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Intelligenza artificiale. Il dibattito italiano: molte parole, ma nulla di concreto

Fioriscono convegni ed iniziative varie e variegate in materia di “intelligenza artificiale”, anche in Italia, ma è possibile che nessuna istituzione (tra governo ed “authority”) abbia finora prodotto uno studio scenaristico indipendente – accurato ed approfondito – che possa consentire di prevedere alcuni dei “mondi possibili”, nell’ambio socio-culturale anzitutto, rispetto alle conseguenze di questa rivoluzionaria “tecnologia”?!

È possibile che gli unici studi in argomento siano quelli realizzati da Studio Ambrosetti ovvero (The European House – Ambrosetti) in collaborazione con Microsoft Italia (presentato nel solito “summit” di Cernobbio il 1° settembre scorso), e quel che realizza l’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano (il cui ultimo report risale al 7 febbraio 2023)?!

Incredibile, ma vero.

E domani martedì 19 settembre 2023, si scatenano italici fuochi d’artificio multipli, che confermano pregi e difetti (in questo caso, più difetti che pregi, perché la dispersione di energie è evidente), se è vero che si organizzano in contemporanea 3 eventi tre!

Questa l’agenda impossibile per uno studioso di I. A.:

Crediamo che questa semplice osservazione di “agenda” possa essere ritenuta sintomatica sia del deficit di adeguato coordinamento “inter-istituzionale” (sicuramente tra Ministero della Cultura e Commissione X del Parlamento….), sia di una qual certa confusione che si alimenta, soprattutto attraverso numerologie che non sono adeguatamente validate dal punto di vista metodologico.

In assenza di studi accurati ed indipendenti, non realizzati da parte di soggetti privati (inevitabilmente più o meno influenzati – se non eterodiretti – da imprese e “lobby”), lo scenario italiano permane infatti in uno stato confusionale.

Come commentare altrimenti, alcuni dei… “numeri” in circolazione?!

Un esempio: se per il Politecnico il mercato della Intelligenza Artificiale ha raggiunto in Italia 500 milioni di euro nell’anno 2022, con una crescita del 32 % rispetto all’anno precedente, per Ambrosetti & Microsoft, l’Intelligenza Artificiale Generativa “può generare, a parità di ore lavorate, fino a 312 miliardi di euro di valore aggiunto, annuo, pari al 18 % del Pil italiano”…

Anche il lettore meno appassionato resterà stordito da un simile “campo di oscillazione”: da 500 milioni a 312 miliardi di euro l’anno??? D’accordo, nel primo caso, si tratta di una stima dell’impatto attuale, nel secondo caso si tratta di una stima dell’impatto potenziale nel breve periodo, ma… suvvia!

Ciò basti.

Si tratta di esempi sintomatici della confusione che regna sovrana: numerologie effervescenti, e talvolta numeri in libertà…

E che dire dei numeri inquietanti proposti da ConfArtigianato qualche settimana fa?! L’allarme (apocalittico?!) stimava un rischio di disoccupazione imminente per addirittura 8 milioni di lavoratori  (vedi l’articolo di Luigi Garofalo, “IA, Confartigianato: “In Italia a rischio 8 milioni di lavoratori”. Il presidente Granelli: “IA va guidata da intelligenza artigiana”, su “Key4biz” del 24 agosto 2023). Anche in questo caso, cifre impressionanti (molto), ma non si sa quanto affidabili metodologicamente…

La Commissione X della Camera chiama 51 esperti in audizione sull’Intelligenza Artificiale

Per quanto riguarda l’Indagine Conoscitiva sul tema “Intelligenza artificiale: per il sistema industriale e produttivo”, promossa dalla Commissione X di Montecitorio (Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo), saranno ben 51 le audizioni previste (l’iniziativa è stata ben segnalata da questa testata: vedi l’articolo di Flavio Fabbri, “Intelligenza artificiale, alla Camera annunciata indagine conoscitiva”, su “Key4biz” del 3 agosto 2023). Verranno ascoltati, tra gli altri: l’eurodeputato Pd Brando Benifei (Rapporteur dell’“A.I. Act” nel Parlamento europeo); Giorgio Metta (Direttore Scientifico dell’Istituto italiano di tecnologia-Itt); Nicola Gatti (Politecnico di Milano); Paolo Traverso (Scientific Director at Fbk); Andrea Spedale (Presidente di Aicel-Associazione Italiana Commercio Elettronico); l’Amministratore Delegato di Leonardo (nonché ex ministro) Roberto Cingolani; Francesca Rossi (Global Leader dell’Ibm per l’Etica dell’Intelligenza Artificiale); Enrico Castanini (Consigliere di Assinter Italia – associazione delle società pubbliche per l’innovazione tecnologica); Vincenzo Colarocco (Componente Commissione Privacy Cnf – Consiglio Nazionale Forense); Angelo Zaccone Teodosi (Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult); Gianluca Boleto (Coo & Co-Founder @Hodlie); Luca Ferrari (Co-founder & Ceo at Bending Spoons)… Dell’eletta schiera, faranno anche parte diversi professori universitari, tra i quali: Paolo Benanti (frate francescano, Docente di Teologia Morale e Bioetica alla Pontificia Università Gregoriana); Luigi Malagò (Università degli Studi di Milano); Barbara Caputo (Università degli Studi di Napoli Federico II); Marco Gori (Università di Siena); Paolo Ferragina (Università di Pisa)… E naturalmente verranno auditi i rappresentanti di Google, Meta e Microsoft

