Nell’ultimo decennio gli investitori della Silicon Valley sono stati ossessionati dai social media e dalle app mobili che ad esempio permettono di trovare nuovi amici o aggregare masse virtuali di utenti intorno ad un prodotto, il tutto via smartphone. Oggi le cose sono cambiate e i nuovi trend tecnologici non hanno il pulsante ‘Mi piace’.
La Silicon Valley sta cambiando pelle, scrive il New York Times, una nuova era in cui è tutto un fiorire di centri sull’intelligenza artificiale e sullo studio dei robot, una trasformazione che molti credono darà presto i suoi frutti sul fronte dell’industria dei personal computer e del versante commerciale di internet.
I computer hanno cominciato a parlare, ascoltare, vedere e hanno aggiunto gambe per camminare, ‘ali’ per volare e ruote per muoversi liberamente nello spazio.
Basti pensare ai robot che cominciano a muoversi liberamente fra gli scaffali dei supermarket, ad esempio in California, anche se presto arriveranno anche da noi. Robot in grado di svolgere mansioni che finora erano in mano agli uomini, come riempire gli scaffali e controllare se un certo prodotto è finito e va ricollocato.
Il prototipo della Bossa Nova Robotics scivola fra gli scaffali, grazie alle ruote, e avverte i compratori della sua presenza con una musichetta soffusa, per non spaventarli. E’ in grado di riconoscere e registrare i codici a barre posti sui prodotti in vendita, di azionare un laser per vedere appunto quali sono le merci che sono esaurite e vanno quindi rimesse in vendita.
E’ questo il nuovo filone caldo per gli investitori della Silicon Valley, a caccia di nuovi apparecchi robotizzati basati sull’intelligenza artificiale. Nella Valley ci sono al momento 19 aziende che progettano auto e camion senza conducente, il triplo rispetto a pochi anni fa.
Sul mercato ci sono una decina di robot in grado di muoversi in autonomia, fra cui fattorini robotizzati e droni volanti.
L’interesse per la robotica sta crescendo, e con esso la disponibilità ad investire in nuovi prototipi.
Secondo stime di CB Insight, gli investimenti in startup specializzate in intelligenza artificiale sono quadruplicati a 681 milioni di dollari nel 2015, a fronte dei 145 milioni del 2011. Secondo la società di analisi gli investimenti hanno raggiunto quota 1,2 miliardi di dollari nel 2016, in aumento del 76% rispetto al 2015. Le previsioni per quest’anno sono rosee.
Ogni volta che c’è un’idea nuova la Silicon Valley si butta a pesce. E i produttori si adeguano ai nuovi trend, come ha fatto ad esempio Nvidia, specializzata in microchip per processori grafici e video game, che si è prontamente rivolta alle applicazioni per l’intelligenza artificiale.
Al contrario, gli investimenti in startup specializzate in social media hanno raggiunto il picco nel 2011. All’epoca, le società di venture capitale effettuarono 66 investimenti complessivi in social media per un totale di 2,4 miliardi di dollari. Nel 2016 gli investimenti in startup specializzate in social media sono stati appena 10, per un totale di 6,9 milioni. A giugno del 2016 LinkedIn è stata rilevata da Microsoft per 26,2 miliardi di dollari, dimostrando che il mercato dei social ha raggiunto la sua maturità.
Anche i big dei social media si stanno avvicinando all’intelligenza artificiale. Facebook la sfrutta per migliorare i suoi prodotti, Google per sfidare Amazon Echo e Apple Siri, ha da poco lanciato Home che consente di ascoltare tutto ciò che avviene in casa, di rispondere a domande e di fare ordini tramite eCommerce.
Microsoft ci sta lavorando e il settore auto è presente nella Valley per capire come integrare l’intelligenza artificiale a bordo.