del resto sappiamo che anche i produttori di apparati sono molto contrariati dalla misura del bundle obbligatorio (connettività+tablet/PC), una misura che restringe il mercato, esclude i retailer di apparati, e obbliga un operatore telefonico a vendere un computer insieme alla connettività, togliendo un lavoro a chi lo sa fare.
Infratel adesso teme che la misura del voucher possa essere un vero flop, e per questo si affida ad Agcom e FUB per correre ai ripari. È impensabile poter erogare un Voucher in queste condizioni ed in questo senso va l’intervento in Parlamento di Riccardo Zucconi (parlamentare di FdI) che in una interrogazione ha chiesto quali iniziative il Ministro intenda adottare per rivedere questa scelta, che potrebbe comportare gravi effetti in relazione alla concorrenza tra operatori e alla tutela del consumatore.