Questi invece alcuni dei partecipanti all’incontro al Ministero della Cultura: Nicola Borrelli (Direttore Generale Cinema e Audiovisivo del Ministero della cultura), Paolo Del Brocco (Amministratore Delegato Rai Cinema), Massimiliano Fuksas (architetto), Paola Passarelli (Direttrice Generale Biblioteche e Diritto d’Autore del Mic), Giacomo Lasorella (Presidente Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni – Agcom), Matteo Fedeli (Direttore Generale della Siae – Società Italiana degli Autori ed Editori), Bruno Frattasi (Direttore Generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale – Acn), Ilaria Ester Bonacossa (Direttore Museo Digitale del Ministero della Cultura)…

In entrambi i casi, non sembra che i promotori abbiano ritenuto di coinvolgere un’adeguata rappresentanza della cosiddetta “società civile”, né esponenti del “Terzo Settore”: sembra confermata una qual certa tendenza a non dedicare adeguata attenzione alla dimensione soprattutto “sociale” (civile) della rivoluzione imminente provocata dall’Intelligenza Artificiale…

Si ricordi anche che la Camera dei Deputati sta “esplorando”, dal maggio scorso, il tema “Artificial Intelligence” anche in un altro consesso: il suo Comitato di Vigilanza sull’Attività di Documentazione, presieduto dalla “dem” Anna Ascani (che è anche Vice Presidente della Camera), ha promosso un ciclo di audizioni con alcuni esperti di etica dell’I.A. e con i principali operatori del settore.  Ha sostenuto Ascani: “ho più volte sostenuto, senza alcuna tentazione neo-luddista, che è assolutamente necessario agire per limitare i principali pericoli derivanti dall’applicazione incontrollata di una tecnologia che ha dimostrato di poter avere applicazioni pressoché infinite. Che questo elemento sia evidente anche a coloro i quali investono somme esorbitanti sulle applicazioni di intelligenza artificiale generativa e conversazionale è un elemento confortante. Tuttavia, alla responsabilità che si richiede ai grandi sviluppatori, in particolare nel garantire trasparenza nella catena dei dati e sul fronte della privacy e a quella delle istituzioni nella loro funzione regolatrice, si aggiunge la necessità di una reale presa di coscienza dei rischi e delle opportunità dell’IA da parte dei singoli cittadini, da parte di ciascuno di noi”.

Ci si domanda anche se le iniziative del Comitato di Vigilanza avviate a maggio “interagiscono” in qualche modo con quelle avviate ad agosto dalla Commissione X, nei complessi meandri di Montecitorio…

Sembra prevalere un approccio tra l’economico ed il tecnologico, anche se è lo stesso Presidente di Confindustria a temere conseguenze negative per il sistema democratico e le imprese d’informazione

Merita essere segnalato quel che ha sostenuto venerdì scorso 15 settembre 2023 Carlo Bonomi, il Presidente di Confindustria, nella relazione all’Assemblea 2023: “abbiamo impiegato oltre 15 anni in sede Ocse per raggiungere una convergenza intorno alla Minimum Global Tax da applicare anche alle grandi imprese transnazionali delle piattaforme digitali globali. Quel che non deve, e non può avvenire, è mettercene altrettanti per affrontare la questione di un comune approccio regolatorio agli algoritmi informativi”.

Confindustria auspica un assetto regolatorio comune dei Paesi avanzati: “le legislazioni nazionali sono impotenti, il problema riguarda tutti i Paesi avanzati, e in realtà non solo loro. È in gioco la compromissione dei nostri sistemi democratici da parte di interessi di potenze in cerca di ruolo, di maggiore peso o di minoranze violente. È in gioco il futuro delle imprese d’informazione che non si piegano a questi sistemi. È in gioco il pluralismo tutelato dalla nostra Costituzione, pluralismo che è una delle caratteristiche fondanti di ogni vero sistema democratico”.

