Sarà stata la lunga esperienza della pandemia di Covid-19, le pesanti misure restrittive, i lockdown, una comunicazione istituzionale spesso poco chiara e i litigi sugli strumenti da utilizzare per far fronte alle gravi ferite inferte dal virus all’economia, al mondo delle imprese e dell’industria, di fatto, i politici non hanno ottenuto un gran consenso negli ultimi mesi.
Il Coronavirus è a tutti gli effetti un tema politico, dove si è votato è stato usato anche come una clava nei confronti elettorali in televisione, e i cittadini molto probabilmente non hanno apprezzato.
I politici piacciono sempre meno, meglio l’IA
Secondo un’indagine dell’IE University, il 51% dei cittadini europei ha dichiarato che preferirebbe di gran lunga un’intelligenza artificiale al posto dei propri parlamentari.
Il dato è molto più alto nel nostro Paese: lA preferita ai politici da sei italiani su dieci.
Magari si scherza, magari si è risposto così perchè è solo un sondaggio e andrebbe interpretato come una specie di sfogo, ma nel frattempo sono proprio i più giovani ad accettare questo scambio con molta serenità: si dice d’accordo il 60% degli europei tra i 25 ed i 34 anni e il 56% di coloro che hanno tra 34 e 44 anni di età.
Il 72% dello stesso campione è anche favorevole al voto elettronico, magari tramite app sul proprio smartphone (64% dei britannici).
La continua propaganda politica, lo scontro tra opposte fazioni, i linguaggi poco comprensibili, le scelte ambigue, la poca fiducia verso la politica, la poca affidabilità degli stessi e i classici “voltagabbana”, sono motivo di imbarazzo e rabbia per molti elettori europei, ma la cosa più drammatica e allo stesso tempo preoccupante è la perdita di fiducia non solo nelle persone, ma anche nelle istituzioni democratiche.
I contrari alla tecnologia
Il Regno Unito, dove la popolazione non mostra di amare molto l’intelligenza artificiale come tecnologia, il dato scende al 31%, mentre sono gli spagnoli quelli più propensi a sostituire i propri politici con degli algoritmi (66%).
Scettici sulla nuova tecnologia, infine, anche i tedeschi (contro l’IA il 54% degli intervistati) e gli olandesi (56%), mentre solo il 40% degli americani sarebbe favorevole ad un Congresso progressivamente abitato da intelligenze artificiali, invece che da deputati e senatori eletti tra i democratici e i repubblicani.