Più del 30% delle città europee adotteranno piattaforme per l’Internet delle cose entro il 2019. Soluzioni utili per promuovere l’iperconnettività in spazi pubblici e raccogliere sempre nuovi dati che quotidianamente ci informano sullo stato di salute delle nostre aree urbane.
Servizi pubblici, trasporti, sanità, ambiente, edilizia, energia, sono molteplici gli ambiti di applicazione delle tecnologie per l’Internet of Things (IoT) in ambito urbano. Le amministrazioni locali hanno il compito di favorire l’incontro tra cittadini e innovazione tecnologica, nello spiegare il valore sociale, culturale ed economico intrinseco in questo tipo di soluzioni high tech e soprattutto nei big data.
Scendendo nel dettaglio, IDC ci mostra in un recente studio i segmenti verticali dove le tecnologie IoT avranno maggiore penetrazione. Nel 10% dei casi abbiamo applicazioni nel settore dei trasporti (Intelligent transportation systems, o Its), attorno al 20% in quelli della tutela, la valorizzazione e la crescita del verde pubblico, delle infrastrutture, della sicurezza (fisica e virtuale) e della sanità.
Seguono attorno al 30% l’edilizia di nuova generazione (smart buildings), i veicoli connessi in rete (connected vehicles) e la smart home.
In generale, stando a dati ABI Research, la spesa in nuove soluzioni smart city in tutto il mondo favorirà nuovi investimenti in tecnologie per l’Internet of Things, con ricavi calcolati attorno ai 60 miliardi di dollari entro il 2026 (25 miliardi nel 2017).
Nel 2017 in Europa sono stati investiti in tecnologie IoT più di 125 miliardi di euro, con un tasso di crescita (Carg 2017-2021) del 16% circa. Il 37% delle organizzazioni europee ha già adottato pienamente tali soluzioni o sta sperimentando progetti pilota, un altro 20% lo farà presto e un 18% si dice sicuramente interessato, ma per il momento resta a guardare.
La Germania è il Paese che ha investito di più, con il 19% della spera complessiva in Europa, seguito dalla Francia (15%), dalla Gran Bretagna (14%), dall’Italia (12%) e dalla Spagna (9%).
Grazie ai dati e alla data driven innovation, alla loro raccolta ed elaborazione in informazioni utili alla crescita, alla qualità dei servizi/prodotti, alla sicurezza dei sistemi e dei cittadini, al controllo dello stato dell’inquinamento e dei consumi energetici, ogni organizzazione può oggi rapidamente monetizzare i propri asset informativi (data monetizing).
Valorizzando i dati a nostra disposizione, possiamo ottenere dei guadagni economici anche rilevanti, sfruttando le grandi opportunità di crescita insiste nella data economy.
Questo, secondo IDC, sarà compreso a pieno dal 40% delle organizzazioni europee entro la fine del 2021.
Basti pensare che il 16% delle tecnologie IoT in azienda è impiegato per raccogliere ed elaborare nuovi dati, il 20% per attività di analytics con impatto sui processi interni e un 37% “no impact on process yet”.