“È necessario un intervento educativo sull’uso del web che parta dai più giovani per estendersi, poi, agli adulti. Essere cittadini, infatti, implica si un impegno da parte dell’individuo ma richiede, a livello di communitas, un progetto formativo ed educativo per la convivenza civile”.
Ad affermarlo è il Commissario Agcom, Antonio Martusciello, intervenuto oggi a Milano durante l’ultima tappa dell’iniziativa “Digitali e Responsabili”, promossa da Google.
Secondo Martusciello, se nel periodo post-unitario il compito di formare cittadini capaci di orientarsi nella società e in grado di farla progredire era principalmente realizzato attraverso un’azione di contrasto all’analfabetismo, oggi per la Post Generation – quella generazione che si racconta in un post – l’impegno dei formatori è inevitabilmente volto ad arginare quei fenomeni di illetteratismo digitale.
Del resto – ha sottolineato il Commissario – il digitale costituisce il “nastro trasportatore” dell’innovazione del Paese, dei grandi cambiamenti sociali, economici e comportamentali, di economia e diritto dell’informazione che lega la propria forza alle competenze di ogni singolo cittadino. Per Martusciello è urgente quindi ripensare a un sistema educativo in grado di formare le professionalità richieste e colmare il basso livello di competenze digitali della popolazione italiana: solo il 44% degli italiani infatti ha competenze digitali almeno di base, contro una media europea del 56%. “È necessario – ha proseguito Martusciello – rafforzare queste competenze, ma anche sostenere la ricerca e lo sviluppo delle tecnologie per l’innovazione digitale, nonché riqualificare la forza lavoro”.
“Entro il 2030 – ha concluso il Commissario Agcom – metà dei posti di lavoro riguarderà infatti attività oggi inesistenti e anche i lavori più tradizionali cambieranno. Ecco che quindi, per sfruttare le nuove opportunità, è necessario tornare a quel ruolo primario dell’istruzione chiamata oggi a formare cittadini consapevoli e sempre più digitali. Senza questi (e senza un’adeguata formazione) è difficile immaginare una comunità e, ancor più complesso è realizzare la sua crescita”.