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Internet of Things, maschere connesse contro l’insonnia

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Dormi poco? Ci pensano le nuove maschere connesse che aiutano a dormire meglio.

Lo stress, si sa, leva il sonno. Il fatto che non si riesca più a dormire bene è diventato un problema sociale e le startup ci si sono buttate a capofitto, offrendo un ampio ventaglio di soluzioni.

Secondo alcuni studi, oggi si dorme un’ora e mezza in meno rispetto a cinquanta anni fa, con grave impatto sulla qualità della vita e del sonno stesso.

Il problema colpisce molte persone ed è diventato un business redditizio per molte giovani aziende.

Withings ne ha fatto il proprio cavallo di battaglia mettendo in commercio Aura, un sistema che collega i sensori inseriti sotto al materasso alla lampada piazzata sul comodino.

Grazie ai dati raccolti sulle abitudini del sonno dell’utente, la lampada si illumina e parte la musica al momento più adatto per svegliarlo.

Il braccialetto Pulse di Withings indica, grazie all’app mobile, le diverse fasi del sonno (leggero, pesante, REM) e invia consigli su come migliorarne la qualità.

Ma a dare una svolta importante al settore sono soprattutto le maschere che aiutano a dormire meglio e che stanno cominciando a moltiplicarsi sul mercato.

Nel 2013 l’impresa polacca IntelClinic aveva fatto scalpore a Parigi, guadagnandosi il prestigioso premio per le startup alla Conferenza LeWeb.

La sua maschera per il sonno NeuroOn sarà commercializzata a partire dal prossimo autunno al prezzo di 299 dollari.

La sua trovata? Ottimizzare il riposo, favorendo il sonno polifasico piuttosto che quello monofasico.

Insomma il modello è Leonardo Da Vinci che si dice dormisse venti minuti ogni quattro ore.

Anche la Francia si sta muovendo. La startup Dreem, creata nel 2014, sta lavorando a una sua maschera che sarà lanciata nel 2016. Obiettivo: ottimizzare le nostri notti.

L’idea – spiega il presidente di Dreem, Hugo Mercier – è di migliorare il sonno profondo, durante il quale si rafforza la memoria, si rigenerano le cellule e si rilasciano gli ormoni”.

A differenza di NeuroOn, la maschera di Dreem non coprirà gli occhi. Sarà, infatti, una fascetta da mettere sulla fronte che innescherà stimoli sonori che solo chi la indossa potrà udire.

Dormire poco o affatto, spiega, Mercier, incide negativamente “sull’attenzione e la memoria“, favorendo l’insorgere di malattie come il Parkinson, l’Alzheimer o l’obesità.

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