Le città diventano sempre più grandi, abitate, complesse e tecnologicamente avanzate. Esaminando i dati del Rapporto di IoT Analytics, “The Internet of Things company list 2015”, dedicato a oltre 2000 aziende attive nel mercato mondiale dei servizi e dei prodotti per la promozione dell’internet delle cose, si nota che la distribuzione geografica delle stesse è caratterizzata da una forte polarizzazione USA-Ue.
Secondo lo studio, infatti, il 56% delle IoT company si trova negli Stati Uniti, il 30% in Europa, l’11% in Asia e il 3% nel resto del mondo.
Nello specifico, la classifica globale delle 15 città dell’internet delle cose si compone nel seguente modo: al primo posto c’è San Francisco con 325 aziende IoT, seguita da Londra con 96, New York con 88, Boston con 76 e Los Angeles con 57.
La top ten completa vede al sesto posto Parigi (41), seguita da San Diego (33), Chicago (33), Seattle (30) e Bangalore (27). Le rimanenti città della Top15 sono: Toronto (26), Tokyo (25), Hong Kong/Shenzhen (24), Berlino (22) e Denver (22).
Il mercato IoT di riferimento è relativo ai segmenti smart/connected home, lifestyle, sanità, sport, abbigliamento high-tech (wearables), smart city, energy, trasporti/mobilità (smart mobility), industry 4.0.
Secondo lo studio IoT Analytics, entro il 2020 saranno 50 miliardi gli oggetti connessi ed interconnessi, sei in media per ogni abitante della terra, per un valore di mercato pari a 7 trilioni di dollari (stime IDC).