Digital Single Market

Intelligenza Artificiale priorità della Ue. Ma gli Stati membri nicchiano sui fondi

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A Bruxelles siglato un accordo fra gli Stati Ue per lo sviluppo congiunto di nuove soluzioni di Intelligenza Artificiale, ma il nodo vero restano i fondi necessari per competere con Cina e Stati Uniti.

Intelligenza Artificiale in cima all’agenda digitale europea, anche se per il momento non c’è ancora un impegno finanziario da parte degli Sati membri su quanto sono disposti a spendere per lo sviluppo della nuova tecnologia. Questo in sintesi il quadro attuale in Europa, dopo l’accordo siglato la scorsa settimana a Bruxelles da 24 stati membri pronti (per ora soltanto sulla carta) a mettere fondi freschi per lo sviluppo di progetti congiunti di ricerca e sviluppo in AI.

A favore dell’iniziativa, lanciata la scorsa settimana al Digital Day di Bruxelles per fare il punto sullo stato di avanzamento del Digital Single Market, sono stati 24 stati membri. Tutti, a parte Cipro, Romania, Croazia e Grecia che in linea di principio sono favorevoli, ma prima di impegnarsi devono fare un passaggio nei rispettivi parlamenti nazionali.

 

Il nodo dei fondi nazionali

Ma il nodo vero restano i fondi nazionali (pubblici e privati), come sottolineato dal commissario all’Agenda Digitale Andrus Ansip, necessari per non perdere la corsa globale all’Intelligenza Artificiale, dove Cina e Usa corrono veloce.

Come sempre, il blocco Ue soffre la solita difficoltà endemica a trovare posizioni comuni condivise, soprattutto in materia di regolazione. Per superare i soliti particolarismi del Vecchio Continente, entro il 25 aprile il Commissario al Digitale Mariya Gabriel ha fatto sapere che pubblicherà un paper strategico sull’Intelligenza Artificiale, per indirizzare i sotterranei timori nazionali in relazione ai potenziali problemi legali che l’introduzione massiccia dell’Intelligenza Artificiale sul mercato potrebbe provocare. Fra questi, il principale riguarda il timore che i robot possano sostituire in maniera massiccia posti di lavoro di persone in carne ed ossa.

A quanto pare, Gabriel non presenterà delle norme vincolanti subito, ma non esclude che in futuro la nuova tecnologia sia regolamentata.

Asse Francia-Germania

A livello nazionale, negli ultimi tempi i diversi paesi europei hanno fatto molteplici annunci in materia di Intelligenza Artificiale. Il presidente francese Emmanuel Macron ha da poco annunciato un piano nazionale da 1,5 miliardi di euro in fondi pubblici per finanziare la ricerca e lo sviluppo di nuove soluzioni per i prossimi 5 anni.

L’obiettivo di Macron è attrarre in Francia gli investimenti delle grandi tech company globali, come già fatto con Facebook che ha aperto un laboratorio di ricerca sull’AI a Parigi.

Anche la Germania ha già sposato lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale, che fa parte del programma di governo della coalizione di governo di Angela Merkel, che peraltro ha già siglato un accordo di collaborazione bilaterale con Macron.

Il commissario Gabriel ha fatto un appello all’unità dei diversi stati membri, per competere insieme contro concorrenti globali che già corrono veloce (Usa e paesi asiatici).

Centri di ricerca pan-europei

Nel quadro dell’accordo firmato la scorsa settimana, gli stati membri si sono impegnati a creare dei centri pan-europei di ricerca congiunta. Inoltre, c’è una linea comune per garantire la prevalenza del fattore umano nello sviluppo e nel decision making sull’Intelligenza Artificiale. L’obiettivo è prevenire sul nascere il rischio di utilizzi dannosi o fuorvianti delle nuove tecnologie intelligenti.

Diversi ministri sono dell’idea che servono degli standard etici ben definiti sull’AI, che potrebbero di fatto dare un vantaggio competitivo alle aziende europee.

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