L’Internet delle Cose è una sfida globale a cui guarda ogni Paese del mondo. Secondo IDC, da qui al 2020, l’Internet of Things genererà ricavi per 7.100 miliardi di dollari (sono stati 1.900 miliardi nel 2013). In occasione della IoT Week di Lisbona a giugno, si è tenuta anche la prima riunione del gruppo di lavoro WG 8 appartenente alla European Alliance for Innovation in IoT (AIOTI), presentata a marzo dalla Commissione europea, che ha calcolato per l’Europa un volume di affari legato all’Internet of Things di circa 1.000 miliardi di euro.
Secondo Thibaut Kleiner, responsabile della Unit Network Technologies dell’Unione europea, entro il prossimo anno saranno stanziati dall’Europa più di 100 milioni di euro per sei progetti pilota. Entro agosto, il WG 8 presenterà a Bruxelles una strategia per la crescita e la diffusione delle tecnologie smart city e Internet of Things in tutta Europa.
In particolare, l’Ue si sta concentrando sulla necessità di trovare e adottare degli standard di interoperabilità tra le diverse piattaforme. A riguardo, sono decine le città in tutto il mondo che hanno già aderito al network Open & Agile Smart Cities.
Open & Agile Smart Cities, a cui aderiscono oltre 50 città di 25 Paesi (per l’Italia, Ancona e Milano), è inoltre anche un contest per lo sviluppo delle migliori app per città intelligenti a cui è possibile prendere parte (enti pubblici, privati, innovatori) entro il 31 agosto prossimo.