In un futuro davvero prossimo dovremo avere a che fare con i robot e una moltitudine di dispositivi intelligenti iperconnessi, che lavoreranno con noi e in alcuni casi al nostro posto. In questa situazione, onde evitare un effetto disastroso in termini di mercato del lavoro (disoccupazione tecnologica) e ovviamente anche in ambito sociale, la cosa più semplice da fare è imparare a convivere con l’automazione e imparare a dialogare con le macchine.
L’esperienza Italtel con la soluzione Netwrapper va proprio in questa direzione. La scommessa, spiegano sul sito dell’azienda, Giorgio Costantini, Senior Technical Marketing Engineer – Collaboration, e Andrea Stella, Senior Technical Marketing Engineer – IoT, è stata la seguente: “non obbligare l’uomo ad imparare il linguaggio delle macchine, ma piuttosto insegnare alle macchine a parlare il linguaggio degli uomini”.
Questo perché, spiegano ancora i due ingegneri Italtel, “ci siamo resi conto che, la gestione delle nostre tecnologie, una volta messe in esercizio, doveva poter essere svolta dai nostri clienti anche attraverso operatori con minori competenze. Per raggiungere questo obiettivo diventava indispensabile semplificare le interazioni tra i tecnici ed i sistemi”.
La soluzione più efficace era quindi “insegnare a Netwrapper ad usare il linguaggio umano tramite un chatBOT”, un programma di intelligenza artificiale che simula una conversazione tra robot e essere umano.
Netwrapper è un’innovativa applicazione Software Defined Networking (SDN) finalizzata allo sviluppo del business e il successo strategico delle aziende.
Diverse applicazioni Unified Communication and Collaboration (UC&C) spesso condividono le stesse risorse di rete, inconsapevoli del traffico generato da altri servizi in termini di effettivo uso della banda.
Netwrapper serve anche a questo, determinando l’allocazione ottimale delle risorse di rete, al fine di offrire agli utenti la migliore qualità dell’esperienza (Quality of Experience, o QoE).
L’obiettivo principale di questa applicazione, quindi, è quello di garantire “un uso intelligente delle classi di servizi ad alta priorità evitando che la banda utilizzata da più applicazioni UC&C superi il Service Level Agreement (SLA) del Service Provider”.
“Abbiamo poi dato a Netwrapper la possibilità di accedere ad uno strumento social, “SPARK”, piattaforma di collaboration creata da Cisco – hanno illustrato Costantini e Stella – in questo modo siamo in grado di abilitare una comunicazione più diretta tra il nostro Netwrapper e tutte le persone che a vario titolo hanno la necessità di interagire con “lui””.
“Chiedere informazioni, ricevere risposte e domande, comandare le azioni di Netwrapper, grazie a chatBOT e piattaforme social, è diventato semplice e naturale – hanno infine precisato gli ingegneri Italtel – semplicemente via chat, cioè utilizzando il linguaggio umano”.
Una nuova prospettiva che sicuramente renderà più semplice l’introduzione di queste tecnologie nel mondo del lavoro e molto probabilmente nella nostra quotidianità, più di quanto non accada già ora.
Secondo il Report “Accenture Technology Vision 2017”, l’intelligenza artificiale potrebbe raddoppiare il tasso di crescita delle economie sviluppate (tra cui l’Italia) entro il 2035 e aumentare la produttività del lavoro con incrementi fino al 40%.
In Europa, sempre secondo proiezioni Accenture, durante lo scorso anno, sono stati investiti quasi 2 miliardi di euro in 306 progetti di sviluppo dell’intelligenza artificiale di 22 Paesi.