L’intelligenza artificiale sta già rivoluzionando le nostre vite, oltre al business e ai sistemi produttivi delle imprese. Tutte le più grandi aziende operanti in ogni settore economico stanno integrando i sistemi di intelligenza artificiale nelle proprie strutture e nei propri modelli di business. Il report di CB Insight “State of AI 2018”, in particolare, mostra chiaramente la fortissima crescita nell’impiego dell’intelligenza artificiale sin dal 2013 ed evidenzia come nel 2018 si assisterà a un ulteriore boom. Secondo le stime della società di ricerca IDC, quest’anno il giro d’affari mondiale relativo ai sistemi di intelligenza artificiale e cognitive computer dovrebbe raggiungere i 19,1 miliardi di dollari, con una crescita del 54,2% rispetto a quanto speso nel 2017. Entro il 2021 si stima si possa arrivare alla cifra record di 52,2 miliardi di dollari con un tasso di aumento annuale composto pari al 46,2% nel periodo 2016-2021.
Come emerge dallo studio dal titolo “Data driven innovation & AI. EPrivacy, free data flow and high performing computing: which strategy for Europe” curato dall’Istituto per la Competitività e presentato a Bruxelles (qui il report integrale), sia le istituzioni europee che le singole autorità nazionali stanno mettendo in campo iniziative per cogliere le straordinarie opportunità offerte dalla AI, e per fronteggiarne le nuove e numerose sfide. Già nel febbraio 2017, il Parlamento europeo ha adottato una Risoluzione in cui era contenuta una serie di raccomandazioni alla Commissione europea sulle norme di diritto civile in materia di robotica. Nella risoluzione è stata chiaramente evidenziata la necessità di affrontare nuove questioni riguardanti, tra l’altro, l’accesso ai dati e la protezione dei dati personali nel caso di applicazioni e apparecchi che comunichino tra di loro e con le banche dati senza l’intervento umano, nonché di procedere all’adozione di norme che disciplinino la responsabilità e la trasparenza senza però influenzare il processo di ricerca, innovazione e sviluppo nel settore della robotica.
In questo contesto il Parlamento ha formulato alcune rilevanti proposte, tra cui, in primis, l’avvio di una riflessione sulla possibilità di istituire un’Agenzia europea per la robotica e l’intelligenza artificiale. E poi, ancora, l’istituzione di un regime assicurativo obbligatorio, la costituzione di un fondo di risarcimento e l’introduzione di un numero d’immatricolazione individuale nonché di uno status giuridico specifico per i robot nel lungo termine.
Anche la Commissione è in campo per assicurare che l’Europa sia competitiva a livello globale in tema di AI e riesca a coglierne a pieno i benefici. E infatti il 9 marzo scorso ha aperto le candidature per la creazione di un gruppo di lavoro sulle intelligenze artificiali con il compito, tra l’altro, di redigere entro l’anno una proposta di linee guida sullo sviluppo etico e l’uso di queste tecnologie nel rispetto della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea. Il successivo 25 aprile, invece, ha diffuso la comunicazione dal titolo “L’intelligenza artificiale per l’Europa”. Questo documento mira, in particolare, a dare impulso alla capacità tecnologica e industriale dell’Ue e all’adozione dell’AI in tutti i settori economici, sia privati che pubblici – così da prepararsi ai cambiamenti socio-economici in corso – e a incoraggiare la modernizzazione dell’istruzione e dei sistemi di formazione.
E neppure gli Stati membri sono rimasti a guardare. La Germania ad esempio – dopo aver fissato nel 2017 le regole etiche, le linee guida e gli obiettivi dei veicoli connessi e automatici – lo scorso marzo ha annunciato la creazione di una commissione con il compito di stilare raccomandazioni sull’uso e la regolazione dell’intelligenza artificiale e il varo di un Masterplan sull’argomento atteso per l’autunno 2018. E anche la Francia ed il Regno Unito ambiscono a ricoprire un ruolo da protagoniste. Nel marzo di quest’anno il presidente Emmanuel Macron ha annunciato la nuova strategia nazionale (“AI for Humanity”) e lo stanziamento di 1,5 miliardi di euro di fondi pubblici per il quinquennio 2018-2022. Il 26 aprile, invece, mentre il governo inglese presieduto da Theresa May ha lanciato il “Sector Deal for AI”, che individua azioni e iniziative con l’obiettivo di promuovere l’adozione e l’uso delle intelligenze artificiali nel Regno Unito.
In questa situazione pure l’Italia ha avviato il suo percorso di approfondimento e studio del fenomeno. Nel settembre 2017, AGID ha dato il via alla task force sull’Intelligenza Artificiale con il compito di verificare come la diffusione di questi strumenti e tecnologie possa incidere sul rapporto tra Stato e cittadini. Questo lavoro ha condotto lo scorso 21 marzo alla presentazione del libro bianco “L’Intelligenza Artificiale al servizio del cittadino”, frutto di una consultazione che ha coinvolto circa un centinaio di soggetti pubblici e privati a vario titolo impegnati in Italia sul tema. Per la prima volta ci si è rivolti alle amministrazioni pubbliche con raccomandazioni e indicazioni su come sfruttare al meglio le opportunità offerte dall’Intelligenza Artificiale, limitandone criticità e aspetti problematici, per sviluppare servizi pubblici sempre più a misura di cittadino.
Un documento molto interessante che affronta con linearità un tema come quello dell’intelligena artificiale a proposito della quale sono state individuate le principali sfide da affrontare: quella tecnologica, quella etica, quella legale e quella delle competenze.
Stiamo assistendo a una vera e propria rivoluzione, alla diffusione di un fenomeno dal fortissimo impatto sui sistemi produttivi e sulle relazioni tra cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni. Un fenomeno dai risvolti ancora non pienamente esplicati e compresi ma che rappresenta un’occasione per ripensare al rapporto tra uomini e macchine e senza dubbio una chance da non perdere per essere competitivi.