La realtà attorno a noi è sempre più interconnessa. A volte percepita come una minaccia, altre invece come una risorsa insostituibile, l’Internet of Things (IoT) è da un paio di anni parte integrante delle nostre vite. Le imprese avranno modo di impiegare tale tecnologia per ridurre i costi, accelerare il processo produttivo, abbattere i consumi, ottimizzare le risorse.
Ma anche altri settori, comprese quelli più intimi delle nostre case, avranno modo di fare esperienza di quella che è chiamata digital life o smart life.
Secondo quanto scritto su Tech.co da John Grimm, senior director area Security strategy di Thales eSecurity, sono tre gli scenari più probabili per l’IoT che si andranno a consolidare già nel 2018.
Partiamo dagli standard, per Grimm saranno più completi ed affidabili: “Inizieremo ad osservare l’affermazione più decisa delle piattaforme IoT, sempre più rapida nella nostra quotidianità lavorativa e domestica, con un mercato che già ora è in grado di offrire fino a 400 prodotti diversi”.
Un trend positivo che riguarderà prima di tutto le imprese: “Vedremo il suo utilizzo maggiore nel campo della cybersecurity, perché più ampio è l’uso dell’IoT aziendale, maggiore sarà la necessità di elevare il livello di sicurezza generale di reti, device e dati”.
E il secondo scenario è proprio quello della sicurezza informatica: “Nell’ultimo anno state scoperte alcune tra le maggiori minacce informatiche della storia recente”.
Tra questi gli attacchi DDoS e quelli ransomware, certamente, ma non meno pericolose sono le azioni dei dipendenti stessi di un’organizzazione. Il basso livello di competenze digitali e ICT può già di per sé rappresentare una vulnerabilità concreta.
Per questo, ci ricorda Grimm, “non basta aggiornare i software e applicare nuovi sistemi di sicurezza per le parti fisiche, ogni organizzazione deve investire di più sulla preparazione del personale e sugli skills”.
In ultima analisi, l’esperto di sicurezza elettronica, evidenzia uno dei prodotti più rilevanti dell’IoT (soprattutto in termini economici), per le imprese e anche le amministrazioni pubbliche: i dati, i big data. Grazie alle centinaia e migliaia di sensori e apparecchiature di cui si compone un ecosistema IoT in miniatura (in una casa, in un ufficio), sono milioni i dati che costantemente vengono generati dalle macchine e che rappresentano una vera miniera d’oro per le aziende e gli enti pubblici.
“In questo contesto così dinamico e aperto all’innovazione, abbiamo la possibilità di sfruttare il potenziale di crescita offerto dai big data, che vanno elaborati impiegando gli analytics tools di cui già disponiamo”, ha scritto Grimm. “Più dati tiriamo fuori da un settore chiave, ad esempio la sanità, più informazioni siamo in grado di trattare”.
Il problema, come visto, è sempre uno solo: il livello di sicurezza delle informazioni.
“È probabile – ha sottolineato l’esperto – che dal 2018 in poi i fornitori di soluzioni IoT dovranno garantire loro stessi una maggiore soglia di sicurezza informatica delle piattaforme offerte, specialmente nel settore medico-sanitario, dove i dati personali sono estremamente sensibili e quindi immaginati protetti dai più impenetrabili sistemi di difesa”.
Deludere le attese significa minare la fiducia del consumatore.
Articolo tratto dall’eBook di key4biz’ I Tech trend 2018‘. Per scaricare l’eBook clicca qui.