I teorici ed i fautori di un “approccio umanistico” all’Intelligenza Artificiale sono comunque ancora in minoranza, eppure questa dovrebbe essere invece – secondo chi redige queste noterelle – la dimensione che merita maggiore attenzione (anche da parte dei “policy maker”): si rimanda a quanto abbiamo già scritto su queste colonne, vedi “Key4biz” del 22 giugno 2023, “Intelligenza artificiale: l’importanza dell’approccio umanistico ed artistico. Due iniziative romane controcorrente”, e più recentemente “Key4biz” del 7 settembre 2023, “Intelligenza Artificiale: oggi a Roma seminario di alto livello. Tra (neo) apocalittici e (neo) integrati?”.

I lavoratori delle industrie culturali e creative: prime vittime potenziali del “tornado” Intelligenza Artificiale

Da osservare che nessuna particolare attenzione viene ancora rivolta in Italia nei confronti della categoria professionale che è senza dubbio la prima ad essere colpita: i lavoratori delle industrie culturali e creative.

Abbiamo già avuto occasione di segnalare nel corso del tempo lo spostamento del “baricentro” del sistema culturale e mediale a tutto vantaggio di “player” estranei rispetto agli interessi storici del sistema (produttori, emittenti, autori): si rimanda al sito web dell’archivio digitale dell’ Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult, per il progetto “Italy: a Media Creative Nation. Diritto d’autore e creatività”, (realizzato con il sostegno del Gruppo Mediaset; la ricerca è stata presentata il 5 ottobre 2011 in sede Ministero della Cultura). Si rimanda, su questo tema, anche al nostro intervento del 17 marzo 2023 sulle colonne di “Key4biz”, “Tra Rai e Siae, spuntano Meta e ChatGpt: delle irrisolte contraddizioni fra politica culturale e ‘value gap’”…

Si intravvedeva, già anni fa, che sarebbe stato proprio l’insieme dei lavoratori della conoscenza a dover affrontare (soffrire) le conseguenze della rivoluzione digitale, dell’avvento delle piattaforme web, della prepotenza degli “over-the-top”, per arrivare fino allo “shock” dell’Intelligenza Artificiale: dai giornalisti ai doppiatori, dagli sceneggiatori a tutte le professioni della filiera culturale ed artistica e del sistema dell’informazione e dei media… Si assiste ad un processo strisciante di depauperizzazione di tutte queste professioni.

La emblematica vicenda dello sciopero degli attori di Hollywood rappresenta soltanto la punta dell’iceberg di un tema che assume valenza epocale sia per il sistema socio-economico sia per il sistema culturale-artistico.

Chance di accordo tra attori e produttori cine-audiovisivi americani, dopo oltre 4 mesi di conflitto: l’Intelligenza Artificiale è uno dei temi centrali di scontro

Dopo oltre quattro mesi dall’inizio delle proteste che hanno scosso Hollywood, il Writers Guild of America – Wgaw (che rappresenta gran parte degli autori) e l’Alliance of Motion Picture and Television Producers – Amptp (che rappresenta gli “studios”, una sorta di “sorella” della storica Motion Picture Association – Mpa), sono al lavoro per programmare un incontro la prossima settimana, che potrebbe rappresentare la ripresa dei negoziati (per un approfondimento aggiornato, si rimanda all’interessante articolo pubblicato oggi su “The Hollywood Reporter”, “Unmasking the Amptp: Hollywood Labor’s Opaque Nemesis”, a firma Gary Baum e Katie Kilkenny).

Al tavolo delle trattative, partecipano esponenti di “major” vecchie e nuove: Disney, Nbc Universal, Paramount, Sony, Warner Bros Discovery e le più “giovani” Netflix, Amazon, Apple… Si prospetta finalmente una “apertura” tra le parti, dopo uno stallo che, nonostante le trattative in corso nelle ultime settimane, non ha finora prodotto alcun accordo. Come è noto, nel mese di maggio 2023 migliaia di sceneggiatori statunitensi hanno incrociato le braccia per rivendicare maggiori tutele per le condizioni di lavoro, maggiore trasparenza sui diritti d’autore ed in materia di “streaming”, protezione dalle crescenti minacce dell’intelligenza artificiale. Nel mese di luglio, gli attori membri del sindacato Sag-Aftra hanno preso parte allo sciopero e la portata della duplice protesta – che non si verificava dal 1960 – ha paralizzato parte significativa le attività di Hollywood, con pesantissimi danni economici…

Torneremo presto su queste tematiche.

[ Nota: questo articolo è stato redatto senza avvalersi di strumenti di “intelligenza artificiale. ]

(*) Angelo Zaccone Teodosi è Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult (www.isicult.it) e curatore della rubrica IsICult “ilprincipenudo” per “Key4biz”.

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