Crescerà dell’11,5% il tasso di crescita composto annuo del settore dei chip per l’Internet of Things (IoT). È quanto si legge nel Rapporto Research and Markets: “IoT Chip Market by Application Vertical & Geography – Global Forecast to 2022”.
In 5 – 6 anni, infatti, tale segmento dell’Internet delle cose passerà da un valore di circa 4,58 miliardi di dollari dell’anno passato ai 10,8 miliardi di dollari stimati per il 2022.
L’iperconnettività, la domanda di rete e il moltiplicarsi degli oggetti intelligenti collegati tra loro (e con essi del flusso di dati), riguardano ormai diverse aree tecnologiche, tra prodotti e servizi, dai dispositivi ‘indossabili (wearable device) alla salute, dai gadget elettronici (consumer electronics) alla building automation, dall’industria 4.0 all’automotive e i trasporti (connected cars, driverless cars), stimolando la produzione di chip dedicati.
Paesi come Giappone, India e Cina, sostengono i ricercatori di Research and Markets, stanno progressivamente aumentando gli investimenti in ricerca e sviluppo proprio per promuovere l’utilizzo dell’Internet of Things nei settori di mercato appena menzionati. E proprio in Asia è attesa la crescita maggiore della domanda di chip per soluzioni IoT a livello globale.
Secondo un altro recente Rapporto della Commissione europea, “Definition of a Research and Innovation Policy Leveraging Cloud Computing and IoT Combination”, nel 2020 saranno più di 6 miliardi gli oggetti intelligenti interconnessi su piattaforme Internet of Things (IoT), per un mercato che varrà qualcosa come 1.181,6 miliardi di euro, il 7% tondo del PIL dell’Unione europea a 28 Stati.
Per quanto riguarda l’Italia, Confartigianato ha commentato i dati valutando l’impatto dell’innovazione in chiave Internet of Things attorno ad un 5,4% del PIL nel 2020 (era calcolata al 2% nel 2014).