L’economia data driven si alimenta con l’aumento degli accessi in rete, sia da parte di esseri umani, sia di macchine. In Cina ci sono più di 772 milioni di utenti di internet, in crescita, e questo può solo voler dire una cosa, che il gigante asiatico sarà mercato egemone a livello globale per l’intelligenza artificiale e il machine learning.
È quanto emerso dall’11° Tech trend del Future Today Istitute (Fti), documento annuale presentato all’SXSW di Austin (Texas) e dedicato per l’anno in corso alle tecnologie abilitanti la trasformazione digitale, ma anche all’aerospaziale, alla genetica, alla robotica, alle biotecnologie e alla data science.
Al suo interno sono stati identificati 225 possibili scenari relativi a 20 industrie e 70 di questi sono relativi all’intelligenza artificiale (artificial intelligence, o AI).
Il cloud computing applicato all’AI e la classe degli algoritmi sono i due settori su cui lo studio si focalizza maggiormente. “Investire in soluzioni AI è la versione moderna della corsa agli armamenti nucleari avvenuta nel Novecento”, hanno commentato i ricercatori dell’Fti.
“A partire da quest’anno la Cina metterà le basi per la sua leadership nel settore. in termini di dati riferiti ad esseri umani, la Cina ha le più grandi risorse digitali del mondo e senza la maggior parte delle limitazioni imposte agli altri in termini di privacy, protezione dei dati e sicurezza”.
Ad oggi, continua il Report, la Cina è il Paese che ha investito di più in soluzioni AI e in startup di settore. Poi ci sono anche le tecnologie per il riconoscimento facciale, per la gestione dell’identità e della memoria, settori tecnologici elencati tra le tecnologie che nel 2018 avranno il maggior impatto sull’economia mondiale.
Ricordiamo anche che l’anno scorso il New York Times ha riportato la notizia di un piano nazionale cinese per l’intelligenza artificiale. Entro il 2030, secondo la strategia di Pechino, la Cina sarà mercato leader del settore, con un un’industria dal valore approssimativo di 150 miliardi di dollari per l’integrazione dell’AI in ogni settore economico ed industriale, comprese le città.
Tendenze che dovranno certamente essere confermate e che vedranno con molta probabilità la caduta del mercato smartphone. Secondo Amy Webb, docente alla NYU Stern School of business, “il telefono perderà la sua centralità, a vantaggio di altre tecnologie emergenti, come i dispositivi indossabili, in particolare orologi, occhiali e auricolari”.
“Buono, inoltre, anche il trend anche degli assistenti artificiale, tra cui Siri e Google Assistant, che entro il 2021 registreranno una forte diffusione e un elevato tasso di utilizzo in tutto il mondo”, ha commentato Webb, con una terza era dell’informatica alle porte, “nata dall’integrazione con le altre tecnologie di software technologies, cloud e intelligenza artificiale”.
Nove i giganti del settore: Tencent, Baidu, Alibaba Group, Amazon, Google, Microsoft, Apple, Facebook e IBM. In un dominio incontrastato made in USA ecco che si affaccia la Cina: “Tutte realtà di dimensioni globali – ha commentato la Webb – che collaborano con istituti di ricerca e centri universitari per la ricerca e l’innovazione, per sviluppare soluzioni sempre più mature e sorprendenti che sappiano conquistare il mercato ai danni dei concorrenti”.
Secondo calcoli IDC, la spesa mondiale in soluzioni Ai dovrebbe aggirarsi attorno ai 46 miliardi di dollari entro i prossimi due anni, passando per i 19 miliardi di fine 2018 e i quasi 30 miliardi di fine 2019, per poi raggiungere i 57,6 miliardi di dollari nel 2021.
Una crescita inarrestabile, quella individuata dallo studio, che potrebbe avvenire ad un tasso annuo (Carg 2016-2021) superiore addirittura al 50%.
Molto più alto, invece, il valore calcolato da Research and Markets in un Report del mese scorso, che per il 2025 stima il mercato delle tecnologie AI, tra hardware, software e servizi, a 190,6 miliardi di dollari, con un tasso annuo di poco inferiore al 37%.
Molto alti anche i ricavi nel settore AI, stimati da Statista attorno ai 16,2 miliardi di dollari per il 2021 e ai 60 miliardi di dollari nel 2025.