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Intelligenza artificiale, il Piano dell’Olanda: raddoppiare la spesa e 100 azioni immediate

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Il Governo olandese propone un Piano per l’IA, per la sua maturazione e per incrementarne le applicazioni. Subito investimenti per 130 milioni di euro circa e un maggiore coinvolgimento delle parti sociali, con massima attenzione alla privacy, alla trasparenza e alla dimensione regolatoria.

Il segretario di Stato olandese, Mona Keijzer, ha presentato al Parlamento nazionale un piano per promuovere, sviluppare e applicare l’intelligenza artificiale (IA) in 100 azioni concrete, tra cui una più intensa cooperazione tra industria, ricerca e Istituzioni, maggiore spazio a partnership pubblico-private.

L’IA è vista in Olanda come una leva strategica per la crescita economica del Paese, per aumentare la competitività delle imprese, per offrire al cittadino servizi più efficienti e di migliore qualità. Per portare a maturità l’Intelligenza artificiale nel Paese c’è bisogno però di investimenti più grandi e nel piano è proposto il raddoppio della spesa, che per il 2019 è stata fissata in 64 milioni di euro.

A sostegno dell’iniziativa c’è anche la coalizione olandese per l’IA (Dutch AI coalition), in cui anche le Istituzioni sono presenti, assieme ai rappresentanti delle categorie produttive, industriali, imprenditoriali e dei servizi.

Le risorse aggiuntive, secondo quanto sostenuto dai sostenitori del piano governativo, possono essere trovate dai programmi Knowledge and Innovation Agendas e Knowledge and Innovation Covenant 2020-2023, e dai programmi comunitari Horizon Europe e Digital Europe, che hanno stanziato per la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione dell’IA circa 7,5 miliardi di dollari.

Un’azione di Governo non tecno—centrica, si affrettano a precisare i promotori dell’iniziativa. Sono l’uomo e i suoi diritti ad occupare il cuore del piano. Il ministro dell’Interno, Kajsa Ollongren, in tal senso, ha chiesto una crescente interazione, partecipazione e collaborazione tra il Governo e le parti sociali per coinvolgere i cittadini in questa nuova fase storica.

Sarà responsabilità dell’esecutivo guidato dal Premier Mark Rutte, fare in modo che l’IA in Olanda maturi nel pieno rispetto dei diritti umani fondamentali, dei diritti civili e democratici, in nome dell’inclusione sociale ed economica, della salvaguardia dei diritti dei lavoratori (questi ultimi spaventati un po’ in tutti i Paesi europei per lo spettro della disoccupazione tecnologica).

Un ruolo particolare è riconosciuto elle autorità regolatorie e al garante privacy nazionale, che dovranno assicurarsi che l’uso di queste nuove tecnologie avvenga sempre nel rispetto della legge, dei diritti sopra menzionati e delle libertà riconosciute all’individuo e alla comunità, tra cui certamente la tutela dei dati personali.

D’altronde, l’introduzione crescente di soluzioni tecnologiche basate sull’IA non comportano solo vantaggi economici e a livello di amministrazione della cosa pubblica, perché molti sono anche i rischi connessi, come un adeguato livello di trasparenza nel funzionamento degli algoritmi e nelle piattaforme di analisi dei dati.

Il ministro olandese della Protezione giuridica, Sander Dekker, si è occupato proprio di questi temi, lavorando a delle linee guida per l’uso degli algoritmi, con l’obiettivo di migliorare la trasparenza, la sicurezza e minimizzare il rischio di errori.

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